Domani è l’otto marzo, da sempre non festeggio questo giorno di memoria al femminile.

Questione di cellule, di connessioni mancate, di definite differenze gametiche, di isolate ricorrenze da calendario liturgico che non amo scrivere in rosso.

Quest’anno farò un eccezione che ritengo meritata. Solo 4 giorni fa si son chiuse le elezioni politiche del 2018.

Per alcuni, i vincitori, si festeggia la nascita della terza repubblica (cosi la chiamano), quella del popolo.

Per me invece, si è scritta una pagina importante nella storia moderna della politica Sarda: la nascita di un nuovo soggetto politico chiamato Autoderminazione.

Il prologo di un’epopea che coinvolgerà tutti i Sardi, uomini e donne prima o poi. Un’autentica avventura, costruita con orgoglio e determinazione dagli uomini e dalle donne della Sardegna.

Un’avventura che diventa storia attuale e della quale si è appena scritto il primo capitolo. In tanti ancora non hanno avuto l’opportunità di leggerlo, molti non lo hanno capito ancora, altri lo hanno snobbato come un rotocalco di scadente qualità: sbagliando!

Una storia appassionante invece, fatta da uomini e donne, generosi e determinati i cui sogni di autonomia non si sono mai sopiti. A queste donne dedico la mia festa dell’8 marzo.

Al loro coraggio, alla forza e sensibilità, all’impegno profuso nell’affrontare un’impresa non certo facile, spesso osteggiata e poco credibile per molti e che invece è servita a svegliare le coscienze intorpidite dalla millantata e spavalda politica a cui in questi ultimi anni ci siamo abituati.

Uomini e donne di Sardegna, ma mi si perdoni se questo pezzo lo dedico solo alle donne: 11 esattamente e, come ho già detto in un’altra occasione, mai tante donne insieme, ne in Sardegna ne altrove si sono ritrovate in un unico gruppo politico.

C’è voglia di cambiamento anche solo in quest’azione, non dettata da una legge di “quote” o da vincoli coercitivi imposti dall’alto, come specchietti per allodole addomesticabili e per urgenze promozionali.

Questa è una scelta che viene dal basso, una questione di rispetto antico per le donne, cosi importanti e necessarie nella nostra società arcaica e gli uomini che con esse hanno deciso di percorrere questo sentiero, lo sapevano bene e lo hanno semplicemente rispettato e messo in atto.

C’è voglia e necessità di cambiamento e si è visto subito, nel coinvolgimento delle compagne di viaggio e nel rispetto equo, solidale e sincero a garanzia di un valore aggiunto importante. C’ è voglia di cambiamento in questo progetto politico che coinvolge, adesso e in futuro la nostra terra e che chiama a raccolta tutti i Sardi, liberi da preconcetti insidiosi e fuorvianti.

C’è voglia di cambiamento e lo si intuisce dal fatto che mai prima d’ora, 8 movimenti politici si sono messi tutti insieme sotto un unico segno, nel tentativo di restituire dignità ed etica al populismo imperante di una politica costruita sui bisogni di pochi.

Misurata con il metro dell’arroganza e del dispotismo, tronfia e autocelebrativa pur mancando i meriti. C’è voglia di cambiamento e rimane oltre la data del 4 marzo, a dispetto di chi ha criticato una nascita troppo rapida e poco credibile, snellendo al minimo (quasi nulla) le notizie sul suo possibile sviluppo.

C’è voglia di cambiamento, perchè le donne di questo gruppo, hanno appoggiato incondizionatamente una nuova idea, portandola nelle case, come ampolle d’acqua fontanile, sulle loro teste e sulle loro spalle.

Detentrici di saggezza arcaica, da tramandare ai figli e alla società attraverso antiche regole morali impresse nel DNA da tempo immemore, riportandola alla luce come piccole Dee Madri per restituire a noi tutto il rispetto che meritiamo come popolo.

A queste donne di Autoderminazione, Sas Carrabusas, come amano chiamarsi dal logo che ne identifica il gruppo, c’è da augurare che portino avanti questo percorso. Iniziato a piccoli passi, disseminato di piccoli inciampi e reso difficile dal respiro sul collo da parte di chi non ha creduto percorribile questo tratto di strada che, invece è stato tracciato in modo chiaro e indelebile.

A dainnantis semper, perchè è vero che i sogni a volte rimangono irrealizzati ma, è anche vero che la storia è costruita sui sogni degli uomini e delle donne coraggiose e che sono i sogni poi a fare la realtà.