Ricevo e volentieri pubblico il comunicato sullo sciopero dei dipendenti Forestas, in programma per giovedì.
Lo sciopero del primo giugno 2017 sarà il primo in assoluto, proclamato da quando esiste l’Agenzia Forestas.

Nasce da una decisione sofferta e consapevole, dopo mesi di attesa, non ulteriormente rimandabile, su pressante richiesta degli iscritti.
Ha dovuto muoversi il sindacato autonomo più giovane tra quelli rappresentativi dei lavoratori di Forestas, ma questo sciopero sta raccogliendo ampi apprezzamenti da un inaspettato numero di lavoratori, impiegati ed operai anche iscritti ad altre sigle non aderenti allo sciopero.

La vera notizia non è tuttavia quella che vede i lavoratori impegnati nella lotta attiva agli incendi scioperare proprio nel primo giorno “ufficiale” di campagna AIB, con tutto quel che ne deriva in termini di stress organizzativo e gestionale per la macchina della Protezione Civile. Ci sono altre considerazioni più importanti:

Ma la prima notizia “vera” è che questo sciopero non chiede “soldi” ma “diritti”, non pretende “privilegi” ma solo “un contratto applicabile” che vada incontro alle esigenze tanto dei lavoratori quanto del datore di lavoro (la Regione Sardegna).

Insomma, i lavoratori chiedono semplicementeun’Agenzia Regionale che funzioni bene. Il costo per le casse regionali, ormai è noto, sarà quasi nullo come si sono affrettati ad ammettere (taluni con un anno di colpevole ritardo) anche illustri esponenti politici che avevano trascurato tutto ciò durante la discussione in Aula della Legge Forestale (L.R. 8 del 27.4.2016).

L’aspetto dell’anomalo inquadramento del personale di Forestas è salito alla ribalta dopo 13 mesi di problemi gestionali che hanno quasi ridotto allo stallo le attività della neonata Agenzia, alle prese con problemi di bilancio, di personale (con INPS e con le varie Casse Previdenziali) e con le più note criticità legate alla non prorogabilità del mansionamento superiore che da “eccezione” si era trasformato in “regola” per consentire lo svolgimento dell’ordinaria attività nei cantieri.

Con questo sciopero chiede quindi di mettere in sicurezza il lavoro ed i lavoratori della più grande Agenzia regionale, permettendo alla dirigenza di farli lavorare nel totale rispetto delle norme sul pubblico impiego, permettendo alla Regione una buona gestione e valorizzazione di ogni figura professionale di Forestas, nei vari settori strategici quali la gestione forestale e naturalistica dei boschi, la PROTEZIONE CIVILE e l’antincendio, ma anche (e soprattutto) l’OPERATIVITÀ A FIANCO DEI COMUNI per la pulizia degli alvei fluviali e delle strade, per il controllo della PESTE SUINA e per la cura degli ENDEMISMI FLORO- FAUNISTICI, nella gestione della RETE ESCURSIONISTICA DELLA SARDEGNA, per la valorizzazione e la tutela del PAESAGGIO, per lo sviluppo SOSTENIBILE del TERRITORI INTERNI, per l’EDUCAZIONE AMBIENTALE in centinaia di scuole ogni anno;
*   la SECONDA notizia “clamorosa” è che questo sciopero mette in crisi il sistema della rappresentanza sindacale figlio delle politiche degli anni ’80 e ’90 – quando si preferì mantenere un contratto “privatistico” con numerosi istituti “convenienti” (tanto ai lavoratori quanto alle rappresentanze sindacali, per il surplus di ore e distacchi previsti per decine di migliaia di ore oltre i limiti) ma non consoni al “pubblico impiego”. Tutto andò liscio sinché non giunse il tempo delle ristrettezze economiche: ma la politica regionale si accorge solo a scoppio ritardato che l’Ente Foreste era inserito sin dal 2000 nel Conto Economico dello Stato Italiano, ed in quanto tale, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE a tutti gli effetti.

Devastanti gli effetti delle varie Leggi Finanziarie tese al controllo della Spesa: blocco dei rinnovi contrattuali (mentre il contratto “privatistico” continuava ad esser rinnovato, la Regione dovette bloccare gli stipendi e richiedere indietro ai seimila lavoratori forestali milioni di €uro corrisposti “distrattamente” sino al 2011) poi il blocco del turn-over, che ha impedito (com’era ovvio) la stabilizzazione di migliaia di operai, poi la mancata crescita (progressioni) professionale ed il mancato ringiovanimento dei ranghi e delle competenze nella struttura tecnico-amministrativa che guidava ciò che ora è stato ri-denominato “Forestas”;

*   la TERZA notizia “clamorosa” è che questo sciopero rappresenta la versione “forestale” del caso Alitalia, con migliaia di lavoratori che firmano per sconfessare quanto, a loro nome, veniva rappresentato poco più di un anno fa dalle organizzazioni confederali nelle Aule del Consiglio Regionale, dove si sosteneva la conservazione del “recinto contrattuale” rappresentato dal CCNL dei lavoratori agricoli- forestali de settore privato: al di là delle battaglie per rivendicare l’applicazione degli aumenti contrattuali non corrisposti e dovuti (dal venir meno del blocco stabilito dalla Legge Brunetta in poi, tutti i Sindacati e molti lavoratori si sono già mossi con apposite cause in tribunale) che non faranno altro che aumentare, per la Sardegna, il costo di questo comparto “disgiunto” da ciò che la Legge Regionale 24/2014 chiama “Sistema Regione”.

SI è SCELTO PER TROPPO TEMPO DI NON risolvere la situazione, si sono volutamente evitate le soluzioni strutturali (contratto da pubblico impiego) per preservare i soliti “privilegi” sindacali e politici. Ora, per chiudere il problema prima che esploda, basterebbe applicare il Contratto Regionale anche a questa “agenzia regionale” come si fa per le numerose altre agenzie (Agris, Laore, Argea, Aspal…) prevedere una norma che riqualifichi il personale e che tenga conto di quanto fatto finora dai singoli dipendenti che non hanno certo estorto il mansionamento, ma l’hanno svolta per decenni dietro assegnazione; consentire a tutti di migliorare con meritocrazia dopo anni di servizio.

* Quindi questo sciopero è proclamato per ottenere una soluzione unica per tutti i problemi citati: si riporti in aula la Legge Forestale, si inseriscano i Dipendenti di Forestas nel Sistema Regione, dove operano già da sedici anni.

Giovanni Falcone diceva: “Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando c’è da rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare […]”

Diciamo dunque che il primo giugno i lavoratori di Forestas smetteranno di lamentarsi, si rimboccheranno le maniche, incroceranno le braccia, offriranno soluzioni percorribili e chiederanno alla politica di pagare il prezzo di tutti i suoi errori, nella speranza che non siano ancora una volta i Sardi a dover subire i disservizi causati dalle cattive scelte.

I Segretari Territoriali (e dipendenti FoReSTAS)
Francesco Perra, Filippo Murtas, Sonia Busia, Marcello Porcu, Giovanni Filigheddu
, Alessio Saba, Gianluca Cinus