Le mobilitazioni popolari contro ecomostri e inceneritori ben sostenuti e difesi dal potere coloniale.

Le manifestazioni contro impianti termodinamici invasivi e contro il dilagare di sterili progetti energetici.

Il patrimonio comune di lotte contro l’occupazione militare e le industrie inquinanti.

Le campagne di sensibilizzazione e di denuncia su zone inquinate e mai bonificate.

Ma anche il signore che a gran voce gliene dice quattro, in spiaggia, alla turista cafona che assieme ai figli sotterra nella sabbia le scatolette di tonno dopo mangiato.

La signora che senza paura sgrida l’omone grande e grosso che lascia la spazzatura in pineta.

Il ragazzo che parte all’inseguimento per restituire alla famiglia di turisti le salviette che hanno appena buttato per strada, passando in paese, ricordandogli che i turisti sono benvenuti solo se rispettano il posto.

La Campagna di sensibilizzazione Làssami Neta…

Sono tutte cose che alcuni decenni fa sarebbero state piuttosto rare. Un tempo chiunque arrivasse in Sardegna faceva quello che voleva. Sporcava, inquinava, deturpava?

I Sardi non ne facevano conto o, addirittura, qualche volta imitavano.

Oggi c’è una diversa sensibilità che piano piano sta prendendo piede e che va diffondendosi in maniera capillare.

E’ una nuova concezione della Sardegna.

E’ la percezione che la Sardegna è la nostra casa, una casa che vogliamo che venga rispettata da tutti.

Non è soltanto rispetto per l’ambiente: è la rinascita della coscienza di sé come comunità.

E’ patriottismo.

Chi impara il rispetto di sé pretende che venga rispettata anche la sua casa.