Votare è un inganno in quanto sono due SI.

Il No e il SI sono due SI all’accettazione della sudditanza imposta dalla costituzione italiana, sancita con l’art. 5) La Repubblica, una e indivisibile …. . In Ogni caso infatti sia che si opti per la costituzione in vigore o per quella riformata, si accetta l’appartenenza ad uno stato-nazione, uno e indivisibile e alla fusione statuale perfetta del 1848 unisce la fusione nazionale perfetta del 2016. Si o NO, accetta la unicità e indivisibilità della Repubblica
– Per la Sardegna, regione a statuto speciale non cambia la sudditanza.
In base all’articolo 39, comma 11, del disegno di legge a referendum, le disposizioni del capo IV, tra cui rientra anche l’articolo in esame sostitutivo dell’articolo 117 Cost., non si applicano alle regioni a statuto speciale e alle province autonome fino all’adeguamento dei rispettivi statuti sulla base di intese con le medesime regioni e province autonome.
Non si applica quindi, per la Sardegna neanche la clausola di supremazia, volta ad assicurare la tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica e la tutela dell’interesse nazionale.

Non cambia niente per la possibile imposizione delle scorie nucleari.
Lo stato ha il potere di imporre alla Sardegna qualsiasi onere necessario per tutelare l’unità nazionale, senza ricorrere alla nuova clausola di supremazia prevista nella riforma e peraltro, come già detto, non applicabile alla Sardegna.
– Non si ha il dovere del voto. Il referendum costituzionale del 2016, non è un appuntamento elettorale.

In democrazia si ha il dovere, non l’obbligo, del voto quando nella scheda è possibile riconoscersi in almeno una delle proposte messe a votazione e non quando qualunque voto si esprima, non solo si ha una negazione delle proprie attese, ma addirittura una aggravio in quanto detta negazione viene artatamente ratificata e condivisa.

E’ come se ad un condannato a morte, che sa di essere innocente, tramite sedia elettrica venisse concesso di esprimersi con un Si o un No per la proposta di esecuzione tramite iniezione letale. E’ chiaro che, mancando l’opzione, della liberazione o della commutazione in pena detentiva, al condannato non gli rimane che un “non voto” di dignità, di disapprovazione e di sdegno .

Gli indipendentisti hanno il dovere di votare solo quando nelle opzioni di voto è possibile scegliere uno spazio politico natzionale non collaborazionista libero da alleanze con simboli di partiti occupanti.

Per cui , nel referendum costituzionale 2016, nessun dovere di voto hanno i sardi che votando SI o NO confermerebbero “la unicità e indivisibilità della Repubblica e solo non votando potrebbero esprimere la non condivisione e la non accettazione di un assunto che nega loro non solo l’indipendenza statuale ma anche di esistere e di essere una nazione distinta da quella italiana.

Se più del 50% dei sardi diserterà le urne sarà un chiaro segno indipendentista.
Se più del 50% dei sardi diserterà le urne, il messaggio sarà chiaro, ai sardi, allo stato italiano e all’Europa; la nostra natzione non si riconosce nella unicità e indivisibilità della Repubblica. Ciò non significherà automaticamente volontà di indipendenza immediata ma mostrerà comunque una tendenza verso tale obiettivo.

– un indipendentista non può votare o fare campagna per il NO o il SI, sarebbe una contradizione ingiustificabile e politicamente immorale.
Non ci sono giustificazioni, politiche, ideologiche, strategiche, sociali, come non ci sono ne premi ne danni, che possano giustificare un’accettazione della unicità e indivisibilità della Repubblica, più che indipendentisti sarebbero dipendentisti.

– APPELLO, trasformiamolo in un REFERENDUM PER L’INDIPENDENTZIA e il non voto sarà una espressa volontà di indipendenza.
Considerato che un referendum diretto che chiami i sardi ad esprimersi sull’indipendenza statuale della Sardegna non verrà mai concesso, bisogna essere strumentali e cogliere l’occasione per trasformare il referendum costituzionale 2016 in referendum per l’indipendenza della Sardegna.

Ciò è possibile se si crea una condivisione natzionale del non voto che raccolga tutte le espressioni politiche endogene e i sardi liberi che, REALMENTE, vogliono una Sardegna indipendente e tramite comitati, assemblee e manifestazioni di piazza chiami i sardi a manifestare la loro volontà di indipendenza tramite il non voto.

Il non voto è volontà di indipendenza perché rifiuta la unicità e indivisibilità della Repubblica.