(Per leggere l’articolo in italiano cliccare sulla bandierina in alto e selezionare quella tricolore)
++ la versione in lingua sarda è in fase di elaborazione ++
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Carlo Poddi says:
Giampaolo Pisu says:
Vi racconto che cosa significa l’accorpamento dei servizi sanitari dal punto di vista della medicina di base. Parlo della Danimarca e di una cittadina dalle dimensioni di Sinnai, molto carina, luogo turistico e porto, dove il medico di base più vicino sta a 15 km , in un poliambulatorio, peraltro ben attrezzato con farmacia annessa. Il pronto soccorso funziona bene, ma per avere un consiglio e un parere su cose quotidiane che possono succedere a tutti, bisogna telefonare al poliambulatorio, fissare un appuntamento a seconda del codice che decidono lì senza vedere il paziente , e poi andarci, o farsi trasportare. Medici a casa vengono nei casi estremi, come pronto soccorso domiciliare. Ovviamente questo vale anche per i farmaci acquistabili soltanto con ricetta, bisogna andare al poliambulatorio, a meno che non si tratti di rinnovo, in qual caso il medico invia la ricetta direttamente alla farmacia cittadina. Per qualsiasi cosa, il medico lo trovi o al succitato poliambulatorio o all’ospedale, 30-60 km di distanza a seconda del caso da trattare. Tutti questi luoghi di accentramento dei servizi sanitari sono molto accoglienti, con speciale attenzione ai bambini. Ma. Sarebbe meglio meno cosidetta eccellenza e più dispersione suo territorio che garantirebbe un contatto più immediato col medico. La conseguenza più grave sul piano della mentalità media è quella di rivolgersi, in alternativa al dialogo col medico, a ciò che internet raccoglie e fornisce e che non è valutabile dal non specialista, ma che certe volte viene preso per oro colato e alimenta la autodiagnosi (vedi , per esempio, il caso mondiale delle campagne anti vaccinazione).
Pregherei , in base a una cosa a cui ho assistito proprio ora, di diagnosi dilettantistica in base a informazioni in rete, di considerare molto seriamente quanto ho appena scritto: ” La conseguenza più grave sul piano della mentalità media è quella di rivolgersi, in alternativa al dialogo col medico, a ciò che internet raccoglie e fornisce e che non è valutabile dal non specialista, ma che certe volte viene preso per oro colato e alimenta la autodiagnosi (vedi , per esempio, il caso mondiale delle campagne anti vaccinazione).”