Assume i contorni paradossali la vicenda del prossimo G7 dei trasporti in Sardegna.

Non foss’altro che per le condizioni terzomondiste dei nostri trasporti sia interni che esterni. In tanti intravvedono in questa riunione l’opportunità di un rilancio del tema dei trasporti anche nel nostro territorio, e questo accadrà senza dubbio.

Ma è anche vero che in quanto a trasporti in Sardegna tutto manca, tranne il dibattito. Un dibattito serrato, tra chi elenca i problemi, chi li minimizza e chi li nega. Mentre nessuno, però, li risolve.

E allora probabilmente tutto si ridurrà nel disperato tentativo della giunta Pigliaru di rifarsi il trucco, gonfiando il petto per aver (immeritatamente) ospitato un grande evento internazionale.

Mi sembra già di vederli, con in testa Pigliaru e Deiana, in alta uniforme, stringendo mani e sorridendo.

Salvo poi essere lasciati fuori dalla porta come accadde con la visita del presidente cinese.

Certamente ha il sapore del paradosso, come dicevo, che i giganti del mondo industrializzato vengano qui a parlare del trasporto del futuro, di tecnologie all’avanguardia, ad occuparsi di una necessità vitale per l’economia e per la mobilità di miliardi di persone ogni anno.

Sembrerebbe quasi fatto a sfregio. Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che la giunta Pigliaru deve aver supplicato disperatamente un segnale, una qualche una legittimazione da Roma.

E Roma, beffarda, deve aver risposto con questo. Proprio con questo, accidenti.

Come potranno gestire tutto questo sale sulla piaga? E chissà a chi penseranno di addebitare le difficoltà del nostro trasporto, quando i giornalisti – crudeli – gliene chiederanno conto.

Certo neanche a margine dell’evento potranno permettersi di fare gli onori di casa sull’argomento, a meno che non vogliano fare un fischio a Napoli, chiedendo che venga qualcuno a dire come vuole gestire il mare. E sul cielo poi lasciamo perdere, che hanno appena finito di (s)vendere un aeroporto e già stanno programmando il resto. Queste cose difficili conviene venderle, così se le sbriga qualcun altro.

La questione interna poi è meglio non tirarla fuori. Cosa gli vai a dire a un ministro dei trasporti di un grande Paese?

Se vuole venire a vedere l’ Ogliastra bloccata da una frana che spera di essere salvata da un Giro d’Italia?
O cosa gli vuoi far fare il classico giro panoramico in pendolino superveloce?

Noi dai, lasciamo perdere. Che poi magari tira fuori il solito difetto e gli tocca fare tutto il giro in retromarcia.

Insomma la soluzione forse è quella di fare buon viso a cattivo gioco.

Certo nessuno si azzarderà a dire quella sacrosanta verità che tutti noi Sardi sappiamo da sempre, e cioè che a tenere isolata la Sardegna non è il mare ma la politica.

Per cui probabilmente i nostri amministratori, dopo la foto di gruppo, preferiranno ammettere genericamente che i problemi sono tanti e atavici, che ce la stanno mettendo tutta, che le responsabilità sono molteplici, l’insularità, la crisi e che ringraziano per la grande opportunità che ha il merito di aver sollevato l’argomento, e bla bla bla…
E a quel punto tutti noi, senza grande stupore, avremo la netta sensazione che i 7 Grandi siano stati accolti dai 7 nani.