Come tanti miei conterranei ho avuto la possibilità di studiare all’estero e nel mio caso in un posto davvero particolare come i Paesi Baschi. Vivendo qui sono entrato in contatto con i loro costumi e usanze e in particolare con chi le tutela.
Vi voglio raccontare di AEK, una organizzazione che promuove e difende l’uso dell’euskara, la lingua basca, all’interno del territorio basco stesso e fuori dai suoi confini. L’organizzazione, essenzialmente si propone come una scuola. È presente in tutto il territorio bascofono, i Paesi Baschi, La Navarra e la parte francese di lingua basca: Iparralde.
Io sono uno studente di euskara presso una delle tantissime scuole di AEK, dove frequento attualmente il primo livello e devo dire che sono veramente contento della esperienza. Non si tratta solo di studiare la grammatica di una lingua, ma bensì di viverla.
Per chi non conoscesse la ricchezza dell’euskara é necessaria una piccola introduzione. E’ una lingua che attualmente non ha nessun parente linguistico con altri idiomi, è di fatto isolata. Se volessimo trovare un parallelo sarebbe come studiare il giapponese con l’alfabeto latino. Questo è il suo punto di forza ma anche la sua debolezza. Infatti l’euskara non vive, come il nostro sardo d’altronde, momenti sereni.
Questa lingua così antica e prestigiosa infatti si trova in una situazione di svantaggio oggettivo nei confronti delle due lingue maggiori che convivono nel suo territorio: Lo spagnolo e il francese. AEK si propone come metodo alternativo di salvaguardia della lingua, in aggiunta rispetto alla normale formazione scolastica.
Dopo quasi sei mesi passati a studiare euskara, mi ritrovo io stesso a partecipare ad una delle manifestazioni più belle ed importanti per il panorama della lingua basca: La Korrika.
La korrika (“corsa” in euskara) è una manifestazione che coinvolge tutto il territorio e tutta la popolazione bascofona e non. La manifestazione si concretizza in una corsa che inizierà il 30 di Marzo ad Otxandio, passerà su tutto il territorio dell’Euskal Herria, e terminerà il 9 di Aprile ad Iruñea (Pamplona). L’evento si ripete ogni due anni, su un percorso di circa 2000km.
Non ci si ferma neanche per un secondo e si corre di giorno e di notte. Organizzazioni, associazioni, collettivi, partiti, società pubbliche, private e singole persone acquistano ogni singolo km dei 2000 totali e corrono per celebrare la propria lingua e per promuoverne l’uso a tutti i livelli. Giorno e notte i baschi corrono per difendere i propri diritti linguistici fino ad arrivare a Pamplona per la celebrazione finale.
Tutta la manifestazione è organizzata dall’AEK. I soldi ricavati da questa iniziativa sono investiti interamente per incoraggiare l’uso della lingua e per promuoverne l’insegnamento.
Si consideri che grazie a questa manifestazione, studenti come me sono in grado di pagare prezzi bassissimi per poter studiare euskara. Tutto il corso accademico costa più o meno 550 euro. La cifra è un po’ alta, ma se si considera che la offerta formativa è di dieci ore alla settimana tutto cambia.
Facendo una media con il prezzo e le ore di lezione il risultato è di 1,5 euro all’ora. Una cifra irrisoria se si considera la quantità delle ore di lezione. Ma non è finita. Se io riuscissi ad assistere a più dell’85% delle lezioni, avrei accesso a borse di studio che possono arrivare a coprire fino all’80% del costo del corso intero.
Mercoledì 15 di Marzo, ho avuto l’onore di essere selezionato da AEK per partecipare alla presentazione ufficiale della korrika. Mi hanno scelto, perché insieme a tanti altri, ho la fortuna di parlare un’altra lingua. Infatti,
insieme all’italiano, la mia lingua materna è il gallurese; Lingua che mi ha accompagnato fin da bambino e che porto nel cuore. Per la presentazione mi hanno chiesto di parlare, oltre che in euskara, anche nella mia lingua materna; e così ho pensato che sarebbe stata una buona occasione per fare pubblicità alla mia nazione.
Quindi, ho deciso che la maniera migliore per esportare una parte della mia isola in Euskal Herria sarebbe stata facendo la presentazione in lingua sarda. Io non so parlare molto bene il sardo, ma sono convinto che la unica maniera di creare una unità linguistica e nazionale sia attraverso lo standard linguistico della Limba Sarda Comuna.
Così come fecero i baschi 40 anni fa, credo che sia fondamentale per la sopravvivenza della nostra lingua e della nostra cultura, mostrarci al mondo, e a noi stessi, come una cosa unica e solida. Così, ho deciso di scrivere ad alcuni amici di penna e di chiedergli aiuto con la traduzione al sardo.
Devo riconoscere che leggendo quelle poche righe (vedi più sotto) non mi sono per niente sentito privato della mia “galluresitá”, anzi, mi sono sentito orgogliosissimo delle mie origini e fiero di poter dimostrare al mondo basco che esiste una Sardegna che lavora per una unità linguistica e culturale forte e unica.
Adesso arriva la parte più difficile ma necessaria. Come è giusto e doveroso che sia arriva l’autocritica e una semplice domanda: Quando correremo noi sardi per la nostra lingua? Io spero che la nostra gente possa svegliarsi dal letargo linguistico nel quale giace.
Spero che un giorno, non lontano, ci renderemo conto della fortuna che abbiamo sotto gli occhi e che, come fanno i baschi, saremo capaci di correre 2000km in tutto il territorio sardo per far crescere la nostra lingua e la nostra cultura. La nostra limba ci sta scivolando fra le dita e noi siamo ancora bloccati sulle discussioni ataviche della variante del nord e quella del sud. Dobbiamo unirci e correre insieme per la nostra lingua, unica, bella, sarda.
“La korrika 20 ti parla e vuole parlare con te, Per farti conoscere l’euskara e per farlo usare. Alla fine dei conti sostenere una lingua è attuare a favore dell’insieme di tutte le lingue; A favore della cultura universale. Ti invitiamo alla festa per l’uguaglianza delle lingue. Per creare un mondo universale. Ti invitiamo a unirti, a partecipare, in euskera”.
Est de importu mannu e bella meda custa cosa chie ses faenno in Os Paisos Bascos. Custa paraula “Sa Korrica” no est chi tenet assimbigiu ch’in “Correu”, chi beniat muntìu s’omine chi che leaìada a pè (e de cursa), sa posta dae cantu su postale tragiau dae os caddos non podiat sichire ca non be teniat caminu, fintas as biddas. Mannoi miu dda fatu po unos cantos annos, alleco dae sos primos de su noichentos. A banna sos contos, custa cursa “sa Korrika”, non pensas ca est unu fatergiu dde podere istrochere e faere in Sardinna puru, sempere po sa Limba nostra?