Nell’epoca dell’identità digitale, della moneta smaterializzata e della Asl unica, teoricamente pagare prestazioni pubbliche dovrebbe essere facile come poche altre cose.
Ma l’ufficio “complicazione affari semplici” è sempre aperto e molto efficiente e quindi anche pagare un ticket da 12,00€ circa può diventare un affare complicato.
Siamo abituati a lamentarci del servizio, riferendoci alle persone. A volte ingiustamente… Non sempre curarsi in Sardegna è un’impresa impossibile. Esistono buoni ospedali con ottimi medici, medici che seguono con cura i pazienti anche oltre l’emergenza.
Capita sovente che i controlli post intervento vengano fatti in reparto, con appuntamenti fissati direttamente dal medico curante che conosce il quadro clinico del paziente e ne monitora personalmente gli sviluppi.
Come ci si comporta in questi casi? Si va dal medico di base presentando l’ultimo referto, e si chiede la prescrizione per una visita di controllo (la buona vecchia “ricetta rossa”), che poi si consegna al medico in ospedale. La visita non è ticket esente, quindi la prescrizione deve essere accompagnata dalla ricevuta di pagamento. Niente di più semplice, se vivi vicino all’ospedale presso il quale verrà effettuata la prestazione.
Questo tipo di prestazioni infatti non può essere regolarizzato presso le casse automatiche, presso gli uffici postali o presso i Cup. Il pagamento deve essere fatto obbligatoriamente presso gli sportelli ” ticket” del presidio sanitario di competenza, negli orari di apertura degli stessi. Poco importa dove vivi, quali siano le tue condizioni di salute, se tu abbia o meno la possibilità di spostarti con mezzi propri o che lavoro tu faccia.
Quindi capita che un ospedale ti fissi una visita di controllo al di fuori dell’orario di operatività dello sportello ticket e tu, che cerchi senza successo ogni strada possibile per pagare la prestazione in remoto (banca, poste, tabaccai) ti vedi costretto a procurarti un’automobile e percorrere gli 85 km che vi dividono per pagare i tuoi bei 12,91€.
Con la nota qualità delle nostre strade e dei servizi, in fondo, che problema c’è?
Avrei una curiosità… qualcuno sa dirmi in quanti altri Paesi civilizzati un paziente che deve sottoporsi a visite di controllo all’interno della stessa struttura, è oppresso da tanta burocrazia?
In realtá esiste un portale delle poste che dovrebbe consentire di pagare i ticket, ma ovviamente funziona malissimo ed è impossibile pagare .
Io ho pagato il ticket tramite il portale Postesalute: basta registrarsi e validare un documento di identità. Sicuramente un ostacolo per i più anziani e per chi non ha accesso a Internet, ma niente di astruso per tutti gli altri.
La cosa anche a me pare incredibile e più volte mi sono messo il problema che poco ha a che fare con un paese (Regione) civile in un epoca in cui, fortunatamente, la tecnologia ci dà possibilità di eseguire qualsiasi pagamento comodamente dal PC di casa. Il senso di frustrazione e delusione tuttavia è quadruplicato quando ho conosciuto un tale, eccellente e impeccabile persona, che con una bella laurea in materie economico-giuridiche tutto baldanzoso mi spiegava di essere impiegato presso la cassa ticket di una ASL sarda. Un senso di orrore mi ha assalito, devo riconoscere, e il pensiero è stato ovviamente scontato. Se un laureato fa un lavoro del genere, ovvero una mansione non particolarmente qualificata mi viene da pensare che quei posti di lavoro siano fittizi e restino in vita solo per creare posti lavoro pubblici “fasulli”, assolutamente sostituibili, almeno in parte, dalle innumerevoli possibilità che la tecnologià ci offre. Chi se ne frega se dovremmo farci poi 85 Km per arrivare alla agognata cassa in chissà quali condizioni. Ecco perché i tagli alla “bestia” servono in tanti casi ad efficientare un sistema sempre troppo autoreferenziale.