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Contare totu su chi s'ischit,
èssere su chi naramus de essere
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Gasi nos furant sa vida28/10/2016
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Non date retta ai sondaggi02/01/2024
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Mont’e Prama resiste e cresce15/11/2023
In tempi di crisi, parcellizzare le risorse serve solamente a morire prima. Tanto più quando si usa ad ogni piede sospinto la retorica della “rappresentatività”. In moltissimi casi, la gente è pronta ad attaccare sistematicamente quelli che definisce “privilegi” e “poltronifici” quando sono altrui. In molti casi serve davvero tenere aperte tante piccole strutture, raramente efficaci, a scapito del servizio? La risposta “no” sarebbe scontata e difatti lo è quando tocca i privilegi e le poltrone altrui. Quando tocca le nostre lo diventa meno.
In effetti, si potrebbe rispondere che non sono pochi posti da assessore o sindaco a fare confusione ed a rovinare le nostre contabilità pubbliche, bensì tutta la sovrastruttura organizzativa che deve essere moltiplicata quando si genera “rappresentatività”. Questo sarebbe un discorso sensato. Ma come negare ad un povero sindaco un minimo di capacità di spesa in acquisti di beni e servizi? Con quale cuore sottrarre all’amministratore di turno una pur minima segreteria, in grado di filtrarne i molti e pesanti impegni? La morale della storia è semplice: se si deve semplificare per razionalizzare diventa obbligatorio tagliare. Sul fatto che anche una buona fetta della regione – volutamente minuscolo – possa essere ritenuta inutile saremmo molto d’accordo: io taglierei le sovrastrutture organizzative dei microcomuni, di tutte le provincie e di una grossissima fetta della regione…
Cun salude,
KK