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++ la versione in lingua sarda è in fase di elaborazione ++
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Vittorio Sechi says:
Carlo Poddi says:
Caro Direttore,
colpisce il punto principale che spiega perché la Sardegna è così arretrata e lo resterà per sempre finché sarà governata da questo sistema retto dal più estremo clientelismo e cura delle poltrone e quindi voti.
Lei scrive del duo “Cabras-Fadda”, ma se ne potrebbero trovare almeno altri 10-15 di signori dei voti che sono responsabili del disastro che circonda.
Signore e signori questa è la gioiosa macchina da guerra elettorale: come si PRODUCONO i voti necessari per conservare il potere? Semplice: coltivando e tenendo ben stretto il potere, la capacità di promettere o concedere favori o simili…..tutto pagato dai contribuenti e a scapito di qualsiasi speranza di reale crescita. Come possiamo realmente pensare che questi politici abbiano la minima comprensione delle esigenze delle imprese a cui si rivolgono i servizi di queste entità?
Saluti
Ricordare i fatti dell’aliga di Napoli mi riporta a ricordare il grosso interesse di Spissu verso il problema… da vice presidente comandava Soru proprio far si che in Sardegna arrivassero caterve di camion da smaltire nell’inceneritore di Macchiareddu. nonostante questo fosse contrario alla legge europea che imponeva lo smaltimento nel luogo dove fosse prodotta… Abbiamo visto centinaia di agenti e poliziotti antisommossa andare contro i manifestanti invece di ricordare ai lor signori che stavano loro andando contro legge… ma si sa, i questori e i prefetti li nominano sempre i lor signori….
Si proprio una congiunzione astrale… Ma tutte cosi devono essere?
Allargando il discorso, mi chiedo e ti chiedo…perchè in Sardegna, ma diciamo in Italia, al vertice di Fondazioni, enti o agenzie regionali devono andare dei politici, e non dei tecnici con vere e dimostrabili competenze nel settore? Perchè c’è sempre un balletto di poltrone tra persone che da un anno all’altro ricoprono incarichi anche molto diversi senza avere a volte le competenze per farlo? Qualcuno può rispondermi?
Non saprei dire, se si tratta di volonta’ politica o semplicemente una solluziione per riusciire a dare uno stipendio ad uno che imprenditioralmente ha fallito ovunque abbia provato a mettere mano, togliendo risorse ad imprese sane ,o piu’ semplicemente cercare di mettere mano su un malloppo di cui ancora non avevano sondato le effetive potenzialita’ economiche, riuscendo a capire che mettendiosi al vertice , possono risanare attivita’ in stallo, in attesa che, un qualsiasi curatore fallimentare faccia un gioco delle tre carte per far tornare nelle loro mani le proprieta bloccate ,in attesa di una sentenza di assoluzione, non appena un magistrato alieneato ( occultamente) alla loro corrente gli restituisca le proprieta sequestrate. Complimenti per la scelta, Pensate, sarebbe, come se a gestire il deposito aureo di Paperon de Paperoni , ci mettessero a capo Pietro gambadilegno e la Banda bassotti ……..😉
La privatizzazzione delle banche (1993) prevedeva la nascita delle Fondazione bancarie e la loro politicizzazione, di conseguenza il loro triste destino.
Il controllo bancario è il primo strumento per controllare l’economia e lo sviluppo di un territorio, distorcere a vantaggio delle élite locali rappresenta il modus operandi del capitalismo assistenziale imperante in questa Repubblica delle Banane.
L’impedire la nascita di Bcc in Sardegna è stata la soluzione migliore per le élite per difendersi dalla nascita di una possibile concorrenza interna.
Scoprire che in Trentino le Bcc controllano il 60% del credito locale spiega bene il loro successo e il fallimento sardo.
Il furto legalizzato del Banco di Sardegna da parte della BPER è stato il colpo finale per bruciare i resti dell’economia isolana.
Con l’entrata in vigore di Basilea 2 nel 2007, la Sardegna ha visto sparire 20.000 aziende e il generarsi di 2 miliardi di euro di sofferenze.
Le sofferenze bancarie hanno tolto dal mercato sardo 20mila aziende e le nuove norme impediranno di accedere al credito, come possiamo immaginare uno sviluppo economico senza credito?
I manigoldi al soldo della politica, nominati all’interno del sistema bancario, sono i garanti delle élite speculative, le quali possono prendere a piene mani dal sistema bancario isolano.
Non ci sarà futuro per la Sardegna, sino a che non verranno cambiate le istituzioni locali, eliminate le troppe leggi che hanno ucciso lo sviluppo, tagliata in maniera massiccia la burocrazia, rivoluzionato il sistema bancario ed ELIMINATO in toto l’assistenzialismo.
Se non arriveremo ad un cambio di rotta sostanziale, la prossima fermata sarà quella di fare concorrenza Haiti in quanto povertà e disperazione.
È vero che Basilea 2 ha ristretto notevolmente le maglie del credito alle imprese, ma è ancor più vero che l’imprenditoria isolana è caratterizzata da una sostanziale sindrome di nanismo e, in massima parte, fortemente sottocapitalizzata. Crca il 50% delle imprese sarde che gravitano nell’area dei Confidi di Garanzia fidi, per effetto dell’adozione da parte delle banche ei criteri di valutazione per rating, è inserita nella fascia o rossa o arancione, il che significa, in soldoni, nessun accompagnamento creditizio e/o progressivo disimpegno.
Abbiamo le nostre belle gatte da pelare. Il nanismo imprenditoriale non aiuta di certo.
Era ora che anche A.Muroni sul suo blog, oltre che il gruppo di esperti che si firma Amsicora su Sardiniapost.it , si interessasse della vicenda Fondazione Banco di Sardegna e sulla assoluta mancanza di chiarezza sulla gestione e sille politiche di sviluppo da parte della sua dirigenza. Non dimenticando di far osservare che il patrimonio della Fondazione è di tutti i Sardi e non del ristrettissimo e conosciuto gruppo di persone che l’amministra o dei governanti regionali che non li controlla come dovrebbero agire nell’interesse di tutti i Sardi. Ben venga quindi il dibattito ed i quesiti sulla questione.Più persone si interessano al tema, più difficile sarà per gli amministratori mantenere il loro colpevole silenzio.
Ma Spissu non era stato condannato? Come fa ad occupare questa carica?
Volevo chiedere una cosa: conoscete una società Poliste srl? Fondata da una parente del vice presidente della Regione? C
Penso che alla fine, a forza di sfidare le leggi di gravità naturale, molti equilibristi della politica e della finanza sarda, come è già successo in altre realtà in Italia, si ritroveranno gambe all’aria. Ricordo di aver sentito tanti anni fa durante una trasmissione televisiva di inchiesta una frase che non ho mai dimenticato:”Finché dura c’è verdura”. Evidentemente tutta questa gente si rifà a quel principio. Quello che mi preoccupa e che quando finirà la verdura a pagare i danni saranno come sempre i cittadini per bene, quelli che pagano le tasse e rispettano responsabilmente le norme di convivenza civile.
Non sono attrezzato per commentare quando espresso, ma ho capito è francamente sono molto turbato