Antonio Simon Mossa è stato un grande intellettuale e un punto di riferimento per tutto il movimento indipendentista in Sardegna.

Negli ultimi anni di lui si è scritto tanto e diversi sono stati i convegni e gli incontri pubblici che ne hanno ricordato sopratutto il pensiero politico.

Meno si è parlato invece del ruolo di architetto e urbanista in Sardegna, al punto che ha iniziato anche a prendere corpo l’idea che questa professione fosse per Simon Mossa un’attività marginale e più defilata rispetto alla poliedrica mole di impegni e interessi che ne caratterizzano la figura.

A partire dal luglio del 2015, il collettivo “Mastros – segni e progetti per la città mediterranea” formato da giovani architetti e urbanisti ha iniziato un lavoro di ricerca e catalogazione presso l’archivio dello studio Simon Mossa, dove i progetti erano rimasti chiusi per più di quarant’anni.

Grazie anche alla collaborazione della famiglia, dopo quasi due anni di lavoro si è riusciti a ricomporre e ricostruire interamente il percorso dell’attività professionale dell’architetto. Si tratta di più di quattrocento progetti datati a partire dalla fine degli anni ’40 fino al 1971, anno della sua scomparsa. Alberghi, ville, residenze, edifici pubblici e privati che raccontano una storia importante dell’architettura sarda del secondo dopoguerra e di cui Simon Mossa è certamente l’autore più prolifico.

In occasione del centenario della nascita di Antonio Simon Mossa, l’associazione Mastros propone la mostra “Antonio Simon Mossa 1916-2016″.
Nell’esposizione saranno visibili alcuni disegni originali dei progetti dello studio di Simon Mossa attraverso cui viene raccontata l’evoluzione del suo pensiero progettuale, nel dialogo tra l’influenza della scuola razionalista nei primi anni di attività professionale, fino alla produzione di un linguaggio nuovo quale esito di una ricerca e di una sintesi fra gli elementi delle tipologie tradizionali della Sardegna e più in generale del bacino mediterraneo.

La mostra è allestita presso il complesso Lo Quarte ad Alghero e sarà visitabile fino al 26 febbraio.

Alcune note su Antoni Simon Mossa architetto.

Antonio Simon Mossa nasce a Padova il 22 novembre 1916 da una famiglia della borghesia sassarese.

A partire dalla fine degli anni ’40 inizia ad operare come architetto. I suoi primi progetti riflettono in modo evidente l’influenza della scuola razionalista italiana. In questi primi anni di attività la sua produzione mostra da una parte la chiara appartenenza al razionalismo e dall’altra il desiderio di volgere lo sguardo verso il recupero dei significati che fanno parte del mondo ancora inesplorato delle architetture vernacolari sarde.

L’indagine nel campo dell’architettura prende forma e si contamina attraverso lo studio e l’approfondimento dei linguaggi che appartengono alla tradizione della Sardegna. Partendo da una ricerca che esplora e confronta le radici storiche e culturali sarde con quelle di altri paesi, in particolare la Catalogna e la Spagna, Simon Mossa elabora uno stile che può essere considerato come l’esito di un percorso dove il contesto del Mediterraneo emerge attraverso le tipologie, i materiali e le tecniche costruttive locali.

Il territorio di riferimento in cui è presente l’architetto è prevalentemente quello della Sardegna centro – settentrionale, dove a partire dagli anni ’50 opera in un intensa attività di progettazione per committenze pubbliche e private.

Tra i tanti progetti realizzati si ricorda l’Hotel El Faro (Porto Conte, 1950), Museo del Costume (Nùoro, 1952), Cottage Padula (Fertilia, 1957), Piano Particolare di Porto Cervo (1962), Palau de València (Alghero, 1963), Aerostazione di Alghero (1966), Villino Plaisant (1968).

Nel 1962 entra a far parte del gruppo di architetti che hanno l’incarico di progettare le prime infrastrutture e gli insediamenti turistici nel territorio definito come “Costa Smeralda”. Inoltre gli viene affidato l’incarico di predisporre il piano urbanistico per un insediamento (non realizzato) nell’area dove sorge l’odierna Porto Cervo.