Nel mio mondo ideale i 27 parlamentari eletti in Sardegna (soprattutto i 9 senatori) in occasione del voto di fiducia che tra stasera e domani il governo Gentiloni incasserà nei due rami del Parlamento sarebbero fedeli alla nostra Isola e non ai partiti che li hanno portati a Roma.
Nel mio mondo ideale – soprattutto al Senato, ripeto, dove quei 9 voti saranno determinanti – la fiducia sarebbe condizionata al riconoscimento dell’insularità e a un definitivo intervento dello Stato in materia di continuità territoriale e specificità linguistica.
Invece ho l’impressione che, come al solito, prevarrà lo spirito di parte e la priorità sarà quella di assicurarsi la ricandidatura.
Povera Sardegna.
P.s.
in 68 anni il Parlamento non ha ancora riconosciuto il nostro status di isola, con tutto quel che ne consegue, specie dopo le oramai non recenti determinazioni del Parlamento Europeo in materia.
Approvando la mozione Cicu-Giuffruda, infatti, l’assemblea continentale ha fornito al Parlamento italiano e alle assemblee regionali lo strumento per superare l’attuale regime, quello che vieta misure ad hoc per la nostra terra in deroga alla “libera concorrenza”, che aprono prospettive interessanti nel campo dell’energia e dei trasporti.
Settori nei quali la condizione di insularità pone la Sardegna in condizione di svantaggio oggettivo rispetto al resto della Repubblica.
Peccato che quel mondo ideale non coincida, a dire il vero non è mai coinciso ( a parte, forse, il breve periodo del P d’Az. di Mario Melis in Parlamento) , con il mondo reale isolano.
E’ storia vecchia. I parlamentari e senatori delle altre Regioni, hanno sempre fatto gli interessi dei loro collegi, a prescindere dal partuto in cui militavano. Credo E. Lussu, denunciasse questa “anomalìa”, già allora; I sardi, appena il partito schioccava le dita, allineati e coperti con buona pace dei loro elettori.
come poi si concilia il riconoscimento dello stato di insularità con la continuità territoriale che tante risorse ha dilapidato in questi anni perchè i sardi potessero volare?
NO SI CALZAN’ DUAS ISCALPAS CUN SU MATESSI PE’ ……….. E MI DAT S’IMPRESSIONE CHI NO SI NDE TRAET RAGAS …………. gira gira semus semper’ faghind’abba!!!!! SALUDOS!!!!!!
Perfettamente d’accordo, ma non la vedrei come provocazione ma uno stimolo a fare politica in modo coraggioso. In politica manca il coraggio, non dico essere eroi, ma avere il coraggio di fare la cosa giusta per le persone che gli hanno dato il voto per essere degnamente rappresentati.
Quello che frega, e ha sempre fregato, i nostri politici è la loro onestà presunta e di facciata. Due Presidenti della Repubblica, entrambi dichiararono, come era giusto che fosse, che sarebbero diventati i “Presidenti di tutti gli italiani”. Peccato che la cortesia non sia stata imitata anche dagli altri. Giusto due esempi altisonanti. E’ derivato qualcosa dal loro essere Presidenti alla nostra isola. Si, va bè, è una carica pressochè onorifica, però qualche parolina ben detta, a suo tempo, anche a livello di scambio di cortesia, forse qualche briciola in più si sarebbe dovuta vedere. Niente di niente. Ordine di scuderia e bastat gai! Nelle navi di linea è stata eliminata la vergognosa scaletta della fila indiana per salire, oggi si entra dalla pancia, ma solo quello, per il resto niente. Ma quale autonomia, ma quale statuto speciale. Puniti e bagnati, allineati e coperti, questo sono i nostri politici, e non mi vengano a dire che queste parole appartengono al populismo perchè mi incazzo di brutto
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Ho ascoltato con interesse ciò che dicevi ,caro Antony , ma , i sottotitoli chi gli ha scritti ?? Se io fossi sordo e volessi informarmi leggendo i sottotitoli non ci capirei un bel niente !!
Quali sottotoli?
Deo so annos chi so nende chi sos sardos votados a su Parlamentu italianu ( camera e senadu) teven faghere unu Gruppu unicu, a un’ala e a s’attera,numenadu “sardos umpare” e gherrare po chi si riconnoscat sa Sardigna un’isola e tando ponner a postu energia,trasportos internos (puite no pensare a sas lineas doppias po sos trenos ?) e po sos cullegamentos de fora,in sas iscolas postu po cultura e limba sarda una fitta de postos de trabagliu lassada po sos sardos in d’onzi tipu de trabagliu matessi,e gai sighinde cun s’agricoltura,pastores e massajos e atteru.