Lo so che parlare di problemi alla lunga stanca.

E lo so che accendere fari su situazioni controverse può essere fastidioso o causa di fastidi. Ma tant’è.

Allora, il problema è che mentre si parla di massimi sistemi, grandi progetti di governo, razionalizzazioni, ugualità e giustizia, si governa – e meno male – anche la quotidianità.

Con tutti i suoi fastidi, le incomprensioni, le ipotesi e gli scontri.

A noi, come giornalisti, nel caso che esporremo ora, solo il compito di fare la cronaca, senza aggiungere nessuna considerazione personale.

Accade che a Macomer, capoluogo del Marghine che soffre una depressione economica epocale, la minoranza in Consiglio comunale (formata da una folta pattuglia in cui ci sono anche degli ex sindaci), abbia nel recente passato accusato l’attuale primo cittadino, la sua maggioranza e – indirettamente – il partito di riferimento del sindaco di essere gli ispiratori di una strana forma di pendolarismo: hanno sostenuto, quei consiglieri, attraverso documenti riportati da alcuni siti di informazione locale, che nell’Asl di Oristano ci siano “il 20% (a seconda dei periodi presi in esame) dei lavoratori interinali della Asl di Oristano – che ha un bacino di 88 comuni con 166.000 residenti – proveniente dal Comune di Macomer, con 10.000 abitanti, e che non appartiene a quella ASL”.

La stessa percentuale di assunzioni non verrebbe “raggiunta nemmeno dalla città di Oristano, capoluogo di Provincia con oltre 30.000 abitanti e sede del più importante ospedale di quella ASL, per non parlare di altri Comuni della stessa ASL come Terralba, con gli stessi abitanti di Macomer e con zero assunti, o degli altri Comuni sedi di Ospedale come Ghilarza o Bosa, con poche unità a testa”.

Fin qui la diatriba locale.

Ora sulla stessa vicenda si litiga a Cagliari, protagonisti il consigliere regionale del PsdAz Angelo Carta e il gruppo del Partito dei Sardi, formato da Gianfranco Congiu, Augusto Cherchi, Roberto Desini e Piermario Manca.

Il primo sarebbe tornato alla carica sulla vicenda degli interinali che in massa, da Macomer, calerebbero su Oristano, presentando alla direzione dell’Asl della città di Eleonora una formale richiesta sulla provenienza di ognuno dei lavoratori in carico all’azienda sanitaria.

Un’iniziativa che ha scatenato le ire del Partito dei Sardi: “Qual è il fine ultimo di conoscere le identità dei lavoratori di una ASL? E poi, ci si limita ad Oristano o si intendera’ replicare anche altrove (Nuoro, Sassari, Cagliari etc..) ? E ci dica anche, una volta conosciuti per nome e cognome, luogo di residenza e numeri civici, quale utilizzo verrà fatto di questa sorta di “schedatura”? Non certamente quello di contribuire all’indagine conoscitiva sui costi della sanità perchè se parlassimo di sprechi nella sanità, lo sguardo dovrebbe andare in ben altre direzioni dato che proprio la ASL di Oristano è l’unica in Sardegna ad aver chiuso i conti del 2015 in ordine e in equilibrio”.

Fin qui la diatriba.