Non è stato il bel Cagliari dello scorso anno, né quello bello e impossibile di inizio stagione al Sant’Elia.
Eppure già come col Palermo i rossoblù magari non hanno convinto ma hanno vinto. Come le vere squadre, quando sono in difficoltà, sanno fare.
I tre punti con l’Udinese riportano a 12 le lunghezze di vantaggio sulla zona-salvezza: mai successo nell’ultimo decennio, a girone d’andata non ancora concluso.
E allora occorre accontentarsi e chiudere gli occhi? Sarebbe un grosso guaio. C’è più di qualcosa che non va. Agli infortuni di uomini chiave, che riducono le scelte a disposizione di Rastelli, si possono intravvedere problemi di gioco, di personalità, di condizione fisica.
Sono questioni innegabili e pure dobbiamo sforzarci di chiedervi: sono un problema o un’occasione? Se una squadra che da un mese e mezzo è in evidente difficoltà, da neopromossa, riesce comunque a essere nella parte sinistra della classifica, forse significa che può solo crescere.
C’è il tempo per recuperare gli infortunati, far crescere gioco, personalità e conduzione fisica. Forse il domani potrà essere ancora più bello.
L’importante è non accontentarsi e non nascondere le difficoltà. Ma, per favore, niente ridicoli processi.
A mio parere il Cagliari può crescere.
Certo paga l’età avanzata di alcuni giocatori di qualità, che si annebbiano periodicamente, e paga anche la non eccellente qualità di alcuni giovani giocatori.
Ma quale squadra in serie A, tolte le regine del campionato, non ha problemi?
Comunque, ciò che mi preoccupa di più è la vulnerabilità difensiva legata, principalmente, a momenti di minor filtro del centrocampo, soprattutto sulle fasce.
Mentre le note positive sono Sau, Padoin, Isla e Barella.
Speriamo Joao Pedro recuperi presto e bene.
Condivido la sua linea di pensiero ma nella sua analisi vi è una frase che mi preoccupa ed è la seguente :”far crescere gioco”.
Sia l’anno scorso in B che quest’anno in A ancora non ho capito quale sia il gioco del Cagliari.
Personalmente non ho fiducia in Rastelli, non mi sembra un allenatore “pronto”.
Diverse partite dei rossoblu sono state vinte per pura casualità ed un pizzico di fortuna, non darei un grande merito alla strategia del suo tecnico. Sono convinto,ma ovviamente non vi è la controprova, che seppur in emergenza tra infortunati e squalificati con un altro allenatore più “navigato” avremmo fatto meglio.
Tutto ciò non mi impedisce certo di augurare al mister le migliori fortune.
Non si vedono giocatori mordere l’erba. Non si vedono idee di gioco. Anche domenica, senza l’episodio del rigore che ha spostato l’ago della bilancia, la partita si stava mettendo male. I troppi goals subito e la non reazione al primo cazzotto ricevuto depongono a favore di una impressione negativa. Manca il motivatore. Mi spiace per Rastelli, ma anche l’anno scorso, se ricordate, c’è stato un momento del girone di ritorno che stavamo cominciando a temere un crollo clamoroso. Per me l’uomo è fortunato, non è un allenatore capace di dare un’impronta all’organico di cui dispone, che non è un organico scadente. Fossi Giulini comincerei a non tenere il collo rigido. Mi guarderei intorno. Di punti ce ne vogliono ancora tanti, occhio alla penna!