Torramus a mòere dae su parègiu de bilantzu.
Nemos diat a àere pòtzidu otènnere ispidales, iscolas, caminos, trasportos si esseremus istados custrintos a su parègiu de bilantzu dae s’intrada in vigèntzia de sa Costitutzione.
S’Istadu chi at atzetadu custa rechesta at a àere finas logradu su reconnoschimentu de s’Europa, ma at lassadu pèrdere sos bisòngios colletivos e no at cumprèndidu chi chie s’est incurbadu una s’at a dèvere incurbare àteras bortas puru.
E faeddamus de su dèpidu pùblicu, chi ismànniat no in tamen sas manovras chi si traduent in tassas o in ismenguaduras a s’assistèntzia sotziale.
Finas a su 1981 su Ministeru de su Tesoru e sa Banca de s’Itàlia fiant a cunsonu subra sos tassos de interesse in contu de sos tìtulos de Istadu: issos deviant abarrare prus bassos de s’inflatzione pro trantzire chi su dèpidu si esseret unfradu de sesi.
In su 1981 su Tesoru proponet s’indipendèntzia a sa Banca de s’Itàlia e pro more de custu dae su 9 de triulas de su 1981 sos interesses chi s’Istadu deviat pagare fiant a manera forte influentzados dae sos comporadores.
S’Istadu gasi at atzetadu de pagare interesses prus artos de s’inflatzione. Duncas a unfrare su dèpidu pùblicu no est istada sa vida nostra prus arta de sas possibilidades.
Posca bi sunt sos derivados, chi su Tesoru istìpulat cun sas bancas mannas (Morgan Stanley pro nàrrere) pro si amparare dae s’arriscu de sos tassos de interesse. Si sos tassos abarrant bassos est comente si s’Istadu perderet un’iscummissa.
Resultadu: su valore de mercadu de sos derivados est negativu pro s’Itàlia de 36,7 miliardos. E su dèpidu pùblicu ismànniat. Custu argumentu est isvilupadu bene dae Istèvene Feltri in su Fatto Quotidiano de su 21 de austu coladu.
Mi creo chi, cale si siat modìfica de sa Costitutzione, gasi comente est proposta dae custu Guvernu, at a èssere unu regressu e unu dasnnu pro nois tzitadinos.
Deo voto NO.
E’ pregevole la passione e il sogno di non dover affrontare il gigantesco debito pubblico che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità, però per poter condividere questo post e altri sul tema (tra l’altro anche io voterò no, ma non certo sulla base di questo argomento), vorrei che qualcuno (chiunque) mi indicasse gentilmente un Paese in cui lo Stato si stampa la moneta in maniera autonoma senza che i suoi cittadini debbano usare la cariola per portare con se il denaro!
Maria Ignazia, ha provato a guardare la serie storica dei tassi di inflazione proprio in quegli anni che lei cita? Sa che l’inflazione è la peggiore tassa per le persone con redditi medio-bassi o addirittura al di sotto della soglia di poverta?
Saluti
Quando dico “in maniera autonoma” mi riferisco alla stampa delle banconote decisa in autonomia dal governo stesso ossia dal decisore della spesa pubblica (chi genera cioé il fabbisogno di risorse finanziarie).
Buongiorno, se ancora si crede che il debito sia arrivato dall’alto senza responsabilità politiche e senza apparenti scelte scellerate non credo siamo sulla buona strada ed e’ questo uno dei motivi per cui non si può mai toccare nulla dell’esistente. Le partecipazioni statali fino agli anni ’90, vortice di sprechi, corruzione e inefficienza; un settore pubblico ipertrofico e altrettanto rigido, protetto e altamente inadeguato e inefficiente; un sistema previdenziale profondamente ingiusto con sacche di privilegi inaccettabili e regalie diffuse; un sistema assistenziale altrettanto abnorme e modello di applicazione di socialismo reale. Vogliamo aggiungere altro?Il debito pubblico è stato alimentato da scelte sbagliate, in alcuni casi folli e trasformato in un circolo vizioso in cui i cittadini italiani erano destinatari accondiscendenti degli sprechi e al contempo felici finanziatori del proprio debito acquistando a man bassa titoli pubblici sicuri. Se è vero che il vincolo costituzionale non abbassa il debito non credo che non riducendo la spesa pubblica improduttiva e nociva si abbassi…In questo stato i genitori hanno letteralmente divorato i figli e paradossalmente, con questa ottusa cecità continuano a farlo. Gli esempi sono migliaia, purtroppo.
Resto d’accordo con Vale, il problema del debito è reale e concreto. Spendiamo 70 – 80 mld all’anno per gli interessi. Se avessimo solo la metà del debito avremmo a disposizione 35 – 40 mld per infrastrutture e altre politiche. Praticamente quasi 2 delle attuali manovre finanziarie. Non so se rendo l’idea…
Non ho competenze economiche, ma mi baso sull’esperienza. So bene che cos’è l’inflazione, perché lavoravo a reddito fisso.
E mi meraviglio quando leggo che qualcuno auspica che riparta l’inflazione per far ripartire l’economia.
Io vorrei che il debito venisse contenuto con contrattazioni non usuraie, come era fino al 1981, quando la gestione del debito avveniva in “casa”. Ora siamo indebitati e ricattabili, perché le grandi banche si esprimono sull’adeguatezza delle Costituzioni antifasciste, sui diritti dei lavoratori e fanno richieste non troppo velate ai governanti. Bisogna che cambi il modo di porci di fronte agli altri, non sempre col cappello in mano, ma provando ad attribuire valore alle ricchezze che abbiamo non per venderle a chiunque, ma per fargliele pagare per conoscerle. Comunque, ripeto che non ho conoscenze economiche ma vado a sentimento.
Per quello che ho capito, quando parliamo di spesa pubblica c’è chi pensa agli sprechi , mentre i governanti pensano al welfare, che è la spesa pubblica, e modificano il sistema sanitario e quello pensionistico, mai nell’ottica di ridurre gli sprechi ma solo di ridurre. E velocemente si sta riducendo un’organizzazione sociale civile.
L’ inflazione non e’ un male, in un sistema econonomico che cresce e’ assolutamente normale come lo e’ invecchiare! L’ erosione del potere di acquisto va perseguito con politiche adeguate ( una volta esisteva la scala mobile per stipendi e pensioni) ; Un tempo si andava in pensione troppo presto ma i nostri figli lavoravano prima … una cosa compensava l’ altra, visto che i nostri giovani sono disoccupati o peggio costretti ad abbandonare il nostro paese! Il debito pubblico cresce perche’ nel frattempo abbiamo perso la sovranita’ monetaria con l’ entrata nell’ euro e il nostro debito ora e’ un debito vero in mano ai mercati! Riflettete tutti: una volta si stava meglio nonostante tutto e tutti, ora che abbiamo tecnologie e strumenti di lavoro che una volta ci sognavamo stiamo sempre peggio! Qualcuno di voi si e’ mai domandato come mai ? O darete sempre la colpa a chi ha vissuto al di sopra delle proprie possibilita’ mettendo la testa sotto terra come gli struzzi ?
Inflazione oltre il 20% non è un male?
Una vola si stava meglio? Certo tutto pagato dai contribuenti di oggi e di domani e non di allora!
Con tutto io rispetto non sarà mica uno dei nostri cari padri che ha fatto la cicala?
Cara Vale , i suoi “cari padri” sono quelli quelli che alla fine degli anni ’60 e inizio ’70 hanno cominciato a lavorare e ancora oggi ,a più di 60 anni di età e con più di 40 anni di lavoro non riescono ad andare in pensione dopo aver pagato i baby pensionati ,i falsi agricoltori , i falsi sindacalisti ,i falsi ex combattenti i falsi ex partigiani e chi più ne ha più ne metta… Il tutto dopo aver costruito le scuole ,le palestre ,le piscine dove lei ha studiato e fatto sport nonchè gli ospedali moderni dove spero non sia stata mai curata le strade e le autostrade che percorre anche per svago… I suoi “cari padri” sono quelli che l’hanno accolta nella casa in cui vive,costruita spesso con mille privazioni,ma in un paese civile. I suoi
“cari padri” sono quelli che le hanno fatto prendere una laurea e magari anche una seconda al prezzo di innumerevoli sacrifici magari mantenendola allo studio in un’altra città e assistono , tra le lacrime, allo spettacolo ignobile di un figlio che che non ha uno straccio di lavoro e la cui unica alternativa è lasciare casa ,città e patria per guadagnarsi da vivere altrove. Sono quelli che , licenziati perchè vecchi per il lavoro ma non per la pensione ,vedono il loro paese , in mano a una casta inqualificabile di nani e ballerine, consegnato nelle mani degli gnomi di Bruxelles e della finanza internazionale.
Caro Antonello
ammiro la sua passione e la sua difesa e orgoglio per le cose fatte, i sacrifici e quello che ha dovuto subire (incluso i figli che non trovando lavoro sono dovuti andare via dalla nostra isola, non accettando il ricatto del barone o politico locale…..mi riconosco perfettamente in questa situazione!). Non certamente tutti hanno approfittato del magna magna legalizzato e finanziato dal debito pubblico di quegli anni.
Purtroppo sbaglia il destinatario (dovrebbe prendersela con i suoi coetani che giustamente chiama falsi, falsi e falsi), e purtroppo sbaglia un pò di calcoli e di impostazione. Infatti se consideriamo (come lei dice) coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1965 al 1975 (prendiamo un decennio alla ISTAT), mi duole constatare che prima dell’inizio delle restrizioni (solo dagli anni 90), proprio nel 1969 abbiamo l’adozione della famigerata formula retributiva per il calcolo della pensione (prestazione previdenziale basata sulla retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro). Gli assegni previdenziali arrivano all’80% dell’ultima retribuzione.
Nel 1973 arrivano le baby pensioni con la possibilità per le lavoratrici della pubblica amministrazione (sposate e con figli) di lasciare l’impiego dopo meno di 15 anni! Dopo 20 anni per gli altri statali e dopo 25 anni per tutti i dipendenti privati! La maggior parte delle persone che avevano iniziato a lavorare in quel periodo, ne hanno approfittato….eccome! Chiaramente ci sono anche quelli che non hanno potuto e che hanno dovuto subire gli effetti della sfacciattagine e mal comportamento dei propri coetani. Ma la loro situazione (qualche anno in più) è NIENTE in confronto di quella dei loro figli che non solo non trovano lavoro, ma che non troveranno alcuna pensione! E’ la più grande truffa legalizzata in essere che si fa finta di non vedere: la torta è finita, non ci saranno pensioni per chi ha iniziato a lavorare nel nuovo millennio!
Lasciamo perdere poi cosa è avvenuto dagli anni 60 in avanti: Simone ha brillantemente descritto la voragine di soldi pubblici e di sprechi realizzata dalle persone che hanno “amministrato” la cosa pubblica in questi anni! Si prenda solo l’andamento delle assunzioni negli enti pubblici, le partecipazioni statali, gli sprechi su sprechi di denaro pubblico preso a prestito e lasciato (sotto forma di debito) sulle spalle nostre e dei nostri figli e figli dei loro figli!
Saluti
Vale , mi scusi ma nel “73 avevamo appena iniziato a lavorare e non abbiamo mai potuto godere di quei fantomatici vantaggi nel trattamento pensionistico.quei vantaggi ,simili ,li avevano anche gli uomini che invece potevano andare in pensione con 19 anni 6 mesi e un giorno.. Inoltre lei ,mi scusi, sbaglia perchè non c’è mai stata la possibilità nel lavoro privato di andare in pensione dopo 25 anni. Per un breve periodo è stato possibile ,solo alle donne, di andare in pensione con 30 anni di servizio e agli uomini fino a circa 15 anni fa con 35 anni. Poi, per un periodo breve ,per andare in pensione si dovevano osservare le quote che aumentavano di anno in anno : 92 (57+35) , 93 (58+35) , 94 (59+35) etc… poi è arrivata la Fornero…insomma la generazione dei falsi,falsi,falsi è quella di mio padre ( che , poverino, è morto a 28 anni ,tre mesi prima che io nascessi…) la mia generazione ,invece, è quella che ha pagato tutti questi lussi.. pensi che mia moglie è appena andata in pensione con 43 anni di servizio e letteralmente a pezzi…ricambio i suoi graditi saluti.
quindi Grecia e Italia, che hanno il debito più alto in Europa rapportato alle dimensioni delle loro economie, hanno molti più ospedali degli altri, in Svizzera ad esempio dovrebbero quindi avere solo un quarto delle nostre scuole e ospedali…. direi che è assurdo, tra l’altro non si tiene conto che il debito italiano non è stato fatto per pagare investimenti (come scuole e ospedali) ma per pagare la spesa corrente, comunque tranquilli: la norma costituzionale è facile da aggirare, tanto è vero che da quando è stata introdotta non è mai stata rispettata! Del resto è dagli anni ’60 che non chiudiamo un bilancio in pareggio, nemmeno un anno!
Le tasse andrebbero pagate sul serio. Infine gli stipendi, le fatture, i progetti etc. andrebbero pagati in base al pil. Se diminuisce lo stipendio diminuisce, ka questo accade solo per quei disgraziati dei pensionati al minimo.