Assistiamo, con sentimenti contrastanti, al gran parlare che si fa su di noi tecnici aras negli ultimi giorni. Ci verrebbe da pensare che cinque mesi di sit-in sotto il palazzo della giunta Regionale inizino a dare i loro frutti.

Coldiretti, gli ordini professionali e da ultimo alcuni consiglieri regionali, spendono parole di elogio per l’importanza dell’assistenza fornita dai Veterinari dell’Ara, ribadendo la necessità di ripristinare il modello di assistenza degli ultimi 30 anni.

Dispiace, però, vedere ridimensionato il ruolo che i tecnici, Veterinari, Agronomi, Agrotecnici e tecnici del laboratorio del latte hanno rivestito in questo trentennio: l’assistenza tecnica non è solo assistenza sanitaria, non è fatta solo di prescrizioni di farmaci, trattamenti anti parassitari e controlli epidemiologici: è un’azione complessa che tocca tutti gli aspetti della gestione di un’azienda zootecnica.

Ci siamo sempre impegnati a far crescere il livello di preparazione degli imprenditori zootecnici e vogliamo continuare a farlo, nel rispetto delle norme fissate dall’Europa; pretendiamo quindi il rispetto, dovuto a tutti i lavoratori, che è venuto meno nei nostri confronti negli ultimi anni.

La zootecnia necessita di interventi strutturali, quindi anche di una vera assistenza tecnica pubblica, nel pieno rispetto delle norme: in primis quella sugli aiuti di stato.

La propaganda di questi giorni non seguita dalla soluzione di un problema così delicato non è più ammissibile né corretta .

Non è pensabile che si possa rimettere in piedi un servizio di assistenza sanitaria uguale a quello del recente passato. Ce lo vieta l’Europa che accetta gli interventi limitandoli al campo delle epizoozie.
Soprattutto non possiamo non ricordare all’ANMVI e agli ordini -sicuramente deputati in primis a salvaguardare gli iscritti- che tutto deve essere fatto alla luce del sole, nel pieno rispetto delle norme della libera concorrenza e senza incentivare il sottolavoro che ha caratterizzato l’azione dei veterinari (inquadrati con un contratto per impiegati agricoli senza il giusto riconoscimento economico per la loro alta professionalità e per giunta obbligati a pagare gli esosi contributi minimi enpav).

Per il singolo tecnico mancano certezze sul modus operandi.

La nostra posizione resta la stessa; continuiamo a riconoscere la piena validità della legge che prevedeva l’inquadramento dell’assistenza tecnica dell’aras nell’agenzia regionale, operazione resasi ancora più indispensabile in questo momento così difficile.

Pasta con i provvedimenti tampone!

E’ giunto il momento di costruire. E noi facciamo parte, di diritto, delle fondamenta del comparto zootecnico. Chiediamo rispetto.
Il gruppo sit.in