Dopo l’esplosione del caso Fluorsid è tornato d’attualità il problema della sostenibilità e della compatibilità ambientale delle industrie pesanti ospitate sul suolo sardo.

Il problema principale é il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza per realizzare maggiori profitti con la complicità di chi non vigila dovere.

Il problema é la derubricazione in appello del disastro ambientale da doloso in colposo che garantisce la prescrizione (stesso canovaccio in Sardegna, come in Abruzzo).

Il problema sono le malattie che ne conseguono e i silenzi che intorpidiscono la comunità. Il problema sono la Regione, gli enti locali e i sindacati quando aprono tavoli sulle bonifiche, anziché preparare le prove e portarle sui media e in tribunale, dopo aver fatto certificare ogni centimetro di terra, sottosuolo, sovrassuolo e mare inquinati.

Il problema é l’enfatizzazione del ricatto occupazionale, quando se iniziassimo – come comunità unità – a evidenziare a dovere e far pagare i danni, i posti di lavoro generati dalla pulizia di decenni di interramenti e svernamenti sarebbero migliaia. Il problema sono i giochetti permessi dai cavilli del diritto societario per coprire responsabilità nella sostanza palesi.

Alla fine della fiera, il problema é sempre quello, corruttibilitá, impunità e debolezza endemica del nostro sistema, e la gente che ci rimette: chi perde il lavoro, chi si ammala, chi muore, chi piange chi muore, chi prova rabbia e senso di impotenza nel vedere la propria terra e la propria gente oltraggiata e presa per il culo.

Nonostante da secoli si abbia la percezione dello stato dell’area SIN di Porto Torres e di quella (neppure SIN) di Ottana e tutte le altre parti pesantemente inquinate e abbandonate dell’isola. Poi, di tanto in tanto appaiono, sui giornali nazionali e locali, ben remunerate inserzioni pubblicitarie a tutta pagina di Eni e c., mentre le bonifiche, rimandate alle calende greche rimangono un affare di stato, ossia di chi ha causato i danni, anziché di chi i danni li ha patiti e ha tutto il diritto di verderseli risarcire senza rinunciare a un centesimo, almeno in sede civile ….. visto che sul versante penale pare impossibile (a proposito di interramenti).