Il Coordinamentu pro su Sardu Ufitziale, una delle organizzazioni più rappresentative del movimento a favore della lingua sarda, ha scritto nei giorni scorsi una lettera al segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland, sollecitando una presa di posizione del Comitato dei Ministri in merito ai ritardi e alla debolezza dell’Italia sulla politica linguistica a protezione delle lingue minoritarie e delle minoranze nazionali.

La Sardegna è riconosciuta quale minoranza nazionale e linguistica dalla Convenzione Quadro di Protezione delle minoranze nazionali firmata e ratificata dalla Repubblica, e in seguito a ciò periodicamente, degli ispettori-consulenti del Consiglio effettuano delle ricognizioni al fine di determinare se gli Stati firmatari della Convenzione Quadro hanno rispettato gli impegni oppure no. Nel luglio del 2015 il CSU era stato chiamato a Roma dagli esperti del Consiglio d’Europa per essere sentito in merito alla situazione della lingua sarda che fu descritta, dai rappresentanti isolani (Giuseppe Corongiu per il sardo e Carlo Sechi per il catalano di Alghero), come molto negativa e a rischio estinzione per la debolezza o assenza di politiche statali convincenti. Il Comitato degli Ispettori ha regolarmente pubblicato la sua relazione all’inizio del 2016, accogliendo buona parte delle osservazioni del Coordinamentu, ma da allora si è in attesa che l’organo di vertice del Consiglio d’Europa, il Comitato dei Ministri, faccia proprie le raccomandazioni degli esperti e prenda una posizione netta nei confronti dell’Italia.

< Il ritardo comincia a preoccupare. E’ fondamentale che l’iter previsto dalla Convenzione Quadro sia completato – ha spiegato Giuseppe Corongiu, portavoce del CSU – affinché lo Stato Italiano sia richiamato ai propri doveri visto che ha ratificato una serie di obblighi in sede internazionale che però non onora mai. Ciò anche per non rafforzare nella cittadinanza la convinzione che alcune istituzioni internazionali non tutelino i cittadini, ma si schierino sempre dalla parte del più forte. Questo succede a livello economico, ma anche in campo culturale. Basti pensare alla vicenda di un’altra Convenzione, quella della Carta Europea delle Lingue, che l’Italia ha firmato, ma mai ratificato. E nessuna istituzione sovra statale ha però mai richiamato all’ordine lo stato italiano in un adempimento che è obbligatorio per tutti gli stati che vogliono aderire all’Unione>.

Nella sostanza gli attivisti della lingua rivendicano una presenza più forte del sardo a scuola, nei media, nell’amministrazione pubblica e nell’università superando l’episodicità delle iniziativa fatte a scopo mediatico, e il rafforzamento della standardizzazione con la creazione di istituzioni preposte allo sviluppo unitario della lingua.

Il Consiglio d’Europa, da non confondere con l’Unione Europea, è un organismo internazionale composto da 47 stati membri che ha il compito di tutelare i diritti umani all’interno dello spazio europeo. E’ coordinato da un segretario generale e da un’assemblea plenaria. Il supremo organo di controllo è il Comitato dei Ministri, composto dai Ministri degli Esteri degli Stati membri. L’Italia, tra gli stati membri, è al quarto posto tra i finanziatori di questo importante organismo di salvaguardia dei diritti civili nel Vecchio Continente, quasi come l’ONU, ma in scala ridotta.