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C’è un gruppo di appassionati e visionari che amano la Sardegna fin dalle sue radici, anche metaforiche. Hanno fatto molto parlare di loro negli ultimi anni, guadagnandosi l’interesse e l’appoggio di migliaia di internauti che quotidianamente vengono aggiornati sulle ultime scoperte archeologiche, ricevono immagini e filmati di grande fascino, leggono proposte innovative su come promuovere il periodo (proto)storico a cui dal 2013 dedicano in modo del tutto gratuito e con eccellenti risultati, tempo libero ed energie. Sono riuniti in una fondazione di partecipazione nata grazie a una geniale intuizione di Antonello Gregorini e Giorgio Valdes e che risponde al nome di Nurnet: un acronimo che ne richiama la missione prevalente di promuovere, anche attraverso gli strumenti più innovativi messi a disposizione dalla tecnologia, la cultura del periodo in cui la Sardegna sorsero, ebbero il loro apogeo e poi la loro crisi le civiltà prenuragica e nuragica.

Ad ispirare il gruppo il pensiero di economisti e filosofi contemporanei che hanno voluto mettere in discussione i paradigmi alla base del capitalismo moderno come quelli dell’accumulazione e del consumo. Tra essi Ernst Friedrich Schumacher, che con “Piccolo è bello” (pubblicato nel 1973) ha voluto proporre un nuovo approccio all’economia molto prossimo a quello del premio Nobel Amartya Sen, in cui l’obiettivo non è più la massimizzazione della produzione ma quella del benessere. Lo stesso titolo evoca limpidamente un’alternativa possibile al modello della grande impresa meccanizzata in quello delle reti decentrate di piccole aziende e cooperative interconnesse su scala globale.
Un altro autore spesso evocato è Jeremy Rifkin. Tra i protagonisti più applauditi dell’edizione 2015 di LeggendoMetropolitano, Rifkin prospettò in quell’occasione al pubblico cagliaritano un futuro (che sta ormai sfumando nella più familiare quotidianità) in cui la diffusione di internet e il crollo nel costo delle tecnologie avrebbero generato una terza rivoluzione industriale nella quale ogni individuo sarebbe potuto essere indifferentemente produttore e consumatore di beni, di servizi e di energia.

Da questi riferimenti discende naturalmente una visione decentrata e partecipativa del modo con cui l’isola e il suo patrimonio archeologico dovrebbero essere presentati al mondo e promossi su scala globale. Ne consegue la critica alla proposta di far nascere un museo nazionale della civiltà nuragica (o museo del betile) con sede a Cagliari e in cui raccogliere tutti i principali reperti della nostra millenaria cultura megalitica. Ad essa l’attivissimo team di Nurnet preferisce decisamente l’idea di un sistema reticolare con cui la Sardegna nel suo complesso possa diventare essa stessa un museo a cielo aperto nel quale gli oggetti artistici e di uso comune risalenti a quell’epoca possano restare anche fisicamente legati ai siti da cui gli archeologi li avevano riportati alla luce.

Tra le iniziative di maggior successo dell’attivissimo gruppo fondato da Gregorini e Valdes vi è il geoportale, che attraverso gli avanzatissimi sistemi tecnologici messi a disposizione dal CRS4 quali il GIS (acronimo di Geographic Information Systems) e il PGIS (Participatory GIS), consente a chiunque lo desidera di contribuire a generare e gestire le informazioni relative agli innumerevoli siti archeologici esistenti.

La loro ultima impresa, che loro stessi hanno voluto definire ”di intelligenza e amore collettivo”, è quella di far pervenire gratuitamente ad ogni scuola della Sardegna una cartina storica riproducente tutti i principali siti di età nuragica. Essa dovrà consentire ai nostri studenti di comprendere che anche la nostra isola ha un passato di tutto rispetto e meritevole in quanto tale di essere studiato e approfondito, ma anche di far capire a chi ricopre incarichi di governo che esso ha necessità di essere normalizzato attraverso il suo inserimento a pieno titolo nei programmi curricolari degli istituti di ogni ordine e grado.

La mappa è oggi la concretizzazione fisica dell’immaginifico progetto di Nurnet per il quale, come scrive Gregorini, “occorre prima di tutto far entrare nella testa dei Sardi una nuova identità nazionale fondata sulla storia, la cultura e la lingua, ma anche sulla volontà e capacità di essere responsabili”.

p.s. I privati che volessero ricevere il manifesto o avere maggiori dettagli sull’iniziativa possono farlo accedendo al portale www.nurnet.net.
Utilissime per gli insegnanti sono anche le slide in formato Powerpoint scaricabili all’indirizzo http://www.nurnet.it/funzioni/download/file/DIAPOSITIVE_AD_USO_SCOLASTICO.pdf