Io sono da sempre favorevole alla costruzione di nuovi e moderni stadi di calcio. Lo ero per il Sant’Elia, per Elmas e per Quartu all’epoca del presidente Cellino e lo sono ora, in riferimento al progetto-Giulini per Cagliari e all’ipotesi-Roma, che tanto fa discutere.

Cos’è uno stadio di calcio? Nella mia concezione di tifoso è un campo da gioco e tribune moderne, coperte, il più possibile vicino all’azione. E poi deve avere parcheggi comodi e servizi per i fruitori dello stadio stesso: ristoranti, bar, negozi per il merchandising e magari la sede della squadra che in quello stadio gioca.

C’è qualcuno che può spiegarci cosa c’entrano con uno stadio di calcio un nuovo – di fatto – centro commerciale urbano, cosa c’entrano i palazzi e cosa c’entrano migliaia e migliaia di metri cubi di cemento dei quali si sente parlare?

Cosa c’entrano con un investimento privato le nuove spericolate acrobazie finanziarie delle quali si sente parlare? Cioè, nuovi stadi non di proprietà delle società calcistiche ma di altre joint venture, alle quali le società stesse poi dovrebbero pagare l’affitto per usufruire dello stadio stesso.

Io mi auguro che su questi temi, in tutta Italia, si apra un dibattito trasparente, franco e costruttivo. Non credo che la politica, specie chi si propone come nuovo e “diverso”, possa permettersi di governare vicende macro-economiche come queste nascondendosi dietro le aspettative dei tifosi: quando si parla di nuovi palazzi, villette e nuovi centri commerciali si sta parlando di governo del territorio e dell’economia: il dibattito deve giocoforza essere approfondito e condiviso.

Per il resto, viva lo sport e viva il calcio. Quello sano e non quello dei “prenditori”.