La Costituzione della Repubblica italiana non è già più quella entrata in vigore nel 1948, frutto del grande lavoro di mediazione verso l’alto svolto dai padri costituenti e dall’incontro tra tutte le culture e sensibilità politiche presenti all’interno dell’ampio movimento di popolo che aveva guidato la Resistenza, la Liberazione e la scelta della Repubblica.

La modifica più subdola, attuata nel periodo in cui la democrazia in Italia è stata sostanzialmente sospesa (parlo dei mesi in cui governarono Monti e alcune élite dell’Unione europea), è quella del 2012, passata sostanzialmente sotto silenzio.

In Costituzione è stato introdotto il principio della pareggio di bilancio, come obbligo invalicabile, determinando così lo stravolgimento dell’impianto delineato nel 1948, mettendo al centro del nuovo sistema non il popolo ma la tutela dei soldi dei grandi investitori.

Si è ingessata la capacità di spesa, anteponendo gli equilibri monetari – garanzia dei grandi investitori e manovratori di flussi finanziari – alla vita dei cittadini.

I pasticci denunciati dai sindaci sardi in questi giorni iniziano proprio con l’applicazione di quei principi.

Lo Stato e, a cascata, tutte le istituzioni si sono legati le mani da soli. E i cittadini non se ne sono nemmeno accorti.

Andate a rivedervi cosa dicevano i governanti e la grande stampa allora – al momento di quella riforma – e poi controllate gli effetti.

Poi guardare a cosa dicono i governanti e la grande stampa oggi, sulla riforma Renzi. E poi, vi prego, prevenite gli effetti.

#bastaunNO