Con la vendita della SBS di Arborea a Bonifiche Ferraresi la Regione incassa 9 milioni e mezzo di euro.

Con 9 milioni e mezzo si può pagare una giornata di sanità sarda, che costa oltre tre miliardi all’anno.

Questa si aggiunge a quella pagata con la vendita dell’aeroporto di Alghero agli italiani della F2i per nove milioni e seicentomila euro.
E quindi con questa siamo a due giornate pagate. Meglio due di niente, no?

Adesso stanno cercando disperatamente di vendere anche la storica azienda di Surigheddu, che a giugno Libe.r.u. occupò per portare la losca manovra all’attenzione dell’opinione pubblica.

Prezzo previsto, circa 12 milioni: più o meno il costo di un giorno e qualche ora di sanità.
E con Surigheddu andiamo a pagare tre giorni.

Bene, ne mancano appena 362 per coprire un anno e poi si ricomincia.

La Sardegna intera svenduta dalla giunta Pigliaru per racimolare qualche spicciolo che, assieme ai continui prestiti contratti con lo Stato, servono per pagare una sanità deforme, in cui mancano personale e persino le coperte ma si permette di pagare i manager d’importazione anche al di sopra della media italiana.

Quando la Lorenzin lo fece notare, qualche giorno fa, il delegato coloniale Pigliaru le rispose che “sbagliava” a criticare i super stipendi.

Non so dove crede di arrivare con questo atteggiamento strafottente, vivendo alla giornata con la svendita dell’argenteria di famiglia, ma una cosa è certa: prima che arrivasse lui la terra e l’aeroporto erano di proprietà del popolo sardo ed ora sono di proprietà di aziende italiane. E i soldi ricavati servono per pagare manager italiani.

Come presidente non è un granché, ma come delegato coloniale funziona a meraviglia.