L’esercitazione militare denominata “Mare Aperto 2017” rappresenta un salto di qualità in negativo nella storia delle esercitazioni militari in Sardegna.
Nonostante la smisurata dimensione di demanio e servitù militare già a disposizione, questa esercitazione – che si protrarrà fino al 20 maggio – arriva anche a sconfinare in territorio civile per ampi tratti di mare, precludendo il traffico a pescherecci, imbarcazioni commerciali e turistiche proprio alle porte della stagione turistica da Costa Rei fino a Santa Margherita, oltre al già ampio tratto del poligono di Teulada.
Tutto ciò avviene nel silenzio delle istituzioni politiche regionali, mentre il porto di Cagliari da giorni appare sotto assedio da parte di decine di unità delle marine militari di diversi Paesi della Nato.
È dunque arrivato il momento di richiamare quello spirito ampio, democratico e plurale, pacifico ma deciso, che animò il grande movimento popolare contro l’occupazione militare a Capo Frasca nel 2014, coinvolgendo nuovamente i Sardi in una dimostrazione unitaria che esprima in maniera forte e chiara la contrarietà alle esercitazioni militari, alla persistenza di basi e poligoni di addestramento, alla soggezione di immensi territori a regime di demanio e servitù militare.
Il Popolo Sardo non è più disposto a sopportare simili ingiustizie.
È per questo che occorre sostenere l’iniziativa di Libe.r.u., Comitato “Gettiamo le basi”, Comitato “Su Giassu”, Tavola Sarda della pace, Sardigna libera, Sardigna natzione e Conferenza sindacale Sarda per il sit-in popolare di protesta sotto la sede del Consiglio Regionale in via Roma, a Cagliari, alle 10,30 di martedì 16 maggio.
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