Venerdì, dalle 10, almeno 200 Sindaci Sardi si troveranno a Cagliari, nella Piazza del Carmine, dalla quale, in corteo, si dirigeranno sotto il palazzo del Consiglio Regionale, per manifestare il loro disappunto alla Regione e al Governo per i vincoli imposti dal Bilancio Armonizzato.

La manifestazione sarà un momento di protesta, ma soprattutto di confronto e di proposta.

I Sindaci, infatti, consegneranno ai governanti regionali un documento unitario sul tema
della giornata, documento già sottoscritto da oltre 230 Sindaci Sardi, moltissimi dei quali lo
hanno approvato anche nei rispettivi Consigli Comunali.

Gli stessi precisano che “questa iniziativa non è contro il Governo nazionale, né contro
quello Regionale. Con questi livelli istituzionali cerchiamo il confronto e proponiamo soluzioni ai problemi dei nostri Comuni e dei nostri concittadini”.

L’entrata in vigore delle nuove regole di finanza pubblica ha paralizzato i Comuni che pur essendo stati virtuosi e parsimoniosi nell’utilizzo delle risorse sono stati penalizzati.

Le nuove regole che impongono il pareggio di Bilancio, infatti, prescrivono che il risparmio
d’amministrazione o tecnicamente l’Avanzo di amministrazione, non possa essere utilizzato se non in proporzione al grado di indebitamento e ad altri criteri.

Ciò implica che le somme risparmiate se non spese entro l’anno in corso, non possano essere utilizzate nell’anno successivo determinando uno stato di paralisi per i Comuni.

I Sindaci sono tutti concordi sulle forti penalizzazioni subite dalla nuova normativa, pertanto, chiedono con forza che venga loro consentito di poter utilizzare le risorse derivanti dai risparmi di spesa e confluiti nell’avanzo di amministrazione.

Le somme serviranno ad appaltare opere pubbliche destinate a servizi essenziali per la comunità.

Si tratta ad esempio del ripristino dei danni alluvionali, della regimentazione delle acque meteoriche, dell’edilizia scolastica, degli oneri relativi alla gestione dei richiedenti asilo politico (migranti), della viabilità comunale (buche stradali), delle spese inerenti i servizi sociali (nefropatici, talassemici etc. etc.) e tante altre spese necessarie per il benessere collettivo.

Infine, i Sindaci in virtù del fatto che la Regione Sardegna è a statuto speciale, auspicano che sulla base dell’accordo sottoscritto il 21 luglio 2014 tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Presidente della Regione sul superamento del patto di stabilità e sulla generica vertenza entrate, venga completato il percorso tracciato attraverso il
coinvolgimento dei Comuni Sardi con un accordo aggiuntivo Stato-Regione, che consenta ai Comuni Sardi di diventare a completa finanza regionale.

In altri termini, di avere la Regione quale unico interlocutore per la finanza dei Comuni Sardi.

Così facendo, verrebbero eliminate per i Comuni della Regione Sardegna molte incombenze derivanti dalle norme del bilancio armonizzato.

I comuni faranno sentire la loro voce in tutte le sedi istituzionali, affinché il Governo, il Parlamento e la stessa Regione Autonoma della Sardegna, compiano i necessari interventi legislativi, per alleviare e ridurre gli effetti regressivi causati dall’attuale quadro normativo in materia finanziaria e contabile.

I Sindaci autoconvocati, accomunati dalle medesime difficoltà e problematiche, precisano
che “l’iniziativa è solo propositiva e costruttiva e confidano di trovare, innanzitutto nel Governatore della Regione Sardegna”, ma anche nel gruppo dei parlamentari sardi, ai quali chiederanno un incontro successivo, “attenti e sensibili interlocutori”.