Qui a Barcelona molti delegati dell’indipendentismo sardo si sono accreditati come osservatori internazionali e stanno seguendo un importante protocollo di incontri e conferenze più o meno ufficiali con le autorità del Governo e con i diversi partiti indipendentisti.
È molto importante che ciò accada ma noi attivisti del Comitadu pro su Referendum de sa Catalunya abbiamo fatto un’altra scelta.
Ieri notte, appena arrivati a Barcelona, i nostri contatti ci hanno accompagnato nelle case predisposte all’ospitalità e dopo averci rifocillati ci hanno comunicato che ci saremmo visti la mattina successiva perché loro dovevano presidiare i seggi occupati.
Ovviamente in un baleno abbiamo preso il necessario e ci siamo uniti a loro perché – abbiamo detto loro – non siamo venuti qui ad osservare ma a partecipare e a dare il nostro contributo alla causa. Io e un altro compagno siamo capitati in una piccola scuola dell’infanzia del barrio Guinardó.
Mi aspettavo militanti e bandiere indipendentiste, invece ho trovato solo semplici cittadini organizzati cone quando si va al campeggio, bambini, anziani e tanti giovani col sacco a pelo.
– Perché siete qui? Turisti? – ci chiedeva la gente e quando spieghiamo che siamo lì per lottare con loro perché vinca la democrazia e il diritto all’autodeterminazione, stentano a crederci e ci ringraziano offrendoci da bere e da mangiare.
Ma non sono loro a dover ringraziare noi. Nella scuola dove abbiamo dormito c’è una cartina con le minoranze linguistiche d’Europa e la Sardegna viene segnalata come “comunitat limguistique bilinguitzad “.
– Vedete questa cartina? – ho spiegato loro – purtroppo è falsa. Non c’è il bilinguismo in Sardegna. Nemmeno una tutela debole e oggi l’attuale governo che vi ha dato solidarietà ha smantellato quel poco che c’era. Siamo noi che dobbiamo ringraziare voi. Se vinciamo qui in Catalunya noi abbiamo la speranza di avere un futuro libero. Altrimenti siamo condannati all’estinzione. Per questo siamo venuti. É la nostra stessa lotta! Oe in Catalunya, Cras in Sardigna!
estinzione ? con tutti i disoccupati che abbiamo in sardegna estinzione non credo dove vanno questi disoccupati ? poi in sardegna, se 100 pagano le tasse e 10mila no. ovvio che finiamo male però: bello quello che state facendo .se lo avreste fatto qui in sardegna sarebbe stato piu bello e aprezato
vi seguiamo e vi sosteniamo anche da lo tano
Apprezzabile la concretezza di Sabino e di quegli indipendentisti che hanno scelto di stare con il popolo, piuttosto che proclamarsi “osservatori internazionali” senza avere la minima esperienza.
Per capire quale e quanta preparazione occorra (per essere credibili) si potrebbe citare il lavoro che sta svolgendo The Hague Center for Strategic Studies: tre settimane sul campo (e sono poche); sei delegati (più quattordici che arriveranno a breve in Catalunya, e sono pochi); un’iniziativa indipendente, autofinanziata, guidata dal diplomatico Daan Everts (che vanta una notevole esperienza, ed è tanto).
Insomma sarebbe pure ora di essere seri, o no?