Vedendo il duo P & P (Pigliaru & Paci) andare a Roma a contrattare con il Governo italiano per la “Agenzia Sarda delle Entrate” mi è venuto in mente il film di Camillo Mastroicinque “Totò, Peppino e la malafemmina”, quando i due comici napoletani sono andati a Milano.

Nel film la parte curiosa è quella in cui Antonio detta a Peppino la lettera da inviare a Marisa, la ragazza milanese “malafemmina” che si era innamorata di Gianni, figlio della loro sorella vedova, per convincerla a lasciarlo, poiché temevano che lo avesse distolto dagli studi.

Per rendere la lettera più minacciosa i due avevano abbondato nella punteggiatura mettendo i famosi “due punti” al posto di uno.

A volte la realtà supera la fantasia, come quando il Presidente della Regione Sardegna ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la “Legge di stabilità 2017”, ovverosia la Finanziaria nazionale italiana, che prevede la proroga degli accantonamenti fino al 2020 per implementare il fondo sanitario nazionale, che costa ai Sardi 684 milioni di euro all’anno.

Questo dopo che la Giunta regionale aveva firmato l’accordo con il Governo italiano per ritirare i ricorsi presentati alla Corte Costituzionale per gli stessi accantonamenti. La Valle d’Aosta, che invece aveva seguito nei ricorsi, ha vinto e si è vista riconoscere i propri diritti.

Ma allora viene spontaneo chiederci: che razza di accordo hanno firmato con lo Stato italiano Pigliaru e Paci, se ora vogliono presentare alla Corte Costituzionale gli stessi ricorsi che hanno ritirato qualche anno fa? Non sarà che gli hanno mostrato qualche testo e gliene hanno fatto firmare un altro? O che abbiano letto qualche lettera in cui al posto di un punto ce n’erano due che mutavano del tutto il significato della frase, come nella lettera di Totò? E ora questi due nostri rappresentanti istituzionali vogliono aprire un contenzioso con il Governo italiano per l’Agenzia Sarda delle Entrate?

Qualche giorno fa Pigliaru & Paci hanno nuovamente scritto a Maria Elena Boschi (Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri), come Totò & Peppino alla “malafemmina”, per farci almeno uno sconto su questi 684 milioni e pagarne la metà. Ma la Ministra sembra che a quell’orecchio non ci senta e i nostri due sono stati costretti a emigrare a Roma, già per la quarta volta, per provare a convincerla.

Proprio il 18 di Ottobre il Presidente sardo ha dichiarato sul sito della Regione: «Crediamo fortemente nell’Agenzia Sarda delle Entrate, poiché è un punto qualificante del nostro programma e uno strumento importante di controllo fiscale». Se non è che il Governo Gentiloni non ha voluto ritirare il ricorso alla Corte Costituzionale sull’articolo 3 della legge istitutiva dell’Agenzia Sarda delle Entrate e ce l’ha bloccata.

Per questo noi di Sardigna nostra e tutti i Sardi si stanno chiedendo: a cosa stanno giocando? La Regione ritira i ricorsi per accordarsi con lo Stato italiano e questo, per ringraziarci, ci fa pagare quasi 700 milioni di accantonamenti sulla sanità? La Regione fa la legge per istituire l’Agenzia Sarda delle entrate e il Governo ce l’Impugna? C’è qualche “punto” che non torna, come nella lettera di Totò!

Per fortuna Pigliaru e Paci non sono né donnaioli né bevitori e, per tanto, non li vedremo di certo, quando vanno a Roma, in qualche locale attorniati da donne e champagne, come avevano fatto Totò e Peppino, altrimenti avremmo potuto già battezzare l’Agenzia Sarda delle Entrate “Agenzia Sarda delle Entraîneuse”.