Venerdì l’Anci sarda ci riprova. Dopo il nulla di fatto e le polemiche seguite all’assemblea del 23 settembre scorso, quando i due candidati (Giuseppe Ciccolini ed Emiliano Deiana, entrambi del Pd, rispettivamente sindaco di Bitti e di Bortigiadas) non raggiunsero il quorum necessario, questa potrebbe essere la volta buona.

A gettare la pietra nello stagno, dopo un lungo silenzio sull’intera vicenda ANCI, è stato Deiana.

Smentendo sostanzialmente i rumors degli ultimi giorni, che lo davano a un passo dal ritiro con una “compensazione” sul versante del direttivo nazionale, il primo cittadino gallurese ha spiazzato tutti scrivendo una lunga lettera aperta ai suoi colleghi sindaci.

Nella missiva conferma la sua competizione con Ciccolini, pur non dichiarandosi contrario alla presenza di ulteriori candidati o a una sintesi fra le varie proposte.

Ma la questione della presidenza è subordinata ad altre due proposte: “Un programma di cinque punti, condiviso, da individuare in una pre-assemblea regionale e la formazione di una lista unitaria in cui siano rappresentati paritariamente generi, istanze e territori”.

Tra i punti programmatici indicati: l’indipendenza dell’associazione dai partiti, la formulazione di una proposta per la riscrittura dello Statuto regionale, lo sviluppo di programmi di finanza locale e regionale e la lotta al drammatico fenomeno dello spopolamento.

Ciccolini, però, non ci sta. Con un’altra lunga lettera aperta ha a sua volta scritto ai colleghi sindaci: “Il presidente eletto sono io e sono disposto a impegnarmi perché lista e rappresentanze siano unitarie. I colleghi leggano tutti i documenti sulla votazione del 23 settembre, che ora sono all’attenzione del giudice, e poi decidano. Intanto ricordo che sarebbe un peccato perdere l’occasione che ci dà l’Anci nazionale per un nostro rappresentante nel suo direttivo”.

Un chiaro riferimento a un posto di rappresentanza anche per l’altro candidato Emiliano Deiana, che però ha già declinato l’invito.