È da mesi che sogno poco o faccio solo sogni belli.
Eppure stanotte ne ho fatto uno molto strano, quasi incredibile, che voglio raccontarvi.
Eravamo in una grande sala di Villa Devoto e l’ufficio stampa della Regione ci aveva convocato per urgenti comunicazioni del presidente Pigliaru.
Eccolo, il presidente. Il volto è sereno, il tono deciso.
“Quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Cagliari sulle attività della Fluorsid di Macchiareddu, al netto delle garanzie che debbono valere sempre in ordine alle responsabilità penali fino al terzo grado di giudizio, ci allarma e ci pone di fronte a pressanti interrogativi, dei quali ci sentiamo responsabili al cospetto dell’opinione pubblica della Sardegna.
In queste ore ho convocato i dirigenti dell’assessorato all’Ambiente, dell’Arpas e del Corpo forestale della Sardegna, chiedendo loro di mettere a disposizione della task force – appositamente costituita presso la Presidenza della Giunta regionale – tutto il materiale in loro possesso circa la situazione nei siti oggetto di indagine. Naturalmente, agli stessi vertici è stata chiesta una relazione riguardo alle attività di prevenzione e controllo effettuata nell’ultimo triennio, in merito ai fatti che sembrano emergere.
Ho altresì convocato – in sinergia con il sindaco metropolitano, chiamato a far parte della task force – i vertici dell’Asl competente per territorio affinché vengano avviate immediate verifiche nella laguna di Santa Gilla, nella quale – secondo quanto ipotizzato dalla Procura – potrebbero essersi verificati sversamenti illeciti, gravemente pregiudizievoli della salute pubblica e ambientale.
Una volta ricevuti i dati e le relazioni, la Giunta regionale eserciterà ogni suo potere e competenza per ripristinare la legalità e la sicurezza sanitaria, pur rispettosa dei limiti imposti dall’attività di indagine in corso.
Quanto accaduto impone un severo cambio di rotta nel rapporto tra la Regione – massimo organo di tutela dell’ambiente della Sardegna e della salute dei cittadini sardi – e i gestori di siti industriali particolarmente impattanti, in riferimento alle condizioni di sicurezza del personale, delle popolazioni circostanti, delle falde acquifere, dell’aria, della terra e del paesaggio.
La task force costituita presso la Presidenza avrà il compito non solo di individuare le misure per affrontare l’emergenza in corso ma anche quello – entro il termine, non prorogabile, di 90 giorni – di predisporre un progetto di riorganizzazione del sistema di autorizzazioni, controlli e verifiche che la Giunta si impegna a convertire entro ulteriori 30 giorni in disegno di legge da presentare – con la richiesta di procedura d’urgenza – all’approvazione del Consiglio regionale.
Contemporaneamente gli assessorati alla Programmazione e al Personale riceveranno precise istruzioni circa l’avvio di un parallelo percorso che individui le risorse necessarie – anche attraverso l’ottimizzazione di quelle già disponibili – e le modalità attraverso la quale reperire e impiegare personale altamente specializzato nelle attività di cui sopra.
La Regione si impegna ad attuare una strategia di “tolleranza zero” nei confronti di chi si trova o si troverà al di fuori del dettato legislativo in materia ambientale.
Contemporaneamente la Giunta – che convocherò nelle prossime ore per discutere di questo – avvierà una ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi di bonifica nelle zone Sin, dando mandato a un pool di legali specialisti nella materia di verificare se non sussistano le condizioni per mettere in mora davanti ai tribunali italiani ed europei sia il Governo che le Aziende inadempienti.
Cari cittadini sardi, queste le informazioni che era mio dovere darvi circa le azioni che la Regione sta mettendo in opera per tutelare la vostra salute e l’eccezionale ecosistema ambientale che siamo tutti impegnati a preservare”.
Un fremito ci ha scosso tutti, dalle redazioni ci dicono che la diretta TV e sul web fa registrare picchi e d’ascolto e commenti entusiastici.
Poi mi sono svegliato tutto sudato e mi sono detto che è ora di smettere di mangiare la pizza il sabato sera.
È lo stesso mio identico sogno.
Con una variante: che i siti industriali gravemente inquinanti dell’ambiente sarebbero stati immediatamente posti sotto sequestro e quindi, in caso di condanna penale, confiscati per essere acquisiti al patrimonio demaniale regionale.
Io continuo a sperare che sognare non sia l’unica cosa che ci resta!
Caro Muroni è vero che i sogni a vivere…..Mi sa che se la popolazione di Assemini non si sveglia e reclama il rispetto per la salute dei cittadini si risolve tutto in un nulla di fatto.
Ma almeno prendesse spunto (in toto spero) da questo sogno, se non è in grado da solo, ed evidentemente non lo è, che almeno copi da chi ha un pensiero più concreto e lungimirante del suo. Penso non ti creerebbe un problema se almeno “copiasse” e trasformasse in realtà il tuo sogno, ma non accadrà e i perchè senza risposta ad oggi stanno aprendo la strada a brutte dietrologie, almeno le mie.
Anthony, solo un bel sogno.
Sognare è importante perchè è proprio attraverso i sogni che si possono avere intuizioni e illuminazioni per modificare la brutta e triste realtà…vorrei che i sardi incominciassero a sognare!
Aiutiamoli…
Io invece ho “sognato”, ma in realtà il termine più consono é incubo, che il sito scelto dal Governo per stoccare le scorie nucleari si trovava tra il Sulcis e il Guspinese; oltre 20mila ettari che attendono ancora di essere bonificati.
Piano Regionale del 2008
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_19_20080403121548.pdf
Protocollo d’Intesa del 2012
http://www.regione.sardegna.it/index.php?xsl=509&s=1&v=9&c=12506&tb=12487&st=17
Motivazioni Ufficiali:
oltre alle- passatemi il termine, ma quando ci vuole ci vuole- colossali menate già propinate nel periodo pre-referendum e inerenti i vantaggi per noi e i privilegi nell’ospitare cotanta opera, si aggiunge il fatto che, essendo l’area già compromessa, inutile “buttare soldi” per risanarla. Molto meglio stoccarci le scorie!
…scommettiamo che il mio “sogno” si avvererà? Ora non c’é che l’imbarazzo della scelta; Ottana, Teulada (400 ettari dichiarati compromessi per sempre causa esperimenti e esercitazioni militari), Iglesiente e zone dove operava la Fluorsid? Magari c’é altro ma noi siamo tenuti all’oscuro.
secondo la direttiva europea 2004/35/CE, “chi inquina paga”. Ma a pagare con la vita e la salute per ora sono sempre i soliti; la terra e la popolazione Sarda. Fatevi un giro ad Arbus a fatevi aggiornare sull’aumento delle percentuali di ammalati/morti di tumore.
Poi ci sarebbe la questione delle scorie che pare siano state portate da Saras nel Marghine, ma anche su quel fronte tutto tace…ma le saprà queste cose il nostro spettabile Governatore? E glielo ricordiamo che dovrebbe tutelare la Sardegna e i Sardi?
ma di Saras e di Sarroch non parla nessuno ?
per evitare questi sogni mangiare la pizza fatta da Alessandra, in via Ospedale a Cagliari. la digestione è garantita
Prevenzione? Controllo? All’ Assessorato all’ambiente sembrano più preoccupati dell’orario dei locali pubblici nel quartiere Marina di Cagliari. Non pervenuti invece i comuni di Capoterra, Uta ed Assemini. Da tempo latitante quello di Sarroch.
Il sardo, sognatore … continui pure a dormire !