Nessuno dei sinonimi di “bullismo” indicati dal “Dizionario dei sinonimi e contrari” Treccani riesce a dar realmente conto di un fenomeno che vede aumentare, giorno dopo giorno, i casi di vera e propria sottomissione fisica, psicologica o verbale di cui sono vittime i più deboli e indifesi, giovani, adulti o anziani che siano.

Le definizioni di “impertinenza”, “insolenza”, “irriverenza” fanno perfino sorridere amaramente, soprattutto quando a essere definito “bullizzato” – come hanno fatto i vari giornali – è un sessantaseienne pugliese (è avvenuto a Manduria, in provincia di Taranto) oggetto di indicibili, reiterate violenze commesse ai suoi danni da una “baby gang” (altra espressione che non si addice al caso) composta da giovani e giovanissimi che hanno filmato le loro “bravate” (ci risiamo) protetti dai cittadini di un paese che pur sapendo non ha, omertosamente (o vigliaccamente), denunciato.

Le richieste d’aiuto dell’uomo sono talmente strazianti da indurci a riflettere seriamente su un “bullismo” che si avvicina semmai all’ultimo dei sinonimi snocciolati un po’ casualmente (e molto distrattamente) dal repertorio Treccani: “violenza”.

Si avvicina, ma superandolo.

Perché la definizione esatta di quel che è accaduto a Manduria è in realtà “violenza criminale”.

E della peggior specie, perché quel poveretto è morto.

(*linguista, sociologico della comunicazione)

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