(Pro lèghere s’artìculu in sardu pùnghere subra sa bandera in artu)
Novantasette milioni di euro in arrivo per il comparto ovicaprino. Ma non è tutto oro quello che luccica. Nello specifico, a seguito dell’incontro svoltosi oggi tra il Ministro Martina e una delegazione di consiglieri regionali convocato per affrontare la crisi del comparto ovicaprino, il Ministro si è impegnato a erogare alla Sardegna, entro il mese di febbraio, quasi 100 milioni ripartiti in tre diversi interventi. Posto che restano dubbi sulla tempistica assicurata dal Ministro, le misure illustrate da Martina mettono in luce limiti generali e disparità di trattamento.
Una delle misure maggiormente attese era quella che prevede gli acquisti di formaggi per gli indigenti. Ebbene, il bando Agea dovrebbe uscire entro febbraio ma al pecorino romano verranno riservati soltanto 4 milioni. Una cifra che evidenzia l’intento di favorire il grana padano a discapito del pecorino. Basta fare due calcoli per capire la portata della fregatura: se il romano venisse pagato sei euro al Kg si toglierebbero dal mercato circa 6mila e 600 quintali di prodotto, a fronte di 150 mila quintali prodotti negli ultimi due anni.
Ma non solo: per la macellazione delle pecore di oltre 4 anni, lo stesso bando dovrebbe stanziare la cifra risibile di tre milioni, ovvero 250 euro ad azienda. Insomma, non serve chissà quale analisi per capire che si tratta di una beffa. Il Ministro sappia che con questi interventi e, soprattutto, con queste somme, non risolve alcunché. Il comparto ha bisogno di altro, e non dell’elemosina. Che, come sempre, spetta alla Sardegna.
*vicepresidente del Consiglio regionale
I soldi erogati ai singoli allevatori sono gocce salvavita ma non risolvono i problemi strutturali del maggiore comparto produttivo della regione. E’ ora che i soldi pubblici inizino ad essere impiegati per la creazione di strutture organizzative di produzione di marketing che consentano alla categoria di rendersi indipendente dai ricatti del mercato. La debolezza strutturale non si supera con pochi spiccioli o uccidendo le pecore nel momento in cui danno la massima produttività, ma dando potere contrattuale nei mercati del mondo e strutture di supporto collettive accessibili a tutti.
I sardi si debbono ribellare
Be che dire,per quindici anni stiamo assistendo a queste lotte tra regione,governo e soprattutto sindacati agricoli e siamo sempre punto è a capo.Il piano A c’è, ed è la trasformazione del latte ovino in Pecorino Romano che oggi ha un prezzo di 4,40 €, nel mercato americano,il problema principale è che non c’è un piano B.Le istituzioni dovrebbero puntare sul l’abbattimento del prezzo sulle materie prime i mangimi ed i costi di produzione,i sindacati agricoli dovrebbero fare meno politica per i loro interessi ed essere più concreti nell’aiutare gli allevatori,queste manifestazioni non servono a nulla bisogna sedersi intorno ad un tavolo è cercare la giusta soluzione è soprattutto non puntare il dito contro gli industriali perché a loro bisogna solo ringraziarli.
Scusatemi non sono esperto di pastorizia ma una sola cosa mi diede da pensare. Ho la certezza che i maiali sono ghiottissimi di ghiande e so anche che il leccio , il rovere le querce ne producono in quantità industriali rendendo le carni squisite e salutari . Per non pensare al nostro grano che mi dicono costi solamente dai 25 ai 30 € al quintale ( ottimo per gli umani e per gli animali . So anche che gli altri mangimi CANCEROGENI E NON costano al doppio. Non discuto delle vessazioni dello stato Italiano nei confronti della Sardegna e non discuto nemmeno di noi Sardi sempre a testa china ma , possibile che i media , le istituzioni e le scuole non insegnino più cose utili dando consigli che serviranno in futuro anche ai laureati, magari parlando un po’ meno della grandezza di Roma e di Atene?