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Il grado di coscienza di identità di un popolo si esprime proteggendo, difendendo e conservando la lingua dei genitori, ma anche conoscendo e stimando il patrimonio di usi e costumi e quello artistico e musicale che, per quanto riguarda la Sardegna, è senza dubbio uno dei più ricchi se non il più ricco e importante di tutta l’area del Mediterraneo.

E difatti le due espressioni più alte della nostra musica polivocale, il Cantu a Cuncordu e il Cantu a Tenore, fanno parte del patrimonio immateriale dell’umanità; per quel che riguarda la musica strumentale, lo strumento che maggiormente rappresenta il nostro patrimonio artistico e musicale sono le Launeddas, conosciute da circa tremila anni. Si tratta di uno strumento composto di tre canne di fiume, qualche goccia di cera e un po’ di spago, semplice e complesso, antico e moderno allo stesso tempo, che si suona da sempre e ovunque in Sardegna, uno strumento che neanche la Grecia, culla delle civiltà europee, è riuscita a concepire.

Il mio lavoro è la musica e a questo proposito voglio qui parlarvi degli strumenti dell’orchestra classica, entità musicale del tutto estranea alla cultura sarda. Assieme al nome italiano e sardo troverete, in ordine, quello inglese e tedesco (lingue anglossassoni); il francese, il castigliano (spagnolo), il catalano e il rumeno (lingue neolatine).

Cominciamo con il termine orchestra, dal greco “orchéstra” che, nell’antico teatro greco era il luogo dove si danzava e in seguito, per traslazione, è diventata l’espressione dell’entità collettiva più rappresentativa della musica stessa.
In ogni lingua, orchestra è una parola adottata dal greco e adattata alle esigenze fonologiche e morfologiche della lingua.
In lingua sarda, quindi, la chiameremo orchestra.
Nelle altre lingue che consideriamo:
orchestra – Orchester – orchestre – orquesta – orquestra – orchestră

L’orchestra è formata da famiglie di strumenti.
Alla prima appartengono gli Strumenti a fiato/Fiati che, se in sardo dovessimo tradurre dall’italiano, dovremmo chiamare “Istrumentos a sulu” o “istrumentos de alenu”. Escluso il rumeno, in tutte le altre lingue sono “Istrumentos a bentu” e credo sia questa la miglior soluzione in sardo.
wind instruments – Blasinstrumente – instruments à vents – instrumentos de viento – instruments de vent – instrumente de suflat.

Ai fiati appartengono due categorie: Legni e Strumenti di ottone. In sardo li chiameremo : “Istrumentos de linna / Linnos” e “Istrumentos de otone” . “Istrumentos de linna” va molto bene, ma se li dovessimo chiamare con un solo termine, come in italiano, eliminando la parola “strumenti”, dovremmo chiamarli “Linnos” che, malgrado la forzatura lessicale, ha un significato più preciso di linna.
wood wind – Holtzblasinstrument – bois – de viento / de madera – de vent de fusta – suflat

Il primo strumento di questa categoria è il flauto, presente in Sardegna fin dall’antichità e di cui se ne conoscono vari tipi. Flàutu, in sardo.
È fatto in metallo, ma anticamente era di legno.
flute – Flöte – flûte – flauta – flauta – flaut, nelle altre lingue.

Consideriamo ora un tipo di flauto, quello che in italiano è chiamato flauto dolce/a becco/diritto, uno strumento molto antico.
In sardo per designare questo strumento abbiamo un nostro termine, una parola ereditaria: Pipiolu.
In altre lingue è:
sweet flute/recorder – Blockflöte – flûte à bec/enregistreur – flauta doulce/grabadora – flauta dolça/gravadora – înregistrator
Come possiamo notare, è chiamato nelle maniere più diverse, noi da secoli, lo chiamiamo “pipiolu”

Oboe
Questo strumento deve il suo nome al francese autbois che vuol dire la parte alta dell’albero, la più fine, dunque la più adatta per costruire lo strumento.
In lingua sarda usiamo la stessa parola ma con l’adattamento grammaticale dell’accento: Òboe. Nelle altre lingue è:
oboe – Oboe – hautbois – oboe – oboè – oboi

Corno inglese
Originario della Francia e non dell’Inghilterra, è una sorta di cugino dell’oboe e suona una “quinta” più basso di questo. Deve il suo nome ad un errore di traduzione. In francese infatti si chiama “anglè”, cioè angolato, perché anticamente era ad angolo, ed ha una pronuncia simile all’aggettivo “anglais”, inglese.
In sardo lo chiameremo Corru inglesu.
Nelle altre lingue è:
Henglish horn – Henglisch Horn – cor anglais – corno inglés – corn anglès -corn englez

Clarinetto
Chiamato in tutte le altre lingue più o meno alla stessa maniera, in sardo ho adottato la desinenza in “e” meglio di quella in “u”.
Clarinet – Klarinette – clarinette clarinet – clarinet – clarinet

Fagotto
In questa parola ho lasciato la stessa desinenza. In sardo dunque è: Fagoto
Nelle altre lingue:
Bassoon – Fagott – basson – fagot – fagot – fagot

Corno francese
È chiamato francese ma in verità è inglese, perché è l’evoluzione del corno da caccia alla volpe; normalmente lo si chiama corno. In sardo sarà Corru frantzesu o corru. Nelle altre lingue è:
French horn – Französisch Horn – cor français – cuerno francés – corn francès- corn francez

Tromba
Trumba in sardo.
Nelle altre lingue è:
Trumpet – Trompete – trompette – trompeta – trompeta – trompetă

Strumenti a percussione/Percussioni. Sono le bacchette e i mazzuoli gli attrezzi usati per produrre il suono. In sardo sono:
Trotzas e mazos.
Nelle altre lingue:
percussion instruments – Slagininstrumente – instruments de percussion – instrumentos de percusión – instruments de percussió – instrumente de percuţie

Degli strumenti a percussione, o a trotzas e mazos, ne vediamo tre:
Grancassa
In sardo non abbiamo le casse, càscias, abbiamo il tamburo, tùmbaru; la grancassa in sardo sarà:
Tùmbaru mannu, come i tedeschi che parlano non di cassa ma di tamburo. Nelle altre lingue è:
bass drum – Grosse Trommel – grosse caisse – bombo – bombo – toba mare

Tamburello basco (con sistri)
Perché dobbiamo dare un nome straniero a uno strumento che in Sardegna esiste da secoli con nome proprio? È il:
Tedatzeddu (cun trinnitos). Nelle altre lingue:
basque tambourine – baskische Trommel – tambourin basque
pandereta vasca – pandereta basca – tamburina basca

Campanacci
Sonatzos, in sardo. Nelle altre lingue:
cowbells – Kuhglocken – sonailles – cencerros – esquellots – talange

Strumenti ad arco o Archi. In tutte le altre lingue, eccetto l’italiana, li si chiama “Strumenti a corda” e così pure diremo in sardo:
Cordas. Nelle altre lingue:
string instruments – Streichinstrumente – instruments à cordes – instrumentos de cuerda – instruments de corda – instrumente de coarde

Per concludere:

Coro
Voce colta dal lat. chōru(m), dal gr. chorós.
In sardo diremo
Coru, sardizzazione dell’italiano. Nelle altre lingue è:
choir – Chor – chorale – coro – cor – cor
La Sardegna non ha mai posseduto una realtà musicale corale, ma polivocale. I cori con voce maschile che conosciamo e che oramai appartengono del tutto alla tradizione musicale sarda, sono nati nel secondo dopoguerra dall’esperienza continentale dei militari sardi e si sono sviluppati come una amplificazione vocale del Cantu a Tenore e del Cantu a Cuncordu.

*professore di Teoria e di Semiografia al Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” di Sassari