Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta della storie selezionate dal sito Oxygen 26, che con il giornalista Nicola Ferrero, nei mesi scorsi le ha raccolte sui siti internet delle società che stanno studiando le nuove frontiere dell’agricoltura “possibile”.
Le proponiamo alla piccola comunità di lettori di questo blog, in questa quarta puntata, come stimolo al ragionamento e informazione.

Raccolta dati a tutto campo
Che il tavolo su cui si gioca molto del mercato tecnologico abbia a che fare con la raccolta dati, la loro elaborazione e il renderli disponibili è risaputo. FarmLogs ne è l’incarnazione più completa in ambito agricolo, pensata, di base, per il classico agricoltore americano e appezzamenti di terreno molto grandi.

Il fattore che la rende unica è che i dati sono raccolti tramite droni, satelliti e altri sensori usati in agricoltura: FarmLogs va a spulciare tra le mappe di Google, i database degli istituti meteorologici, i documenti del catasto e le fonti già disponibili, senza installare sui propri campi costosi macchinari. E il suo servizio è filtrare i dati e fornire al cliente quello che gli serve: foto e analisi dei terreni dal satellite, rese per ettaro comparate alle stagioni precedenti, monitoraggio delle precipitazioni, mappatura dei raccolti, un inventario che segue il percorso dal seme alla vendita. Il tutto sul proprio smartphone.

La versione Advantage sfrutta il GPS del telefono per tracciare le attività fatte sui campi e i dati sono archiviati per comparazioni future. In poco più di un anno dal lancio sono stati raccolti 10 milioni di dollari per portare avanti il progetto. Sarà questo il futuro dell’agricoltura intensiva?
(farmlogs.com)

Congelare lo spreco
Secondo uno studio della FAO, il 40% del cibo prodotto nei Paesi in via di sviluppo non riesce a raggiungere il mercato a causa della cattiva gestione del raccolto e della mancanza di infrastrutture e di competenze degli agricoltori. Uno dei maggiori problemi, soprattutto nelle nazioni con temperature elevate, riguarda la scarsa o inesistente catena del freddo. Come fare per venire incontro alle esigenze soprattutto dei piccoli produttori? Con ampi piani di educazione e insegnamento e con la tecnologia.

L’Institute of Mechanical Engineers ha stimato che si potrebbe evitare un quarto degli sprechi grazie a sistemi di refrigerazione efficienti. In India, Promethean Power Systems utilizza l’energia solare per raffreddare il latte, mentre un progetto dell’Università della Georgia usa il biogas prodotto da concime per alimentare un sistema di raffreddamento. Il CoolBot è una scatoletta che trasforma un qualsiasi impianto di condizionamento domestico in una potente fonte di freddo, abbassando le temperature fino a -35°.

La Dearman Engine Company, infine, sta sviluppando un motore a pistoni che non produce emissioni e sfrutta l’“aria liquida”, verso la sostenibilità nella produzione di aria condizionata e dei sistemi professionali di refrigerazione.
(coolectrica.com storeitcold.com)