In Sardegna, purtroppo, la “lobby” dei sindaci, degli agricoltori e degli allevatori non è potente come quella dei petrolieri. Neppure durante gravi situazioni di emergenza che si protraggono da decenni, come l’emergenza idrica.

Mentre la gran parte della Sardegna è stretta nella morsa della siccità che, dai campi e dagli allevamenti presto aggredirà anche le case (Abbanoa parla di zone che «soffrono di una tale carenza d’acqua che presto ci costringerà a procedere con i razionamenti»; mentre sindaci e ANCI chiedono lo Stato di Calamità), la Regione Sardegna accellera sulla realizzazione del GASDOTTO. Un’opera inutile che sventrerà l’Isola, compromettendone per sempre il futuro energetico.

A nulla valgono gli appelli dei nostri pastori, gli avvertimenti di ABBANOA ne le ripetute denunce degli imprenditori agricoli, dei comuni e delle associazioni come il Gruppo di Intervento Giuridico, che sollecitano tutti interventi concreti, tempestivi e risolutivi.

Pare che la follia si sia impadronita dell’attuale amministrazione regionale.

Follia che non si arresta nemmeno dinnazi alla disperazione degli allevatori ed al rischio concreto di una nuova terribile stagione di crisi idrica, la più grave dopo quella, che tutti ben ricordiamo, del periodo 1998-2000. « La Sardegna – avverte ABBANOA – non dispone di risorse potabili naturali in quantità sufficiente per soddisfare il fabbisogno e potabilizza circa l’85 per cento dell’acqua immessa in rete».

Ma la cosa più assurda è che in Sardegna la crisi idrica non dipende dalle piogge! Il vero motivo è la disastrosa condizione della nostra rete idrica colabrodo e l’inesistenza di connessioni fra gli invasi. Nel 2014 – ma la situazione non è cambiata neppure nel 2017 – quasi il 60% dell’acqua messa in rete da Abbanoa è andata perduta.

Occorre dunque concentrarsi urgentemente su importanti investimenti, necessari per sostenere interventi infrastrutturali tempestivi e efficaci, diretti a risolvere, definitivamente, un problema gravissimo che in Sardegna si trascina da troppo tempo.

Ma questa Giunta regionale, nelle mani del governo italiano e, quindi, delle lobby, soprattutto energetiche, accellera i tempi sul gasdotto!

A fronte dei 30 milioni di spiccioli promessi recentemente per “l’infrastrutturazione idrica delle campagne di tutta la Sardegna” (rispetto ai 285,8 milioni, promessi per il sistema idrico dall’amico Renzi con il cosiddetto “Patto per la Sardegna”), la Regione si appresta a impegnarci tutti per un miliardo e 578 milioni di euro* da spendere per un GASDOTTO.

Dalle nostre tasche, finanzieremo la distruzione del nostro territorio durante molti anni, per trasportare una risorsa energetica superata e inquinante che non si sa bene se e sino a quando giungerà nell’Isola. Intanto le nostre risorse energetiche: il sole, il vento e il mare, vengono abbandonate nelle mani della mafia.

E intanto in Sardegna si patirà la sete e la disperazione.

(*Comitato ProSardegnaNoGasdotto)