I premi alla carriera solitamente si dànno quando chi li riceve ha raggiunto una certa età, generalmente la vecchiaia, in modo da riconoscere un valore segnato dal tempo.
Ma in ogni regola esistono le eccezioni. Così il cantore Emanuele Bazzoni ha avuto il premio all’età di 35 anni. A darglielo è stata la “Fondazione Daga, l’officina dei poeti” per la carriera percorsa finora e come buon augurio per il cammino nel tempo che deve venire.
Con il passo del dio Kronos Emanuele Bazzoni ha avuto un rapporto preferenziale: aveva solo undici anni quando ha cantato sul palco per la prima volta, con suo padre Tino e Leonardo Cabitza a Tresnuraghes.
Cose incredibili: non era mai capitato prima e non è successo neppure dopo.
Sentiamo Emanuele: “All’ora di cena a casa del presidente della festa aspettavamo Leonardo Cabitza. I cantori dovevano provare le voci prima di andare in piazza. Questa era l’usanza. Uno disse a mio padre: perché non fai provare il bambino”?
Emanuele provò e Leonardo Cabitza propose al comitato: “Perché non lo facciamo cantare con noi? Ha una bella voce e sa come utilizzarla”.
Ricorda ancora Emanuele: “Io non volevo dar retta a zio Leonardo. Lui diceva di sì, io no. Il presidente tresnuraghese si mostrava felice della novità, Leonardo Cabitza seguitava a dire a mio padre: lo mettiamo in mezzo a noi”.
La gara di Tresnuraghes andò benissimo, anche grazie alla chitarra di Roberto Cadoni e alla fisarmonica di Pietro Madau. Così risultò il battesimo di Emanuele Bazzoni.
Alla stessa maniera capitò nelle gare di poesia al compianto Mario Màsala nel suo paese, Silanus, il 10 agosto del 1951, con tre poeti famosi (Remundu Piras, Barore Sassu e Ciciu Piga), all’età di sedici anni. L’età verde non rappresenta una difficoltà quando ci sono doti naturali chiare.
In questi giorni Emanuele Bazzoni sta ultimando il secondo disco del progetto “A ballare”, con il fisarmoncista Roberto Fadda di Austis, dove Maria Giovanna Cherchi canterà un ballo del Goceano.
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