Ho seguito la vicenda dell’amianto a Ottana intervistando le persone coinvolte, alcune vedove, gli ex lavoratori e gli amministratori dell’area.

Ne sono uscita umanamente devastata, da certe storie.

Sull’inquinamento prodotto dalla Saras (e su tante altre cose) mi ha aperto gli occhi soprattutto Vincenzo Migaleddu con i suoi studi, i suoi scritti e i suoi interventi.

Sui fanghi rossi e sulla darsena dei veleni c’è ampia letteratura tra gli articoli di cronaca. Cronaca giudiziaria soprattutto. Che la cronaca politica… vabbè…

Fino ad arrivare ad oggi, con l’inchiesta Fluorsid che ci sta invadendo con tutta la sua devastante prepotenza. Una roba terribile. Raccapricciante e scandalosa da qualunque parte la si guardi. E bene, benissimo sta facendo chi se ne sta occupando scrivendo, parlando, studiando le carte.

Questa è la Sardegna. E lo sappiamo tutti.

Continuare a scambiare lo sviluppo con “la grandezza” della fabbrica ci porterà all’estinzione.
E continuare a barattare la salute con il numero di buste paga credo sia la cosa più abominevole che in Sardegna si sia mai fatta e che si continua a fare.

Credo che per prima cosa e per chiarirci le idee dovremmo istituire un registro tumori in ogni paese ed in ogni città e contemporaneamente dire chiaramente che quello sviluppo non solo non lo vogliamo, ma la contrastiamo in ogni modo.

Basta poco. Che di danni ce ne sono già in abbondanza per altre 3 o 4 generazioni.
A costo di sacrificare uno stadio di calcio e qualche amicizia romana.