L’aramaico (arāmāyā, siriano: ܐܪܡܝܐ‎) è la lingua che parlava Gesù. Tutti, da piccoli, a messa, abbiamo imparato la frase “Eli, Eli, lama sabactani?” (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”) che egli pronunciò sulla croce.

L’aramaico è un gruppo di idiomi che fanno parte della famiglia semitica. Più nello specifico, fa parte della subfamiglia semitica nordoccidentale, che include anche le lingue canaanite come l’ebraico e il fenicio. La scrittura aramaica è stata adottata da altre lingue ed è ancestrale agli alfabeti ebraico, siriano e arabo.

Nei suoi 3.000 anni di storia scritta, l’aramaico è stato lingua amministrativa di imperi e lingua di culto divino. E’ stato la lingua franca dell’Impero neoassiro (911–605 AC), dell’ Impero neobabilonese (605–539 AC), dell’ Impero acamenide (539–323 AC), dell’ Impero partico (247 AC–224 DC), dell’ Impero sasanide (224–651), degli Stati neoassiri di Assur, Adiabene, Osroene e Hatra, lo Stato arameo di Palmira, e la lingua quotidiana di Yehud Medinata e della Giudea (539 BC – 70 DC).

E’ la lingua di parti consistenti dei libri biblici di Daniele e Ezra, così come la lingua principale del Talmud. L’aramaico era la lingua originale del popolo Bahrani dell’ Arabia orientale, e dei mandeani e della loro religione gnostica, il mandeanismo, e perfino la lingua della religione manichea, un tempo molto diffusa ma ora estinta.

Il dialetto siriano più importante è la lingua liturgica della cristianità siriana, in particolare la Chiesa d’ Oriente, la Chiesa Cattolica Caldea, le Chiese Cristiane di San Tommaso in India, la Chiesa Ortodossa Siriana, la Chiesa Assira Pentecostale, e la Chiesa Maronita.

L’aramaico moderno è parlato oggi, come prima lingua, da molte comunità piccole e isolate di gruppi etnici cristiani, giudei e mandeani dell’ Asia occidentale — soprattutto quelli assiri nella forma di assiro neoaramaico e caldeo neoaramaico— che hanno conservato l’uso della lingua franca un tempo dominante, a dispetto dei cambiamenti linguistici che vi sono stati in tutto il Medio Oriente. L’aramaico, però, oggi è considerato una lingua in pericolo.

Nell’epoca neoassira e nell’epoca neobabilonese gli arameani, gli originali parlanti aramaico, iniziarono a diffondersi prima in Babilònia, e poi in Assiria (Mesopotamia settentrionale, ossia quelli che ora sono l’Iraq settentrionale, la Siria nordorientale, l’ Iran nordoccidentale e la Turchia sudorientale).

Come risultato di questo influsso, l’ Impero neoassiro (911-605 BC) adottò un aramaico imperiale influenzato dall’acadiano come lingua franca del suo impero.

Questa politica linguistica fu seguita dall’ Impero neobabilonese e dall’ Impero medio, che ebbero breve durata; questi tre imperi erano bilingui perché usavano l’aramaico insieme con l’accadiano.

L’ Impero persiano (539-323 AC) seguì questa tradizione, e la grande influenza di questi a poco a poco fece diventare l’aramaico lingua franca della maggior parte dell’Asia occidentale: la Penisola araba, l’Asia Minore, il Caucaso e l’ Egitto; era anche la lingua franca dell’ Impero parto.

Sono state rinvenute iscrizioni in aramaico anche nel Muro di Adriano nella Britannia Antica: furono fatte dai soldati assiri e aramei che prestavano servizio nelle legioni romane nell’Inghilterra settentrionale nel secondo secolo DC.

Dal secolo 7 DC al secolo 14 DC, l’aramaico su sostituito a poco a poco, come lingua franca del Medio Oriente, dall’ arabo. Nonostante ciò, l’aramaico è ancora la lingua parlata, letteraria e liturgica degli assiri autoctoni, e anche di alcuni giudei.

Lo parlano gli assiri dell’ Iraq, della Sìria nordorientale, della Turchia sudorientale, e dell’ Iran nordoccidentale, con comunità di emigrati in Armenia, Georgia, Azerbaigian e Russia meridionale.

Anche i mandeani continuano a usare l’aramaico come lingua della liturgia, anche se nella maggior parte parlano in arabo. Vi sono perfino pochi parlanti originari di aramaico occidentale in alcuni villaggi isolati della Siria occidentale.

A causa degli sconvolgimenti degli ultimi due secoli (la vicenda più drammatica e terribile, il genocidio assiro) molte persone che avevano l’aramaico come prima lingua o come lingua letteraria si sparsero nel mondo.

Nonostante ciò, vi è un numero abbastanza grande di città assire nell’Iraq setentrionale come Alqosh, Bakhdida, Bartella, Tel Esqof, e Tel Keppe, e molti piccoli paesi, dove l’aramaico è la lingua più parlata, e in molte grandi città di custa regione vi sono comunità che parlano l’assiro aramaico, in particolare Mosul, Irbil, Kirkuk, Dohuk, e Hasakah. L’aramaico, inoltre sta vivendo una nuova vita fra i maroniti di Israele a Jish.

Il primo alfabeto aramaico fu l’alfabeto fenicio. Con il passare del tempo, l’aramaico sviluppò il suo stile. Gli antichi israeliti e altri popoli di Canaan adottarono questo alfabeto per le loro lingue.

Quindi, oggi è meglio conosciuto come alfabeto ebraico. E’ il sistema di scrittura utilizzato nell’ aramaico biblico e in altri scritti giudaici in aramaico.

Un altro sistema di scrittura fu sviluppato dalle comunità cristiane: una sorta di corsivo conosciuto come alfabeto siriano. Una forma molto modificata è l’ alfabeto mandaico.

Inoltre, vi sono derivati di questo alfabeto che furono utilizzati, nell’antichità, da alcuni gruppi particolari: per esempio, i nabataeani, a Petra, e i palmiresi, a Palmira. In epoca moderna, il turoyo fu scritto, a volte, con l’ alfabeto latino.

Gli studiosi pensano che nel primo secolo gli ebrei in Giudea parlassero soprattutto in aramaico e che fossero sempre di meno coloro che avessero l’ ebraico come lingua materna.

Molti imparavano l’ebràico come lingua della liturgia. Inoltre, la koinè greca era la lingua internazionale dei commerci per le classi ellenizzate (come il francese nell’Europa del 700, 800 e 900), e nell’amministrazione romana. Il latino, lingua dell’esercito romano e dei livelli più alti dell’amministratzione, non ebbe quasi nessun impatto nella situazione linguistica.

Oltre ai dialetti formali e letterari basati sull’asmoneano e sul babilonese vi sono perfino dialetti colloquiali. Sette dialetti dell’ Aramaica occidentale venivano parlati vicino alla Giudea al tempo di Gesù.

E’ probabile che, anche se diversi, fossero mutualmente intellegibili. Il giudaico antico era il dialetto più importante di Gerusalemme e della Giudea. La regione di Engedi aveva il dialetto giudaico sudorientale. La Samaria aveva l’aramaico samaritano, dove le consonanti “he“, “heth” e “‘ayin” si pronunciavano tutte come “aleph“.

L’aramaico galileano, il dialetto della terra di Gesù, è conosciuto solo grazie ad alcuni toponimi, ai suoi influssi sul galileano targumico, a certa letteratura rabbinica e a qualche lettera privata.

Sembra che avesse alcuni elementi caratteristici: per esempio, i dittonghi non diventavano mai monotonghi. A est del giordano, si parlavano alcuni dialetti del giordano orientale.

Nella regione di Damasco e nelle montagne dell’ Antilibano si parlava l’aramaico damasseno. Infine molto a nord di Aleppo, si parlava l’aramaico orontese.

I tre idiomi, ma soprattutto l’aramaico e l’ebraico, si sono influenzati reciprocamente. Alcune parole ebraiche sono entrate nell’aramaico giudaico (specialmente termini religiosi, ma anche parole della quotidianità come עץ ‘ēṣ “legna”).

Viceversa, alcune parole aramaiche sono penetrate nell’ebraico (non solo parole aramaiche come māmmôn “ricchezza” ma anche modi aramaici di utilizzare le parole, come fare in modo che l’ebraico ראוי rā’ûi, “visto” significhi “degno” nel senso di “decente”, che è un prestito dall’aramaico ḥzî che significa “visto” e “degno”).

Il greco del Nuovo Testamento spesso conserva semitismi non greci, incluse alcune translitterazioni di parole semitiche:

· Qualcuna è aramaica, come talitha (ταλιθα), che può rappresentare il sostantivo טליתא ṭalyĕṯā (Marco 5:41).

· Altre sono sia ebraiche che aramaiche come רבוני Rabbounei (Ραββουνει), che significa “il Grande Maestro mio” in entrambe le lingue (Giovanni 20:16).

Nel film “La Passione di Cristo” del 2004 fu utilizzato l’aramaico nella maggior parte dei dialoghi. Se ne occupò lo studioso William Fulco. Quando non conosceva le parole appropriate (aramaico del primo secolo), egli utilizzò l’aramaico di Daniele, il siriaco del IV secolo e l’ebràicu come base per il suo lavoro