Durante la visita di Renzi a Sassari mi sono trovato per caso nei pressi di Corso Angioy e ho notato il dispiegamento di forze per controllare il passaggio delle auto del Premier diretto al teatro Verdi.
Mentre osservavo la scena mi è balzata agli occhi la striscia viola della pista ciclabile e ho pensato: “Ma il viola non è il colore della Fiorentina, squadra del cuore di Renzi?”
Allora ho immaginato che potesse accadere anche questo che sto per raccontarvi: mentre Renzi osservava dall’auto il bel viale alberato, improvvisamente, ha un sussulto e chiede all’autista di fermare immediatamente la macchina, sotto lo sguardo preoccupato delle guardie del corpo.
Il Premier scende dalla macchina ed osserva per un istante lo striscione viola della pista ciclabile; poi, con un sorriso un po’ sardonico, risiede in macchina e continua il suo percorso verso il teatro Verdi, dove lo attendevano da più di tre ore gli ormai stanchi presidenti, sindaci e portaborse.
Si vedeva che Renzi era teso durante la cerimonia e per tutto il discorso era apparso pensieroso. Dopo la relazione, il Premier si avvicina al Presidente della Regione, Pigliaru, e gli sussurra all’orecchio: «Francesco, ma non mi avevi detto che non c’era niente da inaugurare nel raggio di 200 chilometri?».
E Pigliaru gli risponde: «Certo! Quel tratto di strada Sassari-Olbia lo ha già inaugurato il Ministro Del Rio pochi mesi fa e, più in la, c’è il terzo lotto che non è ancora partito per via di quella famosa gallina prataiola che ha nidificato lungo il percorso».
Ma Renzi, con il sorrisetto a metà insiste: «Ah bischero! Tu mi stai nascondendo qualcosa; guarda che a me certi colori non sfuggono».
Pigliaru, impallidito poiché non sapeva a cosa si stesse riferendo, gli dice: «Guarda che tutto quello che ti hanno detto su di me è opera solo di invidiosi».
«Ma no…» Replica Renzi. «Mi stavo riferendo al colore della pista ciclabile di Sassari. Immagina che figura farei sui giornali, alla notizia “Renzi inaugura la pista ciclabile di Sassari con i colori della sua Firenze”».
Renzi non aveva fatto in tempo a concludere la frase che Pigliaru, risollevato dal timore di quella mezza frase di Renzi, si era già precipitato verso Nicola Sanna, Sindaco di Sassari. «Nico’, Nico’, mi che Renzi vuole inaugurare la pista ciclabile di Sassari, immagina che successo che faresti insieme a lui».
«Cumenti?» Si lascia scappare in sassarese il Sindaco. E segue: «Non si ni fabidda nimmancu! La pista non la faccio inaugurare neppure al Papa».
Renzi, che da lontano aveva visto gesticolare animatamente i due, si avvicina al Sindaco e gli dice: «Nicola caro, Francesco mi ha detto che potrei inaugurare la pista ciclabile che stai ultimando. Pensa che quando l’ho vista con quel colore mi si è aperto il cuore e ho pensato che anche qui a Sassari la mia Fiorentina è amata».
Ma, mentre il Premier parlava, Nicola Sanna scuoteva la testa in segno di disapprovazione; sotto lo sguardo contrariato di Francesco Pigliaru per quell’atteggiamento irrispettoso nei confronti del Primo Ministro dello Stato.
A un certo punto, interrompendo la chiacchera fiume di Renzi, Nicola Sanna prende la parola: «Innanzitutto, mi dispiace contraddirti, ma qui a Sassari amiamo più lo “zimino” della “fiorentina”; poi, vabbe’ che ci hai fatto fare una figuraccia con la Ryanair, e passa anche l’accordo con la Francia per portarci via un pezzo del mare Turritano, e facciamo finta di non vedere questa pagliacciata del “Patto per la Sardegna” e tutto il resto che non sto qui a dire, ma la pista ciclabile no!».
«Ma Nicola, calmati, calmati» ripeteva Pigliaru «In fondo è solo una pista ciclabile, manco fosse…».
A quel punto, Nicola Sanna girava di spalle e farfugliando ripeteva: «Ho aspettato una vita questo momento, da quando “pitzinnu bizoni”, trascinavo la bicicletta in via Turritana perché non ce la facevo a pedalare in salita, per scendere poi a rotta di collo verso Porta Sant’Antonio. E ora questo “acudiddu” di Firenze mi vuole fare perdere il gusto di raccontare questa storia ai ciclisti che parteciperanno all’inaugurazione. Ma non se ne parla neanche…».
Nicola Sanna, a un certo punto, non contento, si volta verso Renzi e con gesto repentino gli fa la mossa dell’ombrello con il braccio, accompagnandolo con un “Te!”.
Poi, non bastandogli, gli fa le fiche dicendo in sassarese: «Bufa chi t’esci la rosa». E abbandona la sala lasciando Pigliaru e Renzi a bocca aperta.
A un certo punto imbocco via Arcivescovado e mi ritrovo nella realtà sassarese. Qui sfuma dalla mia mente il colore viola della pista ciclabile, nonché la fiaba che ne era seguita, e l’iride si colora di giallo del tufo che esce dall’intonaco rovinato delle case decrepite della città vecchia.
Vedendo quel degrado, l’incanto della fiaba del Sindaco di Sassari che riesce a dire di no a Renzi si materializza nella mia testa. E se davvero il Sindaco di Sassari avesse detto a Renzi quel che pensa del “Patto per la Sardegna”, della cessione alla Francia del mare Turritano, del fallimento della politica dei trasporti, e di tutto quello che non va?
Rifletto per un attimo e dico fra me e me: allora forse non avrei visto il colore giallo dell’intonaco rovinato delle case decrepite della città vecchia.
Renzi non è Primo Ministro. Nel nostro ordinamento lui è Presidente del Consuglio dei Ministri e l’uso di Premier è fatto in maniera erronea, cosa inculcata poco alla volta dai media che ora chiamano sua moglie First Lady, quasi fosse la moglie Srl Presidente della Repubblica!!! Ha venduto ai Francesi il mare più pescoso più pescosi e sta inviando immigrati senza un futuro!