A Villacidro sono arrivati gli espropri per l’eolico.
Non basta la megadiscarica, i progetti per il metanodotto e il termodinamico, gli impianti a biomassa: ora Villacidro avrà finalmente anche un parco eolico tutto per sé.
“Pubblica utilità, indifferibilità e urgenza”.
Questa la nuova formula, i termini a giustificazione del progetto di installazione di 14 generatori da 2,2 MW per una potenza complessiva di 30,8MW.
Il progetto è della Green Energy Sardegna, srl con 10 mila euro di capitale sociale, controllata, dalla Friel Green Power degli imprenditori altoatesini, i fratelli Thomas e Josef Gostner, e finita nell’occhio del ciclone nel 2010, per l’inchiesta avviata dalla Dda di Cagliari, sul business dell’energia eolica nella quale finirono indagati – dalla procura di Roma – tra gli altri, il governatore sardo Ugo Cappellacci (quello che si fa i selfie al Poetto durante i temporali e che per questa vicenda si era definito «un babbeo»), il coordinatore dell’allora Pdl Denis Verdini e il faccendiere Flavio Carboni.(http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/16/sardegna-ombra-della-mafia-sull-eolico.html)
Grazie al d.lgs. n. 387/2003, il cosiddetto decreto Bersani, mediante una serie di misure di semplificazione delle procedure autorizzative, gli impianti alimentati a fonti rinnovabili vengono classificati di “pubblica utilità” e la loro realizzazione definita “indifferibile ed urgente”, vengono inoltre semplificate le procedure concessorie mediante l’introduzione di un’autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o da altro soggetto istituzionale da questa delegato.
Ed così, una srl dal valore pressoché nullo realizzerà un progetto del valore di decine di milioni di euro garantendosi guadagni immensi per almeno 20 anni e lasciando sul territorio futuri rottami e nessuna ricaduta economica. Ciò senza parlare dei danni permanenti al suolo e al paesaggio, del rumore che presto accompagnerà chi frequenta le campagne circostanti.
Oggi la Sardegna ha un esubero di potenza elettrica installata, un eccesso di produzione limitato anche dall’incapacità di poterla smaltire attraverso i cavidotti che ci collegano al Continente.
Eppure proliferano gli impianti di produzione elettrica da fonti cosidette rinovabili, compresi gli inceneritori che rientrano nella catagoria, senza disdegnare una nuova centrale a carbone e senza che le vecchie centrali a combustibile fossile vengano ridimensionate per lasciare il posto all’energia “pulita”.
A che serve e a chi giova questo parco?
Non certo a noi che vedremo ancora aumentate le noste bollette per pagare gli incentivi di questi inutili mostri, insulti all’intelligenza umana. E neppure agli agricoltori, i quali, stavolta, grazie al decreto Bersani, vedranno i loro terreni espropriati e pagati 4 soldi.
Corrudus e apabiaus, si dice da queste parti.
La Sardegna continua a vestire i panni della terra d’assalto. Grazie a Bersani e Verdini, alla complicità degli ultimi governi sardi e di diverse amministrazioni comunali, contraddistintisi per il servilismo e la rara capacità di definire carezze i numerosi ceffoni che non smettiamo di ricevere.
Non possiamo permetterci che altri luoghi della nostra preziosa isola vengano ceduti e deturpati per alimentare mafie e creare ulteriore miseria. Perciò anche stavolta dovremo dare battaglia; per la nostra salvaguardia e perché la coscienza ce lo impone; perché non abbiamo e non vogliamo un’altra terra dove andare.
L’appello a mobilitarsi è rivolto a tutti i sardi, alle istituzioni, organizzazioni e associazioni, a chiunque ami la terra e ne riconosca il valore, l’estrema fragilità e l’eterno bisogno di essere salvaguardata e protetta. La terra non è usa e getta e la dobbiamo difendere palmo a palmo.
Rivendichiamo il nostro diritto di decidere per noi stessi.
Bisogna fare come i Corsi!….. ogni tanto un fuoco d’artificio!…. e’ l’unica cosa che funziona
Sono totalmente contrario. Sarebbe sufficiente essere uniti e liberi, invece che sempre irregimentati nei partiti ostaggio delle lobby
Ad integrazione di quanto sopra
La direttiva 2001/77/CE, a cui ci si riferisce, recepita dall’Italia con il decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 ha ulteriormente innalzato l’obbligo – stabilito dal decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (cd. decreto Bersani) – di immettere nella rete nazionale una quota di energia generata in nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili ed ha definito nuove regole di riferimento per la promozione delle fonti medesime.
Il decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 è del Governo Berlusconi
Scusate, sarò ignorante ma vorrei capire perchè noi definiamo l’eolico “inutili mostri, insulti all’intelligenza umana.” Ma anni fa si diceva che le energie rinnovabili erano indispensabili…ora, capisco che c’è chi se ne approfitta, per carità…ma possibile che in altri paesi le rinnovabili come eolico, fotovoltaico, termodinamico, ecc siano usate al posto delle fonti non rinnovabili e noi invece troviamo sempre che sia meglio andare avanti con centrali a carbone? Qualcuno può spiegarmi perchè nessuna proposta di rinnovabile in Sardegna viene accettata?? senza polemiche, davvero non capisco.
Caro Muscas, secondo il suo ragionamento è meglio morire di cancro ai polmoni a causa delle polveri sottili emesse dal Carbone, piuttosto che vedere installate delle pale eoliche. Continuiamo a dire e no a tutte le fonti rinnovabili e nessuno dice no alle più grandi aziende che operano in Sardegna che sono quelle che raffinano petrolio, bruciano carbone, producono energia dal petrolio. Perchè lei dà addosso alle rinnovabili, senza chiedere alla Regione quale sia il suo ruolo in questa storia. Perchè la Regione autorizza una centrale a carbone in 120 giorni, mentre un parco eolico in 4 anni? Io sono polemico con lei e con tutti quelli che continuano a demonizzare un settore, che in tutto il resto del mondo crea lavoro, abbatte le emissioni di polveri sottili e di CO2 ed è determinante nella lotta ai cambiamenti climatici in corso. Se la prenda con la RAS che fino ad oggi ha vietato le fonti rinnovabili, creando un far west, visto che la Corte Costituzionale ha in più occasioni sanzionato la Regione per comportamento contrario alla nostra costituzione. Siamo in un paese dove la libera impresa è ancora concessa, fosse per lei, la libera impresa dovrebbe essere decisa dai politici, vietando arbitrariamente quello che a loro non piace.
Scusi, l’articolo afferma una cosa assai singolare. Dice che la crescita delle rinnovabili non ha comportato una diminuzione delle centrali inquinanti, ad idrocarburi e carbone.
Se non vi è neppure un ritorno in questi termini, cioè ambientali, davvero che ce ne facciamo di altre pale eoliche. Stuprano il paesaggio di una regione che è stuprata nella salute da centrali che non vengono sostituite.
Semplice, chiaro, evidente.
Mica è vero. Lo sciluppo delle energie rinnovabili ha comportato la chiusura, in Italia, di decine di vecchie e inquinanti centrali a carbone e a olio combustibile; anche in Sardegna, per la precisione, a Portotorres, diversi gruppi sono stati dismessi con le vibrate proteste di gruppi di lavoratori
Il settore energia è legato all’ambiente e a tutti coloro che lo abitano o che si limitano a visitarli anche se solo per poche ore, rimane un ricordo di ciò che si è vissuto, rimane una traccia che può essere poetica o materiale, è una visione con connotati poetici di sensazioni ed emozioni come può essere una condizione chimico fisica di malattie e sofferenze, dipende tutto da come si trasforma l’energia e da come viene utilizzata da chi risiede in quei territori e da come subiscono i danni collaterali per chi vive in quei territori. Quanta energia e quale energia serve nei diversi territori in Sardegna? I sardi devono imparare a gestire le trasformazioni e l’utilizzo corretto dell’energia, noi sardi abbiamo il limite della conoscenza e nonostante alcuni abbiano le capacità molti sardi per invidia o per estrema povertà e quindi per scarso potere d’acquisto non potranno scegliere autonomamente le proprie fonti energetiche, saranno costretti ad usare l’energia prodotta e distribuita da altri.
Antonio, mi puoi chiarire, se esiste un esubero di produzione che non riescono a vendere attraverso i cavidotti verso il continente, mi spieghi come guadagnano. E tutte le nuove concessioni autorizzate, dovrebbero sapere che non essendoci un collegamento serio, i soldi come li guadagnano. Spero che non siano pagati al montaggio dei pali eolici e dei pannelli, anche se la produzione non viene usata o va persa. Spero che non ci siano finanziamenti Regionali a fondo perduto. Ci sono moltissime delibere regionali che autorizzano in vari comuni, piccoli e grandi impianti. Spero che non sia vero, ma sembrerebbe che siano pagati in funzione del numero dei pali o dei mq di pannelli montati, in base alla loro resa teorica. In pratica vendono o non vendono la produzione, il loro guadagno è assicurato. Dammi cortesemente una risposta. Saluti Shardana Bruno
A che serve aprire a questa marmaglia senza scrupoli di investitori, lasciarli sfregiare il territorio mentre poi gli utili se li portano via lasciando solo scorie e ferraglie da smaltire, da riciclare a spese della regione, quindi a spese del popolo sardo, e dopo che hanno sfruttato, sottopagandoli, le mano d’opere locali?
Io sono sempre piú indignato poi quando nelle TV appaiono personaggi come Briatore e si propongono come risolutori dei problemi dando a tutti degli incapaci. Da strozzare in piazza la domenica mattina durante la “messa cantata” (così si diceva una volta, ma il concetto regge ancora oggi piú che mai)
Piú che mai serve anche riportare questo mio commento ispirato dalla presenza di impresari senza scrupoli tipo Briatore ( chiamato come esperto e risolutore di problematiche che lo stesso favorisce a creare):
In questo Blog che per mano di chi ha veramente a cuore le sorti di un popolo perennemente mazziato dai poteri dominanti di oltremare, che cerca appunto di rendere il rispetto e l’onore alla Sardegna vittima, appunto, di politica extra isolane.
A piazza pulita: Briatore crede che creare lavoro sia prerogativa solo dei ricchi: se non si fregassero i capitali e ne deviano il corso naturale, potrei creare anche io posti di lavoro, e forse meglio di quegli che crea lui in condizioni di sfruttamento sfregiando il territorio degli altri.
Un’Uomo contro natura Briatore, chiamato a risolvere i problemi che ha causato insieme a chi possiede la sua stessa mentalità. Non si puó sentire Briatore. fa ribollire il sangue.
Ai Sardi poi non servono gli investimenti del Qatar che non rispettano la paesaggistica del luogo e che poi si portano via gli utili.
I ricchi si devono convincere che gli utili delle attività che amministrano non é roba loro per intero. Gli utili sono per metà del territorio in cui vengono prodotti; dovrebbero essere considerati capitali pubblici, “utili” a tutta la collettività appunto, quindi allo sviluppo del territorio. Questo tipo di mentalità, tipo Briatore, non servono a fini sociali o per fare crescer un paese (cazzo l’abbiamo visto negli anni, e conosciamo bene gli effetti della privatizzazione e dello smembramento degli apparati dello STATO: sono quegli i motivi la quale oggi tutto si aggrava a danno della società. Come cavolo si fa ad interpellare Flavio Briatore a parlare di questi temi? Bisogna essere ciechi, oppure alla luce della ragione non si vogliono effettivamente risolvere queste problematiche collettive) É evidente che sono un’inganno, e ingannevoli sono tutti questi ipocriti interventi che non arrivano a capo di nulla. Personaggi dello stampo di Briatore e opinionisti piú o meno allineati, sono in effetti i veri parassiti sistematici che impoveriscono il sistema, lo distruggono, quindi non possono essere chiamati come esperti per risolvere i problemi se né sono la causa principale; cosa ci vuole per capirlo quando invece ogni loro discorso non fa che peggiorare la situazione. Se sono decenni che state a rimestare gli escrementi che producete ci sarà pure un perché; e il perché sono loro stessi, gente cote come Briatore insomma, quegli per la globalizzazione, il capitalismoper intenderci; da non confondere con i piccoli possidenti che sono la vera anima dell’economia territoriale.
Briatore andrebbe impiccato perché é pericolo numero uno della società e della ragion di Stato…
.. e con lui chi si é sostituito allo stato e cerca maldestramente senza scrupoli di amministrare e controllare il territorio nazionale nascosti dietro sigle impunibili e impunite i danni e i reati già commesso..
Al sig. Ing RInnovabili, prego di leggere l’articolo per intero senza limitarsi al titolo: io non ho mai affermato simili fesserie sulle rinnovabili e le polveri sottili.
A Michele dico che quelle pale sono “inutili mostri, insulti all’intelligenza umana”, perché la Sardegna ne è invasa, sono collocate nei luoghi più preziosi, procurano danni all’ambiente di cui non si parla: basti pensare alle migliaia di metri cubi di cemento delle piattaforme che le sostengono e che mai verranno smantellate (non è previsto a progetto!). Ci sono modifiche importanti al paesaggio, all’assetto idrogeologico, al microclima e alla fauna locale. Fatevi un giro nel monte Arci per vedere i resti del parco eolico Enel (che non ha mai funzionato!) e per capire le conseguenze alla fine della loro vita.
Ma questo significa rinnovabili no?
No. Significa agire con intelligenza e lungimiranza, adottando le migliori tecnologie disponibili e a minor impatto (e posso garantire che di soluzioni utili e a beneficio della collettività ce ne sono veramente tante). Significa fare ciò che serve realmente; e anche, e soprattutto, muoversi nella direzione della razionalizzazione dei consumi, investendo pesantemente in questi settori. Non esiste, infatti, solo produrre: esiste anche consumare meno e meglio.
Ma oggi l'”affare” in Sardegna sono le finte rinnovabili (serre fotovoltaiche, eolico, biomasse, inceneritori, ecc.), che garantiscono enormi guadagni, pur essendo spesso inutili ed essendo costrette a restare per lunghi periodi ferme per eccesso produttivo. Succede questo perché manca una politica energetica seria, italiana e sarda, piegata agli interessi di gente come Verdini e Carboni.
Oggi la Sardegna garantisce centinaia di milioni di euro di incentivi che finiscono nelle tasche di pochi noti, aumentano le nostre bollette e lasciano solo i disastri. A carico di chi saranno poi i costi per il loro smantellamento e le bonifiche? Proviamo a indovinare?
La Sardegna quindi è capace di produrre redditi, ma sono redditi per altri e qualche briciola per i complici e prestanome locali.
A Vittorio Sechi e Bruno pinna rispondo che, non solo le centrali a fossile non vengono ridimensionate, ma addirittura ce n’è in progetto una nuova a carbone a Portovesme. Oltre ad un metanodotto i cui benefici ancora non ci sono stati spiegati coi numeri.
Oggi la legge consente a chi presenta un progetto di rinnovabile, se rispetta i requisiti di legge, di vedersi riconosciuto il diritto alla realizzazione. Talvolta senza verifiche di parte ma con una semplice dichiarazione del progettista. Ciò perché la legge non pone limiti e ognuno può fare un po’ come gli pare.
Siamo nella guingla. E mentre migliaia di sardi emigrano per mancanza di lavoro e opportunità, la nostra isola rimane l’Eden per gli speculatori e gli affaristi
Le centrali eoliche non procurano alcun danno all’ambiente in quanto hanno solo impatto paesaggistico, ovvero urtano la sensibilità estetica di qualcuno. Altri ritengono le torri eoliche nuovi mulini a vento e quindi non depauperanti ma addirittura arricchenti dal punto di vista paesaggistico. La quantità di cemento è ridicola paragonata alla speculazione edilizia, o alla rete viaria, che guarda caso, non urta la sensibilità di nessuno. La battaglia da fare è quella di chiudere le centrali a carbone perché è sempre meglio la brutta vista di migliaia di pale eoliche, che una bellissima cura chemioterapica a un nostro famigliare.
Gentilee Direttore,
chi le scrive, è uno dei primi amministratori pubblici ad avere realizzato im Sardegnanel territorio del proprio Comune e di altri due limitrofi, un parco eolico di oltre 100 Mw,
Progettato nel 2002, ed entratomin funzione nel 2009.
Il Comune percepisce royalties adeguate, l’azienda partecipa attivamente a tutte le manifestazioni e le patrocina, paga l’IMU, ha creato diversi posti di lavoro, ha deposiatato una corposa fidejussione per l’eventuale smaltimento, ha realizzato la viabilità per arrivare al parco sul Monte Grighini, e paga puntuale come un orologio svizzero.
Io non so come fabno a lamentarsi…
Anch’io, all’epoca avevo molte persone ,e gruppi contrari all’iniziativa….sono andato per la mia strada…
Adesso …tutti d’accordo.
La saluto cordialmente
Antonello Garau
In nome dell’energia pulita si sta inquinando il paesaggio. Ecco la realta dell’eolico sardo…molti soldi per pochi…pochi benefici per molti. Parlando con un anziano che abita in un paese a pochi passi da una delle centrali eoliche più grandi e deturpanti della Sardegna, quella del Grighine..esso mi diceva: “ma ita’ ndi fadeus qussas girandulas a tottu die girendi, chi a pustis sa bulletta Este ogni annu sempre prus cara”. Quando lo capiremo….quando lo capiremo noi sardi che abbiamo un capitale già pronto, la natura, che non ha bisogno di altro che di essere rispettata, e sfruttata razionalmente per darci lavoro e reddito…invece continuiamo a vendere il nostro paesaggio per un piatto di lenticchie.
Antonio, ti ringrazio della risposta,forse non mi sono spiegato bene. Sempre se ne sei a conoscenza, ma come guadagnano.
Devono comprare o affittare i terreni, spese di progettazione, lottizzazione, costruzione e acquisto pale eoliche o pannelli.
Investimenti per centinaia di milioni di euro ma se poi non vendono l’energia prodotta in continente causa mancanza di collegamenti efficienti, ripeto, come guadagnano.Non penso che i finanziamenti a fondo perduto coprano tutta la spesa, compreso un loro lauto guadagno, se così fosse perché non farlo anche con i cittadini sardi che impiantano pannelli fotovoltaici nelle loro abitazioni.Spero che non sia vero, ma sembra che siano pagati in funzione del numero dei palo eolici e dei mq dei pannelli montati, in base alla loro resa teorica,anche se la produzione non viene usata o va persa. In pratica vendono o non vendono l’energia, il loro guadagno è assicurato. Sembra una cosa assurda, come se in un bar che ha una macchina per fare caffé programmata per 1000, qualcuno gli garantisce e paga non in base ai caffé prodotti ma in base a i caffé che la macchina può fare.Spero di non essermi ingarbugliato troppo. Saluti Shardana Bruno
Bruno,
In precedenza le società dovevano concordare con i proprietari l’uso del suolo che non possono acquistare e perciò prendevano in affitto, pagando quote variabili tra i 5 e i 10.000 €/anno. Come dice giustamente Antonello, pagano l’IMU, come la Saras, patrocinano eventi, ed eseguono opere di compensazione, obbligatorie per legge e da concordare con le amministrazioni, se queste ne sono a conoscenza. Ciò in quanto a queste società non si possono chiedere quote sugli introiti. Creano anche posti di lavoro, è vero: tra Gonnos, Guspini e Pabillonis ci lavorano forse 2-3 persone. Meno delle tante decine promesse quando avevano presentato il progetto.
Oggi grazie al d.lgs. n. 387/2003 e alla clausola di “Pubblica utilità, indifferibilità e urgenza”, il terreno ti viene espropriato senza neanche chiederti il permesso, e te lo pagano al prezzo di terreno agricolo.
Antonello Garau ha detto che queste società pagano l’IMU (poche centinaia di euro a pala o poco più), ma non ha detto quanto si portano via. Ebbene, a spanne, le pale eoliche costano circa 1 milione di euro a MW e recuperano le spese di investimento in un arco di tempo che può andare tra i 5 e i 7 anni. Il resto è tutto grasso che cola: lauti guadagni per loro – decine di milioni di euro all’anno – briciole per noi, anche se pur sempre tanti soldi, equivalenti a centinaia di migliaia di euro all’anno: una manna per piccoli comuni in grosse difficoltà economiche. Antonello poi potrebbe dirci che fine faranno le decine di migliaia di metri cubi di cemento armato che servono da base alle pale, così come tutti gli impianti sottosuolo. Posso dire senza tema di smentita, e a meno che lui non abbia firmato accordi diversi, che, a causa di complessità tecniche notevoli e per gli enormi costi che le opere di smantellamento comporterebbero, rimarrà tutto sottoterra, a futura memoria della nostra intelligenza e lungimiranza.
Come guadagnano? La normativa in materia è piuttosto complessa e in continua evoluzione: Certificati Verdi (CV), tariffa omnicomprensiva, Conto Energia, Conto termico, Contributi comunitari, nazionali e regionali.
Di fatto non ci sono limiti alla loro installazione: in teoria, se il progetto è tecnicamente a posto, hanno diritto ad installare; nella pratica, se ci sono uffici competenti poco attenti o subissati da richieste, possono farla franca anche con false dichiarazioni o progetti alla bell’e meglio.
Guadagnano anche se stanno fermi? Certo! Poiché si tratta di fonti non programmabili, la loro immissione in rete è soggetta agli ordini di dispacciamento le cui condizioni sono definite dalla ARG/elt/5/10 e, pertanto, in caso di mancata produzione eolica hanno diritto alla remunerazione.
Un ultimo inciso: nessun di questi impianti potrebbe mantenersi senza gli enormi incentivi di cui godono.
Questo è quanto in estrema sintesi, giacché l’argomento purtroppo è molto complesso e difficile da trattare in questa sede.
Il risultato è che ci stanno devastando il territorio con impianti perfettamente inutili e i cui costi, attuali e futuri per il loro smantellamento e i danni ambientali permanenti, saranno a carico della collettività.
Quanto costa una cura chemioterapica per cancro al polmone dovuto a inquinamento da fonti fossili? Quanto costa alla comunità la rete viaria per favorire l’industria automobilistica? Quanto ha inquinato la petrochimica in 50 anni? Però il problema sono le centrali eoliche, installate ormai in tutto il mondo per la loro efficienza e il basso o quasi nullo impatto ambientale. Fare disinformazione aiuta i big del metano, del carbone e del petrolio, non certo i cittadini
Pietro, perchè gli articoli non li leggi per intero invece di far passare per promotore del fossile chi denuncia ogni tipo di speculazione? Eppoi sulla base di cosa affermi che quell’eolico non è inquinante? Cosa sai a proposito? Hai mai letto le relazioni tecniche fornite dagli stessi progettisti? Evidentemente no, come è evidente che di quegli impianti conosci poco e nulla. Prima di accusare gli altri di fare disinformazione, informati tu, leggi gli articoli attentamente e per intero e non mettere in bocca degli altri cose mai dette
E qui ti sbagli caro Muscas al contrario tuo ho studiato e parecchio e continuo a ribadire che il tuo fare è determinato o da ignoranza o da malafede. Scegli tu
Antonio, ti ringrazio della tua esauriente risposta.Quando ai nuove notizie, mi piacerebbe saperle.
Saluti Shardana. Bruno
Antonio visto che vuoi rivestire un ruolo di informatore sociale, fallo per bene: ti consiglio di andare in regione, allo SVA o in ARPAS a farti dare e risposte che ti mancano circa lo smantellamento e sul perché i plinti possano stare sotterrati, contrariamente ai cavi. Al significato di fidejussione proprio nello smantellamento.
Poi spiegami perché sarebbe un furto di territorio visto che l’eolico è l’unica fonte che permette al territorio di continuare ad essere utilizzato come prima ,che sia agricoltura ( l’Olanda insegna) o agricoltura e meglio/ peggio ancora, mantenendo i terreni incolti .
Dopo che saprai tutto, ma proprio tutto, informa a dovere i cittadini che possono tra l’altro trovare i vari progetti sul sito SARDEGNA AMBIENTE fruibile anche ai non addetti ai lavori.
Buon lavoro !
Più che altro ha il ruolo di disinformatore seriale
Mi chiedo… ma tutte queste pale eoliche panelli fotovoltaici … non sono abbastanza sufficienti per la nostra amata patria SARDEGNA??? L energia superflua la cediamo allo stato italico guadagnandoci .!!!! o come al solito siamo sottoposti ad mo di colonia ???qui si parla e si riparla quando il popolo sardo sarà unito forse questa meravigliosa terra potrà tenersi i propri figli stretti e con l energia rinnovabile si potrà ottenere tanti benefici .