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No est tzertu pro more de is tzitadinos-traballadores, si non in pertzentuale fisiològica.
Indennizos pro non piscare. Contributos pro nde bogare bìngias, olivàrios e campos de trigu. Assegnos de càscia integratzione e mobilidade pro annos e annos.
Una die ddoe at istadu finas una Comuna – Su Masu -, in ue su sìndigu, chie est oe cussigeri regionale de su Pd, chi susteniat su disterru, oferende·si de pagare su biàgiu a is giòvanos de su logu chi detzidiant de si nde andare.
Semus s’ùnica regione de su mundu in ue pagamus a is persones pro non traballare, in ue amus pranificadu unu sistema de agiudos e para-caidas chi punnant a sa mandronia, a sa dipendèntzia, a sa tzerachia, a su ricatu dae su podere polìticu. E in ue totu colat sena chi ddoe apat mancu gana de s’indignare.
E cale terra in su mundu podet tènnere benidore, si s’istrutura sòtziu-econòmica sua est organizada in custa manera?
Ddoe at manera e manera pro no abbandonare a chie est abarradu agoa. Cussu de intzentivare su non-traballu est sa prus faddida. Sa negatzione de sa Polìtica e de sa dignidade de s’indivìduu, s’ausèntzia de ispìritu de comunidade.
In custa manera parent finas pagos is 2500 sardos chi ant abbandonadu domo e bidda issoro, in s’ùrtimu annu, pro si nde andare in su furisteri. Si is cosas no mudant, ant a èssere semper de prus.
Si progetat unu genotzìdiu culturale, un’irraighinadura chi at a èssere impossibile arrangiare, unu desertu chi pro is satzerdotes cumpràghidos de sa tècnica polìtica est a fadu de Deus e in capas finas de bonas uras.
Unu delitu perfetu, e is responsàbiles ant nùmene e sambenadu.
Is sardos, pro sighire a isperare, pedint traballu. Ddu faghent non solu is giòvanos ma is tzitadinos de ogni edade. Est custu su problema de is problemas: chie non dd’at cumpresu est destinadu a èssere torradu a nudda dae sa dibata polìtica.
Caro Direttore,
tutto corretto, tranne la chiosa finale: i Sardi non solo chiedono lavoro, chiedono anche la concreta possibilità di crearsi e creare lavoro! Fisco, INPS e Burocrazia (braccio operativo dei politici per curare le loro clientele) sono 3 AVVERSARI invincibili per chiunque voglia realizzare e far fruttare le proprie idee!
Ha mai assunto una persona e valutato i costi burocratici (come è possibile che il processo di assunzione sia così complesso da richiedere e pagare il parere di più di un professionista?), fiscali e previdenziali? Ha mai avuto sotto occhio l’agenda delle scadenze fiscali per un’impresa (anche individuale)?
Tutto il sistema è CONTRO la micro e piccola impresa (quella più resiliente e capace di creare vera ricchezza) e a FAVORE della grande impresa che va a braccetto con i poitici, spesso è causa di pesanti emissioni in ambiente o altre esternalità negative e che è sempre pronta a ricattare con l’argomento delle “buste paga” e dell’ “indotto”!
Saluti
Disobbedienza civile. Henry David Thoreau.
….e sos dzovanos,…cussos chi a s’edade issoro deviant ponner su mundu ancas in artu,…inue che sunt??? Ispendinde su ‘inari chi dant a sos babbo po fagher “” sos caddos de istalla”” essende “” CATZ’INTREGADOS “” a vida,,,o ispendinde su ‘inari de cussos babbos r giagios chi retzint sas suventziones po nde iscontzare e pogare dae fundamentu sas bindzas o sos olivarios ???
Mah ..
caro direttore sei così ovvio e banale da essere ormai prevedibile ..ajo la vuoi dire una cosa interessante? una proposta per qualche cosa ? No le idee giuste solo per la prossima campagna elettorale?
Carissimo direttore, buonasera concordo pienamente su quanto argomentato, ma spenderei due righe per far presente che questa classe dirigente continua a credere che ad aver bisogno d’aiuto non siano i giovani, vedi ultimo programma di aiuti meglio conosciuto con la sigla T2 che è imminente, e che presuppone aiuti anche a fondo perduto per programmi da 200 mila euro sino ad 800 mila, dimenticandosi che per qualsiasi programma imprenditoriale serve il capitale proprio affinché una base di aiuti possa essere legittimata e una giovane impresa o un piccolo imprenditore non ha nè capitali propri e tanto meno ne può avere da terzi e inoltre non ha programmi a quella portata, quindi continuiamo a far ridere chi realmente ha capacità di capire che è solo un gioco per far prendere i soldini agli amici….ben lungi da creare sviluppo economico, questa classe politica oltre ad essere veramente ignorante in tutti i settori ha la malvagità e l’arroganza di volerci trattare ancora come si faceva 40 anni fa, qualcuno si sta svegliando, purtroppo molto lentamente e sempre purtroppo il popolo sardo non è coeso, non crede nelle sue capacità, non crede che l’unione vera farà la forza e sarà solo quella a salvarci, essere veramente uniti slegandoci da certi stereotipi evitando di creare contrasti tra fratelli e provando maggiore umiltà e amore per i fratelli sardi e questa Terra meravigliosa che il mondo ci invidia.
Letti tutti commenti…
Quindi ci resta solo la rassegnazione nella disperazione?
O addirittura l’abdicazione della coscienza come fa lei signor Max che non trova di meglio che valutare così ingenerosamente le parole di Anthony Muroni in piena superficialita’?
Questo Signore, in cui nutro la massima fiducia e stima, si sta battendo come nessuno ha mai fatto e, fin da tempi meno sospetti, sostiene una ferma volonta’ all’autodeteminazione. Non solo per la preoccupante esposizione dei problemi menzionati….ma per l’assoluto appiattimento mentale di taluni dal “grilletto facile” che, su ovvieta’ e adagiamento al sistema ha impostato propria vita.
Tutto vero..assolutamente vero,io vorrei porle una domanda,vista la sua competenza in materia,ma questa benedetta zona franca integrale è applicabile in Sardegna oppure no,e se è applicabile perché non viene attuata?
Saludos
Il quadretto isolano descritto aveva un senso diversi lustri fa non oggi. Non
ci si può stupire se questo trattamento è lo stesso riservato a popolazioni indigene, come i pellerossa o gli inuit, pagati per non far nulla pur di non lasciarli fare ciò che per millenni praticavano, la caccia o la pesca. Oggi costoro annegano le loro frustrazioni nell’alcol in attesa di estinguersi in nome del rispetto delle minoranze. La Sardegna è altra cosa ma la sensazione è che il modello sperimentale sia simile, perché venir pagati per non produrre o andarsene alla fine ha gli stessi effetti.
Oggi la situazione è molto diversa, perché se ieri c’erano degli incentivi per lasciare spazio oggi anche le casse sono chiuse per scelte politiche “superiori”. Se mi passate il cinico paragone, pure gli ebrei, solo all’inizio, vennero invitati con incentivi a lasciare la Germania… Molta responsabilità la scarico sulla nostra classe dirigente, dei moderni Hidalgo di stampo spagnolo, che si sono divisi il territorio, ne hanno impedito qualsiasi sviluppo, pur di mantenere un ferreo controllo sull’elettorato. La sciagurata decisione di cedere il Banco di Sardegna non è stata firmata da italiani, come direbbero gli irriducibili indipendentisti, ma da sardi che hanno fatto del modello Corona di Spagna un riferimento assoluto. Chi ha bloccato per sempre lo sviluppo edilizio in Sardegna se non la classe degli Hidalgo al potere in Regione? Se il trasporto aereo è navale sull’isola è diventato uno schema per drenare soldi pubblici, senza fornire un vero servizio, lasciato in mano a Compagnie di compagni di merende degli Hidalgo locali ci possiamo stupire se i collegamenti sono diminuiti e la concorrenza pure?
Adesso il quadro è più chiaro ma in onor di verità devo aggiungere che non si può voler “la botte piena e la moglie ubriaca” se non si accetta un compromesso con l’ambiente e con le troppe ideologie in giro in quest’isola di matti, perché è questa la considerazione che hanno i nemici italiani a detta degli indipendentisti, famosi per il loro leitmotiv A FORA. Fino adesso non ho sentito uno straccio di programma economico tanto dagli irriducibili quanto dagli altri, per questo dubito si possa fare qualcosa, perché se non si hanno persone, idee, programmi credibili e credibilità è difficile essere ascoltati dal popolo sardo, che mestamente sta aspettando che la natura faccia il suo corso, tagli il numero degli improduttivi. Non me ne vogliate, se non ci si vuole paragonare agli indigeni si deve iniziare a pensare e agire come popolo che voglia essere responsabile del proprio futuro, prendendosi dei rischi e facendosi carico di lavorare molto più del minimo per sopravvivere, cooperando anziché farsi le scarpe l’uno con l’altro. Non vorrei aver fatto venire il mal di pancia a qualcuno ma non mi piace partecipare a parodie politiche con simulazioni e dissimulazioni perché la corsa allo Spoil System (ottenere una carica pubblica) è partita, non voglio essere io a creare nuovi Hidalgo, chi vuole il mio voto presenti programmi e persone credibili, altrimenti non ho tempo, non voglio comprare niente, grazie e arrivederci. Spero di poter accendere il confronto.
Tra i commenti quello di Roberto Seri è il più calzante ed incalzante, quando si leggono le analisi di un giornalista, che è ora anche portavoce di un Partito, di un nuovo Partito regionale che partecipa alle elezioni nazionali. Che, da giornalista leccioso,- continua a descrivere ciò che accade in Sardegna, come in un misero reportage che non sputtana i reali responsabili sardi per il disastro socio economico che ha un filo diacronco comune con l’arretratezza culturale atavica. La mancanza di condivisione e autostima di un intero Popolo, relegato in diverse “riserve sociali e culturali” i paeselli sempre più divisi e lontani, per mancanza di adeguati collegamenti e di pari opportunità, che costringono chi ancora parla la lingua degli avi, alla fuga dai luoghi d’origine, per rifugiarsi in città sempre più grigie e degradate, con una sola lingua imposta o a cercare migliori opportunità oltre la nostra costa, buona solo per speculatori e vacanzieri veloci, ingordi e troppo taccagni per comprendere che le tasse di soggiorno in Sardegna, sono dovute per sostenere i costi imposti ai residenti per condividere i servizi con un numero esorbitante di visitatori. Ciò che occorre in Sardegna è una maggiore coscienza verso i prodduttori, che permetterebbero ai visitatori e a noi sardi di consumare più consapevolmente prodotti sani in un sistema regionale eco sostenibile, che dovrebbero essere auto prodotti e non quasi totalmente importati, perché il lavoro non solo nobilita l’uomo ma gli dovrebbe permettere di vivere bene e felice, il resto è propaganda, l’abbiamo già vista.
Se avrò vita, vedrò, fra qualche anno, se Muroni e la sua autodeterminazione, oltre ai benefici personali, oltre che criticare, avrà bonificato le tante cose brutte che vede oggi in sardegna.
Dunque … sarà il caso di smetterla di piangersi addosso e scaricare le responsabilità sui vertici politici che noi e solo NOI potremmo sostituire con persone valide e credibili scelte, per la prima volta, grazie a questo coraggioso direttore, dai sardi e non dalle segreterie politiche romane. Solo uniti e determinati potremo riscattare la Sardegna.
Dunque … “contiamoci per contare”, tutto il resto è aria fritta, trita e ritrita.
…di osservatori,di turno,ad ogni turno elettorale se ne conoscono abbastanza,e anche di quei tanti signori,che ci ricordano i nostri mali e le nostre croniche accettazioni passive,alle imposizioni di leggi,clientelari e improduttive dettate dai vari governi nazionali, per la nostra Sardegna, ne abbiamo piena coscienza…..chi ci manca sono quelle persone che realizzino una parte,di quei progetti che abbiano come obbiettivo a lungo termine un idea di Sardegna impostata,per la salvaguardia dell’ ambiente delle biodiversità,di un turismo rurale che possa conseguentemente arginare lo spopolamento,creazione di un agricoltura sostenibile di qualità coordinata e cooperativista per ridurre i costi di produzione ed esportazione e vendita,abbattimento dei costi del trasporto,flotte sarde navi aerei per il commercio merci e per il trasporto passeggeri..Attività culturali nelle scuole primarie ecc.che insegnino la storia e le tradizioni sarde prendendole in considerazione per avere una base solida e credibile per essere poi trampolino di lancio,per progetti legati anche all innovazione (Sardegna ricerche) che possono andare ad arricchire e completare le peculiarità di cui siamo ricchi,natura ambiente cultura e tradizione,come potrei spiegarmi meglio? i Sardi hanno da ormai tanti anni accettato di lasciarsi governare dalle solite poche famiglie feudatarie e da alcuni vicini e fedeli vassalli,legandoci al “giogo”dei contentini e delle promesse,minando nel tempo,la nostra integrità sociale culturale e identitaria…..Non ci resta,che asciugarci le lacrime,e andare a votare non pensando al nostro bisogno personale, bensì alla costruzione di un futuro collettivo dei Sardi dei nostri ragazzi,che non dovranno in un futuro prossimo disprezzarci o maledirci per ciò che non siamo stati in grado,con menefreghismo egoismo e incoerenza,di regalare loro…un SOGNO…da realizzare nella loro terra madre.
Conconrdo e sottoscrivo tutto cio che ha scritto Vale, egregio direttore