Questo pomeriggio una rappresentanza di sindaci sardi – piccola parte di quelli che giovedì scorso hanno sfilato a Cagliari per chiedere gli spazi finanziari che consentano loro di scavalcare i blocchi del bilancio armonizzato – ha incontrato il premier Matteo Renzi.

Volevano parlargli dei problemi che hanno nell’amministrare le loro comunità. E, udite udite, questa volta Pigliaru c’era e non aveva un impegno inderogabile.

Secondo voi cosa ha risposto, Renzi, 17 giorni prima del referendum? “Certo, avete ragione, ci lavoreremo”. Eja, imboligau in foza ‘e murta.

Naturalmente con i telefonini e gli IPad rigorosamente spenti.

Nel frattempo, visto che il presidente Pigliaru è rimasto due giorni a stretto contatto col premier, vorremmo sapere alcune cose.

Hanno parlato del tavolo aperto sulla progressiva dismissione delle servitù militari sarde?

Hanno parlato della questione del fotovoltaico di Decimoputzu?

Hanno parlato di tutte le altri questioni aperte tra Sardegna e Italia?

O si è parlato solo del fatto che lo stesso Pigliaru e Massimo Zedda saranno senatori (Renzi, come avete già sentito tutti, ha già democraticamente deciso alle spalle dei sardi) nella scellerata ipotesi che il Sì prevalga al referendum?

Fatecelo sapere, tra un ballo sardo, un mirto, una maschera etnica e un tenore fuori ordinanza.