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Non stiamo meglio rispetto a un anno fa. Ma neppure peggio. È allo stesso tempo il dramma e la forza della nostra terra: siamo fermi, oltre che isolati. Ma se con l’immobilità non si migliora, quantomeno si evitano guai peggiori. Almeno fino a quando non si decide che direzione prendere.

Il fine d’anno ci ha regalato nuove certezze a proposito della centralità della questione etica e morale nelle scelte politiche. Perché ci pare chiaro che non basta più tracciare il sacrosanto confine tra lecito e illecito. E che se il fine politico (magari quello di dare lavoro – o sostentamento – a chi il lavoro non ce l’ha) giustifica ogni mezzo, non è pleonastico ricordare che i mezzi devono comunque essere legali e trasparenti.

Il vicepresidente (non eletto, non candidato, non conosciuto) Paci imperversa in tutte le TV regionali, sulla stampa e sui siti web: fa, disfa, programma, bacchetta, rassicura a seconda dell’occasione. Ma non incarna la politica, quanto l’algidità dei numeri e la sublimazione della teoria che non vince mai sulla pratica.

Ma lasciamo Paci e il contingente per tornare a parlare di principi generali, bilanci e auspici per il nuovo anno,

Un proposito buono  per il nuovo anno sarebbe quello di impegnarsi a non trincerarsi più dietro scudi umani senza salario, spesso branditi esclusivamente per perseguire il potere, con il solo fine di esercitarlo e perpetuarlo.

Nel momento in cui si persegue un interesse di questo tipo si abbandona l’agire politico nel senso positivo, anteponendo il proprio interesse a quello della collettività. E si fa un danno incalcolabile all’intero sistema economico e sociale.

Non nascondiamoci dietro a un dito. Spesso anche noi cittadini siamo complici: il chiedere il favore al politico amico, prendere una tessera di partito per migliorare la propria situazione personale e “ungere” il potentato per far valere i propri diritti – troppo spesso fatti passare per concessioni – è un modo per contribuire a istituzionalizzare il malcostume e il malgoverno.

Nell’antica Roma, patria massima della corruzione – a testimonianza del fatto che la storia si ripete e può essere un puro esercizio retorico pensare di poterla cambiare con una predica o, meglio, con l’esempio – vennero statuiti tre principi che dovevano essere seguiti dal personale politico: non danneggiare gli altri, dare a ciascuno il suo, vivere onestamente.

Tre piccole cose, dalle quali si potrebbe ripartire per un anno nuovo da affrontare con un nuovo passo.