Come promesso, questo è uno spazio aperto.
E allora è un piacere raccogliere la sollecitazione che arriva da Andrea Maccis, attivista che si è messo in testa un obiettivo non da poco: far ottenere alla Sardegna il dominio internet .srd.
Mi sembra di sentirli, i benaltristi in servizio permanente effettivo: “Con tutti i problemi che ha la nostra Isola, perdiamo tempo a fare queste battaglie?”.
Io credo, invece, che molti problemi della Sardegna inizierebbero a risolversi se non considerassimo le questioni di principio legate all’identità come questioni di serie B.
Altre zone d’Europa hanno acquisito i loro domini di primo livello (Catalogna .cat, Paesi Baschi .eus, Bretagna .bzh, Corsica .corsica, Frisia .frl) riuscendo a dare un impulso importante (verso l’interno e verso l’esterno) relativo alle loro particolarità culturali, linguistiche, geografiche, economiche e mostrandosi come una “comunità di interessi”, facendo anche discreti numeri.
La Sardegna è invece rimasta al palo.
“E’ chiaro che non si tratta di una iniziativa “contro” qualcosa (contro l’Italia o il .it ad esempio) ma solo della valorizzazione delle nostre particolarità (economiche, linguistiche, culturali, geografiche): vogliamo offrire alla Rete un tocco di sardità e al mondo un nuovo nome da chiamare nell’elenco telefonico di Internet – scrive Andrea Maccis – un modo per permettere all’Isola di giocare nella Serie A del web. Pensi al suo blog, non avrebbe preferito scegliere il dominio anthonymuroni.srd, magari da affiancare ad anthonymuroni.it?”.
Eccome se lo avrei voluto.
In campo c’è una petizione lanciata su change.org (www.change.org/p/srd-puntusrd-un-dominio-per-la-sardegna-unu-domìniu-po-sa-sardìnnia-a-domain-for-sardinia) indirizzata all’ICANN, l’autorità che gestisce i domini web.
Occorre dunque mobilitarsi per pubblicizzare la campagna, aumentando il consenso e invogliando la Regione a fare propria la battaglia.