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++ la versione in lingua sarda è in fase di elaborazione ++
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Vittorio Sechi says:
Carlo Poddi says:
Pubblicato proprio oggi su Repubblica http://www.repubblica.it/economia/2017/09/06/news/un_italia_a_energia_rinnovabile_farebbe_risparmiare_6_500_euro_a_testa_e_creerebbe_mezzo_milione_di_posti_di_lavoro-174683185/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P7-S1.6-T2.
Ci sarà pure una via di sviluppo energetico che preveda il monitoraggio delle infiltrazioni criminali, l’evitare gli abusi e gli sperperi, ma conceda anche una maggiore indipendenza dalle energie fossili e dalle loro scie di morti e inquinamento? bisognerebbe rifletterci….. forse un guadagno, anche dal punto di vista ambientale, ci sarebbe.
La via c’è, eccome. Optando per soluzioni intelligenti e all’avanguardia, seguendo il buonsenso e rispettando la natura, i territori, le comunità, con le loro culture e tradizioni, e le generazioni a venire. Si tratta di scelte difficili e articolate, da attuare nel lungo periodo partendo però dall’immediato, e per le quali è necessario mettere assieme necessità e saperi. Scelte difficili da adottare per chi vuole tutto e subito e ha la convinzione che tutte le risorse disponibili siano un qualcosa da depredare e consumare quanto prima
A parte dónnia àteru cunsideru, a fundhamentu de totu abbarrat firmu e seguru chi is Sardos no seus meres de sa terra nosta e de is fatos nostos e a nudha serbit a ispetare calecuna cosa de un’Istadu delincuente (scilicet chie dhu guvernat) chi si ponet asuta de is peis is leis suas etotu e faet su “giogu” chi dhi paret e praghet e de chie est serbindho.
Is Sardos chi no intrant in s’idea de si ndhe iscabbúllere no tenent nudha de nàrrere: funt sa ‘logica’ de is mudos, tzurpos, surdos, tontos e macos.
Serbit s’unidade de is Sardos po s’iscabbúllere de su domíniu angenu e bio sa assoluta inutilidade de s’unidade (a dónnia modu matematicamente impossíbbile) po pedire in sa matessi ‘logica’ de sa dipendhéntzia.
Ca s’unidade de is Sardos tenet solu su sensu de s’iscabbúllere: ca po abbarrare asuta seus no solu unios (pocos, locos e unios) ma inderetura iscallaus e a propònnere s’unione po su matessi iscopu est solu cosa de chie no ischit ite fàere si no su chi si est fatu sèmpere currendho a Roma (tanto per cambiare!)
La vera rivoluzione, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, a mio avviso sta non nella realizzazione di nuovi impianti, quanto nella costruzione di bacini di accumulo di ciò che viene già prodotto. Infatti, siccome l’energia immessa in rete si perde qualora non venga utilizzata, si potrebbe pensare di realizzare, per esempio all’interno delle esistenti zone industriali, gli impianti (batterie, possibilmente al litio) utili per conservarla in modo tale da poterla utilizzare quando occorre. A parte, poi, che esistono pannellature fotovoltaici innovativi (tecnologia italiana già utilizzata in Australia e Nuova Zelanda) che, rispetto al 25% di trasformazione dei pannelli che qui si installano) che, non solo trasformano in energia elettrica oltre l’80% dell’energia dalla quale vengono investiti, ma sono anche in grado di produrre a infrarossi, utilizzando, smchr al buio, il calore delle superfici sulle quali sono posati. E, inoltre, sono totalmente riciclabili poiché le celle pressostampate che li compongono, sono realizzate con l’utilizzazione di semplice silicio senza aggiunte di terre rare.
Luciano Virdis Ormai si può scrivere qualunque cosa, e immediatamente si crea un codazzo di sostenitori, abbiamo scienziati in ogni angolo della Sardegna che ci dicono qual è la via maestra, grandi sostenitori, di fatto, dell’attuale produzione energetica, poco importa se ci ritroviamo 475.000 ettari di aree SIN e se il rapporto SENTIERI mette in evidenza situazioni sanitarie peggiori del rione Tamburi di Taranto. L’importante che non si facciano le rinnovabili pulite, quelle speculative, meglio tenersi le centrali a carbone o a olio che danno energia gratis; poco importa se qualche cialtrone sostiene qualcosa di diverso: – http://www.repubblica.it/…/un_italia_a_energia…/… – poco importa se qualche visionario come Rubbia pretendeva di rendere la Sardegna a emissioni zero. – https://www.dropbox.com/…/Rubbia%202004%20trinomio… – ma c’è qualcuno che glielo dice a questo signor Muscas che la prima legge sugli espropri risale al 1865? C’è qualcuno che gli dice che gli illeciti o le infiltrazioni mafiose sono un po in tutte le opere pubbliche di un certo rilievo, compreso la capitale d’Italia? Stando a questo signor Muscas non dovremmo fare più nulla perché c’è il pericolo che gl’imbroglioni e i mafiosi si approprino delle iniziative imprenditoriali.
https://www.dropbox.com/s/opct7ded97rbgww/Rubbia%202004%20trinomio-sardegna-solare-idrogeno.pdf?dl=0
Certamente, entreranno anche a casa mia il 21 di settembre, ma il permesso l’hanno chiesto già da oltre 5 anni !
Permesso accordato sin da subito, vista la bontà dei progetti proposti dalla Green Energy Sardegna, sia per l’aspetto tecnico e ambientale che per quello estremamente remunerativo.
Permesso accordato anche da tutti gli altri proprietari interessati e mancato, purtroppo, da tutti i tantissimi altri che chiedevano l’installazione delle torri eoliche nel proprio fondo.
Completamente, pertanto, falso e fuorviante il senso dell’articolo di Antonio Muscas, sin dall’immagine proposta : non può tecnicamente esistere un parco con quella intensità di torri !
L’ ” escamotage ” del ricorso all’istituto dell’esproprio è dovuto alla difficoltà concreta di poter intervenire su particelle catastali intestate ad una miriade di nominativi ( fenomeno purtroppo comune in Sardegna), ma rapporti contrattuali esistono già da tempo attraverso atti preliminari regolarmente sottoscritti e registrati.
Ma entrando nello specifico, ogni torre ha un’impatto sul suolo che non supera qualche centinaia di metri quadrati ; le stradine di servizio sono una manna dal cielo per i fondi agricoli, serviranno a renderli agibili vista l’impraticabilità delle strade catastali in completo abbandono. I cavidotti completamente interrati lungo di esse e sicuramente meglio dello sconcio ambientale delle linee elettriche aeree.
Le considerazioni,poi, di taglio ” filosofico ” sono talmente ovvie da apparire banali ,,,” Contrapporre alla politica del consumo sfrenato il miglioramento della durata dei prodotti, il riuso, la riparabilità, la rifabbricazione e il riciclo di prodotti e materiali – che in sé contengono anche consumo di energia per essere trasformati e realizzati”….vorrei proprio vedere chi fosse d’accordo per lo spreco dei prodotti e delle risorse in generale !
Generalizzare e strumentalizzare sul disastro del tentativo d’industrializzazione nel medio campidano è fuorviante.Chi sta commentando, 50 anni circa fa, veniva rinchiuso in un cellulare della polizia ” scelbina” e impedito di distribuire ( durante la cerimonia della posa della prima pietra con l’allora presidente della regione senatore Efisio Corrias e il vescovo di Ales Antonio Tedde ) un volantino nel quale si preconizzava la durata di tale industrializzazione in non più di 10 anni e contestualmente avrebbe distrutto il tessuto economico e sociale del territorio basato sull’agricoltura e artigianato.
E infine lo sproloquio, viste le conoscenze e tecnologie attuali sui sistemi di accumulo dell’energia, di proporre al bisogno nell’immediato soluzioni di questo tipo.
Su un commento dello stesso Muscas al suo articolo : “La via c’è, eccome. Optando per soluzioni intelligenti e all’avanguardia, seguendo il buonsenso e rispettando la natura, i territori, le comunità, con le loro culture e tradizioni, e le generazioni a venire. Si tratta di scelte difficili e articolate, da attuare nel lungo periodo partendo però dall’immediato, e per le quali è necessario mettere assieme necessità e saperi. Scelte difficili da adottare per chi vuole tutto e subito e ha la convinzione che tutte le risorse disponibili siano un qualcosa da depredare e consumare quanto prima.”….pienamente d’accordo ( anche qui vorrei che ci fosse qualcuno contrario a codesto assunto) !
Per il momento sempre valido il ” luogo comune “, che tutti noi abbiamo sentito almeno una volta dai nostri genitori in risposta alle nostre infantili richieste : ” iasta olli s’ou, la pudda e s’arriali ” ( vorresti l’uovo, la gallina e il soldo ) !
Franco Melas,
Il tuo tentativo di ridicolizzare le mie considerazioni “filosofiche” non è meritevole di molta considerazione. Doverosamente rispondo perché mi dai del bugiardo, e ne approfitto per aggiungere altre mie considerazioni alle tue.
Il suo spacciare per banali ovvietà, impraticabili nella realtà, tutte le proposte in campo energetico e ambientale, sono la misura del degrado raggiunto, soprattutto da chi, finita l’illusione, la sua, ha spostato armi e bagagli dall’altra parte della barricata.
I poveri illusi un tempo eravate voi e ora che siete diventati savi di fronte alla ‘bontà dei progetti proposti dalla Green Energy Sardegna, sia per l’aspetto tecnico e ambientale che per quello estremamente remunerativo’, gli illusi siamo diventati noi. E saremmo illusi, a tuo dire, semplicemente perché non hanno bussato a casa nostra a proporci l’affare, altrimenti…
Rattristisce non poco leggere queste parole: siccome le tue battaglie le hai perse e hai trovato più remunerativo stare con gli altri, ora io e quelli come me saremmo fuori dal tempo e dalla realtà. Salvo venderci non appena arriva l’offerta vantaggiosa.
Vorrei sapere per chi le facevi le battaglie 50 anni fa. Se per semplice divertimento o per convinzione. Se è così, forse non sono poche le cose di cui ti sei dimenticato nell’ultimo mezzo secolo.
Intanto, se permetti, la bontà degli aspetti tecnici e ambientali di un progetto non li stabilisci tu. E parlare della sua remuneratività riferito a quanto rende a te, non è esattamente un parametro di misura per un’intera comunità.
Questo progetto l’avrebbero fatto a prescindere dall’opinione dei proprietari delle terre e delle comunità intere che attorno vi abitano. E non è vero come affermi che ‘l’“escamotage” del ricorso all’istituto dell’esproprio è dovuto alla difficoltà concreta di poter intervenire su particelle catastali intestate ad una miriade di nominativi’. Te lo dico perché uno degli espropri è arrivato a casa della mia famiglia, che non ha esattamente le terre intestate a moltitudini di eredi; ove nessuno è stato coinvolto né prima né dopo e che ha, addirittura, un altro esproprio in corso mai notificato.
Ma il punto non è neppure questo. Il punto è che, grazie alla bontà di questo progetto e degli altri in arrivo, quando da Villacidro mi affaccerò sulla piana del Campidano vedrò il paesaggio irrimediabilmente compromesso. E io rivendico il diritto alla bellezza. Rivendico il diritto per le comunità di essere realmente partecipi in questi processi. E non trovo sufficienti 5, 10 o 100 mila euro per rinunciare a vivere in un luogo bello e accogliente. Personalmente, non me ne frega niente dei vantaggi personali tuoi o di queste società. Perché non deve poi essere la collettività a farsi carico delle conseguenze dei tuoi benefici.
Se tu hai perso le speranze e pensi di poterti accontentare delle ricadute di queste speculazioni, non prendertela poi con chi continua a vedere una schifezza per quello che è
Sapevo che l’avresti messa sul personale, puoi entrare nel mio profilo Fb ( è pubblico ) e qualche notizia la trovi anche su Google.
Ti renderai conto della tua ” pochezza ” se pensi abbia cambiato il mio pensiero.
Contesto, soprattutto , nel tuo articolo la banalità delle tue proposte alternative, suscettibili di consenso ( forse) emotivo, ma fuori dalla realtà, visti i limiti tecnologici attuali sull’accumulo dell’energia prodotta e il fabbisogno contingente !
Dal punto di vista estetico, poi, abbiamo gusti diversi…a me le torri eoliche non dispiacciono, così come i mulini a vento olandesi o della Meseta centrale spagnola !
A parte il fatto che gli impianti eolici producono anche inquinamento acustico, nessuno pensa al domani, cioè quando queste torri dovranno essere smantellate chi lo farà? Poi, questi impianti hanno una ricaduta concreta sulla comunità? Tra Gonnos, Sangavino, Pabillonis e Guspini è presente da anni il parco eolico ma l’energia elettrica si paga sempre tanto. Quindi a conti fatti questi impianti non hanno una ricaduta economica diretta sul territorio. La strada da seguire è un altra, come giustamente sottolineato nell’articolo bisogna investire negli accumulatori e sfruttare le aree non recuperabili “bruciate” da un industria scellerata che ha abbandonato gli impianti senza bonificare le aree.
una domanda. L’energia prodotta resterebbe nel territorio regionale?
Una considerazione. Ho fatto il giro in macchina dei Paesi Bassi (storicamente virtuosi nell’ambito delle energie rinnovabili) e le campagne sono zeppe di centrali eoliche.
Ora, non essendo un ingegnere ambientale, ma occupandomi di tutt’altro, gradirei delle risposte
L’energia prodotta da fonti rinnovabili è trasportabile come quella prodotta da fonti fossili o nucleari. L’unico problema è che è discontinua e il salto entalpico che tali fonti generano basso, sebbene le potenze messe in gioco dal Sole e dal vento possano essere molto elevate. Per questo,le rinnovabili funzionano solo dove producono energia – non c’è il salto del trasporto – e (cattiveria? non tanto…) in presenza di contributi economici tali da renderle economicamente più convenienti dell’energia comprata dalle reti, generata da fonti fossili o dal nucleare. In poche parole, finchè ci sono i contributi, ok. Quando finiranno, parliamone…
Cun salude,
KK
La mia considerazione sulle rinnovabili è pessima in quanto frutto di un accordo tra mondo ambientalista e speculatori, che possono usufruire di un contributo sostanziale da parte dello Stato.
Le Rinnovabili sono è rimarranno una truffa ai danni dei cittadini, costretti a pagare in bolletta una cifra a favore della diffusione di un qualcosa che non rende ma libera le coscienze di ipocriti difensori della natura, che non fanno a meno dello sviluppo tecnologico, e di burocrati parassiti che riescono a manipolare il consenso oltre che avere dei vantaggi economici personali dalla loro diffusione.
Per quanto indifendibili siano le Rinnovabili altrettanto penosi sono coloro che vorrebbero impedire ad altri di portare avanti dei progetti propri se non mettendoli a disposizione della comunità.
È inutile girarci intorno tra ambientalisti e simpatizzanti del socialismo non so chi è peggio, so solo che questi al potere ci farebbero tornare indietro di 100 anni.
Se l’indipendentismo si è costruito su queste basi è chiaro che non avrà alcun peso per i prossimi 100 anni.
Tutti a mettere bocca sulle attività economiche altrui ma nessuno poi è capace di creare profitti in un mercato concorrenziale come il nostro.
Le parole che sento sono sempre le stesse: diritti, sussidi, aiuti e impedire qualsiasi cosa che possa creare sviluppo vero.
A la gabbare siata…
il pd, sia a livello nazionale che regionale, é stata la peggior cosa accaduta alla Sardegna. Vergognoso che un parlamento di nominati, perdipiù con modalità incostituzionali, decida in pratica la fine di tante persone, delle loro attività agricole e che si dia il via libero all’esproprio di terreni privati. Anche abbastanza squallido che ci siano Sardi, come quel signore che ha lo stesso cognome di un ex giocatore di calcio, che (probabilmente spinto anche da interessi personali, altrimenti non si comprende tanto accanimento) tali pratiche le difende pure. Vergogna.
Chissà se riesce a documentarsi meglio con queste informazioni:
http://www.qualenergia.it/articoli/20170706-g20-sussidi-pubblici-alle-fossili-battono-quelli-per-rinnovabili-4-1
https://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/l-italia-spende-148-miliardi-di-euro-all-anno-tra-sussidi-diretti-o-indiretti-a
Si tratta di un furto in un caso e nell’altro, caro sig. Virdis. Come le ho già detto in precedenza, legga bene gli articoli prima di intervenire a casaccio. Abbia l’accortezza di argomentare sui contenuti senza inventare cose che non ho mai detto. Lungi da me difendere il fossile, ma lungi da me anche difendere gente come lei che da anni sta spingendo per realizzare mega impianti termodinamici contro la volontà del popolo. Se ne faccia una ragione. Magari domani riuscirete a realizzare le vostre porcherie, ma non riuscirete mai a convincere la gente della loro utilità