Per gentile concessione del sito SardegnaSoprattutto.com e dell’autore pubblichiamo quest’anticipazione di un evento dell’estate 2017. Negli States li chiamano flashforward, da noi cosas de “istampu nieddu”.
Per fortuna era venerdì, cominciava la lunga sospensione ferragostana. A Cagliari faceva caldo, molto caldo. Quell’anno sul golfo del Leone dovevano aver montato una barriera. Il maestrale mancava dal 25 di giugno. La data la conoscevano tutti, perché è da quel giorno che si viveva dentro una cappa di umidità afosa.
I cagliaritani come sempre affollavano il Poetto, chi poteva era partito o risiedeva nelle case del litorale. Nella sede della presidenza regionale si era a ranghi ridotti, le ferie erano già cominciate. Però il presidente era lì, con i collaboratori definiva gli ultimi impegni prima delle vacanze.
Squillò il telefono.
« Presidente, ho in linea la segreteria del Presidente del Consiglio»
«Me la passi» nel contempo fece cenno ai suoi collaboratori di lasciare la stanza.
«Presidente Pigliàru, buon giorno»
«Pìgliaru, prego…» Rispose il presidente, rassegnato al fatto che dopo tanti anni nessuno oltre Tirreno azzeccasse una volta l’accento. La voce femminile all’altro capo del filo tradiva imbarazzo.
«Mi scusi ancora una volta presidente, è che i vostri accenti sono difficili per noi; mi scusi ancora, le passo il presidente» Una musichetta d’attesa per pochi secondi e poi:
«Francesco ciao, come va?»
«Va che siamo alle solite Matteo, mi avevi promesso più Canadair ed invece ce ne hai lasciato solo uno»
«Non ti preoccupare arriveranno anche gli altri, certo che se i pecorai abbandonassero il vizio di dar foco alle ^ampagne la sarebbe tutta più facile»
«Ancora con questa storia Matteo, e poi dove sono finiti tutti quei milioni che ci avevi promesso prima del referendum? Qui me li chiedono tutti ed io non so più che dire»
«Arriveranno France’ arriveranno, l’è che in questo momento abbiamo un po’ di difficoltà, le solite cose: i mercati, la situazione internazionale, e poi lo sai anche tu, Trump ha diminuito il suo impegno con la NATO; in Europa si è deciso di aumentare il budget per la difesa, dobbiamo raggiungere il 2% del PIL entro il 2020, non è facile, ma li avrete quei finanziamenti. Però dai, con la riforma costituzionale sei diventato senatore, non ti va bene?»
«Certo, però non mi sono dato da fare per il SI solo per questo, è perché nella riforma ci credo veramente, anche se non lo sono diventato di fatto per via dell’adeguamento dello statuto»
«È nostro interesse che la procedura costituzionale sia la più veloce possibile, però ti chiamavo per un motivo ben preciso, è correttezza istituzionale che tu sia il primo a saperlo, non vorrei che la notizia tu l’abbia ad apprendere da un lancio di agenzia o da un tweet di qualche gola profonda>.
Renzi si interruppe, poi misurando le parole: «Come saprai il comitato scientifico e la Sogin hanno scelto il sito per il Deposito Unico sulle scorie nucleari…»
«Cosa stai per dirmi…» Il presidente alzò il tono della voce, non era sua abitudine ma lo fece.
«Ti sto dicendo che per al Sardegna si presenta una opportunità unica, investimenti per miliardi di euro, un centro ricerca internazionale, un futuro non più legato solo ad una economia di pecorai»
«E dove vorreste farlo questo sito che ci farà diventare tutti ricchi?» Sibilò il presidente con una vena di sarcasmo:
«La Sogin ha scelto il sito di Òttana… »
«Ottàna..» replicò Pigliaru sempre più stizzito.
«Si certo Ottana, lontano dal fiume però, nella zona industriale, e poi un altro investimento consistente nel porto di Arbatax per il deposito provvisorio, una strada veloce che unisca l’Ògliastra al sito scelto. Ottana poi è a due passi da Màcomer, lì c’è l’esercito, è vicina a Nuòro dove possiamo mettere un altro distaccamento militare nelle vecchie caserme dell’artiglieria, il sito è strategico, dobbiamo militarizzarlo per forza. Però è una opportunità, ne converrai.»
Il presidente si vide nel bilico di un precipizio, il mondo che gli cadeva addosso. Mai avrebbe immaginato di trovarsi in una situazione simile, i suoi consiglieri avevano sempre minimizzato, anzi escluso che quel deposito si dovesse realizzare in Sardegna, una scelta antieconomica dicevano. Come aveva fatto a fidarsi di quel politico solo promesse ed accenti sbagliati?
Tossì, si riprese, e poi con tono duro:
«Matteo, fino a prova contraria siamo ancora una regione autonoma, le competenze sull’ambiente sono nostre. Aspettati una opposizione in tutte le sedi, questo lo devi sapere fin d’ora»
«Ma perderete» replicò sornione Renzi.
«Questo si vedrà!»
«Perderete, perché ti vorrei ricordare che con la riforma è entrata in vigore la clausola della supremazia che invalida ogni altra decisione, perché è in ballo l’interesse nazionale e poi è cambiato il contesto costituzionale, ciò che valeva prima del 4 di dicembre oggi non ha più senso. L’è tutta un’altra roba.»
«No Matteo! Non posso accettare una simile imposizione, già sopportiamo un carico senza pari di servitù militari ed ora ce ne imponi un’altra che durerà secoli!»
«Ma è una opportunità anche per voi, la devi vedere con questa ottica.» Rispose Renzi suadente
«In Sardegna scoppierà una rivolta, tu e il tuo partito non prenderete più un voto!»
«Dappertutto in Italia sarebbe così, ma voi siete solo il 2,6% del corpo elettorale, non sarà una gran perdita, e poi quando arriveranno i dindi, perché come dicono da noi: “ Senza dindi ‘un se lallera”, vedrai che ti faranno un monumento. Voi sardi siete in stato di bisogno e come tutti sensibili ai finanziamenti.»
«Ci sentiremo nelle sedi opportune.»
Francesco Pigliaru posò violentemente il telefono, chiamò i suoi collaboratori e raccontò di quel colloquio, concluse con: «Quando la notizia sarà pubblica, cercheremo di impugnare in tutte le sedi quel dictat, so anche che sarà molto difficile vincere, se non impossibile. Nel tempo vedremo come agire, cosa fare.»
«Ho fatto bene a votare NO. Te l’avevo detto che questa riforma sarebbe stata per noi una fregatura» interloquì uno dello staff.
«Forse sarà così, a suo tempo però sembrava utile per l’Italia e la Sardegna.» Replicò il presidente sempre più angosciato.
* È solo un raccontino fantapolitico di tardo autunno 2016, ma anche una possibilità reale se domenica 4 dicembre dovesse vincere il SI. Per correttezza bisogna aggiungere che anche oggi con la costituzione vigente, è possibile che la Sardegna venga scelta come sede del DUdSN. Ora però è più facile agire contro una decisione simile e bloccarla.
Mi scuso con il presidente Francesco Pigliaru se nel testo ho dovuto citarlo con il suo nome e cognome, ma usare uno pseudonimo sarebbe stato inutile, sarebbe stato riconosciuto comunque.
Non credo che questa distopia indurrà chi ha già deciso per il si a votare NO, però mi rivolgo agli incerti, non stiamo votando pro o contro Matteo Renzi, ma per bloccare una riforma che potrebbe produrre condizioni molto spiacevoli per noi.
Votare NO per i Sardi è l’unica scelta.
Accidenti a loro…io voto No..
Beh… l’ultima parola è e sarà sempre di Pigliaru… si va bene
la fantapolitica è spesso più reale e concreta della realtà fattuale. Se può servire ad aprirci meglio gli occhi e meglio ancora la testa meditate gente.
Anche se vincesse il NO il governo potrebbe imporre, ai sardi, lo stoccaggio delle scorie nucleari….quindi votare NO per questo motivo non servirebbe a nulla!
La fantapolitica potrebbe anche risultare vera, è la storia che ci deve portare a votare un NO convinto.
ricordate,CHE IN ITALIA NON VI è NIENTE DI PIù DEFINITIVO DEL PROVISORIO,,BISOGNA VOTARE NOOOOO!! oppure anche a decimoputzu o villasor faranno uscire fuori le centrali fotovoltaiche,,che a noi non servono,,,ma con la clausola di salvaguardia siamo fregati per sempre,,fate votare e votate no al buffone fiorentino
La clausola di supremazia riguarda solo le regioni a statuto ordinario e non tocca minimamente la Sardegna. Perfino la Südtiroler Volkspartei vota Sì.
E’ un racconto che non si discosta dalla realta’…
Per ora vigiliamo e intanto votiamo NO…
Attenzione…Non e’ pero’ detto che non faranno cio’ che vorranno??
Non mi fido.
Votando Sì, non si rischia affatto di avere le scorie nucleari in casa. é vero il contrrio: lasciando le cose come stanno, lo Stato potrà imporci molte cose. E comunque, se si vuol fare propaganda, la si faccia ben. Lasciate da parte le bufale.
Fantasiose eventuali telefonate tra i due presidenti a perte, onestamente penso che se dovesse vincere il no al referendum si dovrebbe dimettere anche il capo della nostra giunta regionale per tutto l’impegno profuso nella sua campagna per il si.
Altro che fantapolitica, è da un pò che lo sto dicendo e scrivendo perchè credo di essere capace di leggere il vento che tira. Guardiamoci la cartina della nazione Italia, lasciate perdere quella dell’isola che non si sa di chi sia, vale a dire la nostra, a dolu mannu. Puntualmente fanno vedere le zone già colpite da terremoto e quelle ad alto rischio. Disseminate il tutta la penisola, da nord a sud. Il sandalo in mezzo al mare? Illibato, antico più di tutti gli altri, a prova di tutto. Provate a dire che non è vero e provate a dire che non le volete, le scorie. Dove le volete mandare visto che devono essere protette, altamente protette, se non nei luoghi più protetti dalla natura. Volete forse infierire su quei disgraziati che stanno piangendo morti e rovine? Ma ce l’avete il coraggio per farlo? Anche quello ci frega. Non ce l’abbiamo ca semus de bonu coro. Apriteli gli occhi una volta per tutte, la morfologia del terreno ci bacia da una parte e ci maledice dall’altra, quindi ABBIAMO PERSO IN PARTENZA E NON DA OGGI. Mi infastidisce che NESSUNO di quelli che erano limitrofi ai bastardi venuti dall’Italia a dire coglionerie, nel merito, non gli abbia sputato in faccia lo sdegno di un’isola. NESSUNO. Ci siamo spiegati? Eppure sono andati via aggiustandosi i ciuffi per diventare carini dicendo VEDREMO e nessuno dei limitrofi si è accorto di quello che si voleva dire. Punto due. Chi ha fatto il danno ambientale ad Ottana è stato di recente condannato a fare bonifiche. Possibile che a nessuno sia venuto il minimo dubbio? Ricadute lavorative sui lavoratori disoccupati. Bene, anzi benissimo. Ma perchè proprio ora? Referendum? Forse… E invece, quella storia possibile e impossibile definita “cosas de istampu nieddu” hao una chiave di lettura abbastanza semplice, cava l’occhio sano al cieco ad un occhio. La bonificano per metterci altro, quell’altro che non è possibile mettere altrove. Ottana equidistante da tutto, Ottana che ha già dimostrato di essere quello che è (e per Ottana si intende la classe politica nazionale e locale del tempo) accettando di credere alle industrie destinate a fallire, Ottana che le leggende metropolitane di un tempo vorrebbero abbia rifiutato di diventare la Disneyland al posto di Parigi perchè “non eravamo paperini”, Per questi e per altri mille motivi Ottana diventerà esattamente quello: deposito delle scorie… E NESSUNO AVRA’ POSSIBILITA’ DI FARE QUALCOSA perchè, ESSENDO PUSILLANIMI E VIGLIACCHI DA SEMPRE, il 4 di dicembre diremo di NO e voteremo di SI. E’ di oggi il contratto degli statali con arretrati, ennesimo gioco delle tre carte “a orologeria”.. Altro che sogni ad occhi aperti, quelli che verranno saranno incubi a occhi chiusi. Quello che offende maggiormente non è il fatto di sapere che siamo quello che siamo, ma il fatto che GLI ALTRI sanno perfettamente di poter fare quello che vogliono perchè QUELLI CHE MANDIAMO PER TUTELARE I NOSTRI DIRITTI NON VALGONO IN CAZZO, e non è solo questione di oggi… ma noi ne siamo i degni compari… .
Vinca SI o vinca NO sempere andande SES e ses andande a votare dae italianu.
No adaessere mentzus dde no andare? Assumancu tenimos su vantu dde li narres non tenes cunsensu piga is peis e baidindi. ASTENSIONE per i Sardi è l’unica scelta SICURA pro narres ki Sardigna NO ESTE italia.
Sempre più ridicolo muroni cosa non si fa per una poltrona in consiglio regionale… ancora con questa storia delle scorie? Quando mai la competenza è stata delle regioni? E cosa ha cambiato questo referendum? Che pena!
Mai desiderato avere una poltrona in consiglio regionale .. e per la storia delle scorie c’è sempre purtroppo “un ancora”.. Mi rallegra che la pena sia per le idee degli altri non condivise e non per le scorie che arriveranno.. Complimenti per la conoscenza delle leggi che escludono le regioni dal poter esprimere propri pareri. Certo che “lì in alto” si respira un’aria più pura non come quella che respiriamo noialtri che, almeno nel mio caso, osiamo pensare alla ghigno di fenicottero e non ambire a poltrone regionali. Siamo già arrivati al dopo 4 dicembre.. e c’è chi gioisce..
Una storia che arriva dal futuro? Ma che stupidaggini sono? Mamma mia, ve le inventate tutte per fare propaganda per il no! #iovotosi ancora più convintamente!
Chissà perché stanno aspettando tanto a svelare dove scaricheranno le scorie nucleari, e lo faranno solo quando avremo già votato.
Per me l’ipotesi è realistica. Comunque ritengo un grande errore pensare a un deposito unico di scorie nucleari.
Bravo Max, tu vota SI, continua a dire mamma mia, e a nasconderti dietro un nome che non è nome. Sai come li considero quelli come te che partecipano a un dibattito e non si dichiarano, che non fanno sapere chi sono? VIGLIACCHI! Come vedi il mio indirizzo lo puoi leggere. Almeno, per sembrare una persona seria, leggi, fatti le tue seghe mentali in privato, e rispetta un religioso silenzio. Per parte mia DOBBIDA per la scelta convinta che stai facendo. Poi, a scorie, avvenute, ne riparliamo. e quel giorno ti dirò pure altro.
A parte il discorso scorie ( che può, più o meno, convincere), a mio avviso, è basilare votare NO.
Per non essere irrimediabilmente estromessi dalle decisioni future