Cari amici, ora vorrei ragionare con voi su questo resoconto pubblicato da Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano Lombardo, un comune di tredicimila abitanti della Val Seriana, a un tiro di schioppo da Bergamo.

Lo scorso anno, tra il 21 febbraio e il 15 marzo, erano morte otto persone, quest’anno cinquanta. Un aumento di più del 500%.

Ecco il suo diario della crisi.
Leggiamolo con attenzione e parametriamo le nostre reazioni e comportamenti di queste ore con quelli che qualche settimana fa venivano messi in pratica in Val Seriana.

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Carissimi cittadini, siamo entrati nella quarta settimana di questa maledetta emergenza. Non ho notizie da darvi oggi (quanto meno non positive), ma questo impegno che mi sono doverosamente preso di comunicare con voi tutti i giorni, penso sia un modo utile per restare informati e più uniti. Oggi vorrei ripercorrere con voi queste tre settimane passate, proponendovi un sunto minimamente commentato.

PRIMA SETTIMANA. L’INIZIO DELL’INCUBO
Tutto ha avuto inizio quella domenica 23 febbraio, quando al mattino ci siamo svegliati con il dubbio se svolgere o meno le sfilate di carnevale. La prudenza consigliò a noi sindaci di evitare. Poche ore dopo, nel primo pomeriggio la notizia dei primi due casi di Coronavirus all’ospedale Alzano e poi il vertice d’urgenza alla sera con Regione Lombardia e l’emanazione dell’ordinanza ministeriale con le misure restrittive da seguire. Martedì 25 febbraio i Sindaci della Bassa Valle Seriana riuniti ad Alzano, avendo compreso la grave situazione e nella condivisione del principio “Grandi sacrifici subito, per uscirne presto”, decisero insieme di mantenere rigide le misure restrittive varate dal Ministero, che via via, andavano invece allentandosi.

SECONDA SETTIMANA. L’INCERTEZZA
Dopo ore di attesa domenica 1 marzo è stato emanato il DPCM con le nuove misure restrittive (meno rigide di quelle che i Sindaci della Bassa Valle Seriana avevano definito) previste fino all’8.03.2020. I casi di contagio in Alzano a quella data assommavano a meno di 20. Il 2 marzo con nota n. 17602 la Prefettura di Bergamo evidenziava ai Sindaci che nessun potere avevano in materi Covid-19, impedendo in tal modo ai Sindaci di decidere misure più rigide per i propri territori. Pur impediti dal fare ordinanze, e sempre consci della gravità della situazione, abbiamo chiesto alle nostre società sportive di astenersi spontaneamente dalle attività (nonostante il DPCM le consentisse) e con grande responsabilità le società sportive locali hanno accettato. Il 3 marzo il comune di Alzano istituiva in accordo con ATS un numero speciale per gli alzanesi per rispondere alle domande di carattere sanitario, mentre il numero dei positivi saliva a 27. Il Governo nel frattempo interrogava l’Istituto Superiore di Sanità sul caso Alzano/Nembro al fine di eventualmente istituire nuove misure restrittive (cd. Zona rossa). Seguivano 4 giorni di totale incertezza, dove il Governo stentava a decidere senza fornire indicazione alcuna sulle scelte. Nella tarda serata di sabato 7 marzo l’inattesa decisione di non creare una zona rossa in Valle Seriana, ma dare limitazioni forti all’intera regione Lombardia. Nel frattempo i contagi di Alzano erano saliti a 36, quelli di Bergamo a 89 e a Nembro 83.

TERZA SETTIMANA. LA CONSAPEVOLEZZA.
Astenendomi da qualsiasi considerazione di merito, che per rispetto istituzionale farò solo a tempo debito, è risultato a tutti chiaro il cambio di strategia del Governo, non più fondato sul CONFINAMENTO dei contagi nei focolai, ma di RALLENTAMENTO, attraverso il congelamento delle attività dell’intera nazione, (complice anche l’infausta fuga dalla Lombardia verso il sud compiuta da cittadini irresponsabili nella notte tra il 7 e l’8 marzo scorso). La settimana trascorsa si è aperta con un richiamo forte ai cittadini in fatto di rispetto dei rigidissimi divieti imposti e devo dire che il rispetto è stato rigoroso. Abbiamo subito costituito il Centro Operativo Comunale, che si è fatto carico di gestire la situazione emergenziale e reperire DPI e materiale salvavita per garantire sostegno ai medici di base, al personale volontario e agli addetti alle onoranze funebri, oltre che garantire servizi ai nostri cittadini in difficoltà. Purtroppo stiamo però scontando il periodo più difficile in fatto di contagi e decessi, avendo ad oggi raggiunto la quota di 50 defunti in tre settimane, rispetto agli 8 dello stesso periodo dello scorso anno. Una drammatica ecatombe. Sappiamo che per valutare gli effetti dell’isolamento in corso, dovremo attendere almeno la fine di questa settimana, e quindi l’impegno di tutti è quello di non mollare di un millimetro e rispettare le regole.

Ciò di cui le comunità locali hanno bisogno ora sono i DPI e la garanzia della fornitura di ossigeno alle farmacie, elementi fondamentali per combattere il virus e garantire le cure ai nostri contagiati. Se non fosse stato per i benefattori che ci hanno donato materiale, non avremmo avuto DPI nella settimana passata ed in quella entrante. Come Alzanesi e Bergamaschi abbiamo sempre dato dimostrazione di grande impegno, diligenza e generosità. Adesso siamo noi ad aver bisogno!
Abbiamo sempre tenuto e sempre terremo un rigoroso atteggiamento di rispetto, ma con il medesimo rigore pretenderemo il massimo rispetto per le nostre comunità.
FORZA ALZANESI!