Mercoledì scorso, nei pressi del Centro Congressi “L’Anfora” a Tramatza, si è svolta la più importante e partecipata Assemblea dei pastori sardi, arrivati da tutta l’Isola, che chiedono alla Regione un impegno formale e non fatto di parole.

Denunciano, a gran voce, che l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura spende 150 milioni per approvvigionare le casse delle sue Agenzie e di non dare risposte alla crisi del settore primario. “La pastorizia sarda sta morendo e non possiamo perdere altro tempo”, così si è espresso Felice Floris, leader storico del Movimento Pastori Sardi che, in una situazione di crisi del settore, chiama a raccolta tutti i Sindaci e tutti i sardi a combattere una lotta che interessa la Sardegna tutta.

Ha aperto la seduta con un ringraziamento per la immensa partecipazione all’Assemblea e per avere ritrovato la forza di andare avanti anche con molti che non si vedevano da tempo. La richiesta più importante posta dall’Assemblea è che venga utilizzato, nell’immediato, l’1% del Bilancio Regionale per salvare le greggi dei pastori poiché, se il latte si paga solo 0,50 euro, non si riesce a soddisfare il fabbisogno economico del singolo allevatore e pastore. Si richiede, a gran voce, anche che ci sia la dichiarazione dello stato di calamità naturale per l’emergenza siccità che, in quest’ultimo anno, ha ambito la nostra Isola.

Al loro fianco c’erano molti amministratori locali, privati cittadini ed, in veste di neopresidente dell’ANCI Sardegna, era presente il Sindaco di Bortigiadas, Emiliano Deiana che ha sancito, con il suo intervento, un patto forte tra l’ANCI Sardegna ed il Movimento.

Ha promesso che l’ANCI sarà presente a Cagliari, a fine Luglio, e sarà al loro fianco per questa battaglia. Un importante passo in avanti profuso alla vera e propria stretta collaborazione. Felice Floris, storico leader del Movimento dei Pastori Sardi. Ha continuato con un accorato appello alla classe politica regionale apparso nella pagina Facebook dello stesso Movimento che, mi piacerebbe inglobare nell’articolo.

“Nonostante le svariate assemblee e iniziative svolte nei mesi scorsi nessun provvedimento è stato adottato per attenuare gli effetti disastrosi di questa situazione. Con il latte che continua ad essere pagato circa 50 centesimi al litro, non siamo più in grado di campare il nostro bestiame. Adesso abbiamo davvero bisogno di aiuto: chiediamo un intervento pubblico immediato per salvare le greggi, ricordando che i nostri animali giustificano l’esistenza di un assessorato all’agricoltura con oltre 3000 dipendenti.

Chiediamo al governo nazionale l’immediato riconoscimento dello stato di calamità naturale su tutto il territorio regionale e al governo regionale l’immediata applicazione dei benefici conseguenti”. Ci sono stati dei bellissimi e importanti interventi tra la gente. Tra gli interventi che vorrei ricordare sono quelli di Diego Manca, di Roberto Congia e di Alberto Congia che si è voluto incentrare sulla proposta di chiedere agli industriali del latte di fatturare tutti i prodotti dei pastori. Anche i giovani sono stati tra gli intervenuti e hanno mostrato solidarietà alla battaglia del MPS. Si chiede anche una cooperazione tra tutte le Associazioni di categoria del comparto agricolo, pastorale.

La proposta è stata interpretata molto positivamente dalla plenaria. Non sono, però, mancati degli interventi che hanno scosso, negativamente, i pastori. Molti intervenuti hanno proposto di essere duri anche con le Cooperative che comperano i prodotti a poco prezzo sulle spalle dei nostri pastori. Amministratori Locali che davano un loro contributo per la causa importante.

Non sono mancati anche dei momenti di suffragio per gli Amici che non sono più con noi ma che ci danno la forza di andare avanti. Una rinascita del Movimento Pastori Sardi, dopo anni dove non si sentiva la passione, da parte di molti, di “battere i tavoli”. Assemblea a tratti infuocata quella di Tramatza culminata con una bellissima azione di forza: entrambe le corsie della SS 131 bloccate per circa 35 minuti, per far capire ai sardi che non è più tempo di subire; anzi c’è necessità di stare sempre di più accanto a queste lotte che non servono solo per facciata e per una categoria di lavoratori.

La giornata di incontro è culminata con un bellissimo momento gioviale: il pranzo nel Parco Zinnuri a Bauladu, a pochi chilometri dal campo di battaglia ancora caldo per le altissime temperature di ieri. Per me questa è stata, vista da estraneo al Movimento, una bellissima giornata dove ho capito che noi Sardi abbiamo tanto bisogno di unirci nelle battaglie verso una silente e aggressiva politica regionale che non rispetta la nostra dignità di Sardi.

Lo ripeto ogni volta, e ora lo riscrivo: senza la pastorizia, senza l’allevamento e senza l’agricoltura, siamo economicamente arrivati alla fine di tutto. Non c’è economia senza il settore primario. Il settore primario è il volano della nostra Economia Sarda. Devono capirlo anche nelle stanze del potere legislativo ed esecutivo della Sardegna.

(*Studente Universitario in Scienze dei Servizi Giuridici, privato cittadino sostenitore del Movimento Pastori Sardi)