Riceviamo e pubblichiamo.

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Noi del #comitatoperilno non siamo certo contrari alle riforme in linea generale. Siamo piuttosto avversi a questa riforma, perché non ne condividiamo i contenuti, né il percorso adottato da questa finta maggioranza di Governo.

Le ragioni del No al referendum del 4 dicembre prossimo sono molteplici, ma in questo spazio tengo a precisarne alcune.
Innanzitutto siamo contrari all’accentramento dei poteri in capo al primo ministro.

Il combinato disposto tra riforma costituzionale e riforma elettorale, infatti, apre le porte a una stortura giuridica che spazza via i principi supremi della Costituzione, in particolare laddove vi è una corrispondenza tra premiership e leadership.

L’Italicum aggiunge all’azzeramento della rappresentatività del Senato (i senatori non verrebbero più eletti dal popolo) e al centralismo che depotenzia il pluralismo istituzionale, l’indebolimento della rappresentatività della Camera dei deputati.

In sostanza, il premio di maggioranza alla singola lista consegna la Camera nelle mani del leader del partito vincente, e poco importa se per una manciata di voti.
Altra questione spinosa, che merita approfondimento, è la riforma del Titolo V. Va detto sin da subito che la Regione Sardegna non perde la sua Specialità.

Tuttavia la cosiddetta clausola di supremazia indebolisce i poteri speciali della Regione: con la riforma lo Stato potrà legiferare nell’ambito delle materie di competenza esclusiva anche se sarà tenuto a rispettare lo statuto regionale.

Ma dal momento che resta in capo al Governo il potere di disapplicazione della norma regionale, va da sé che il carattere della Specialità rischia di essere svuotato di ogni significato.
Non accettiamo alcun ricatto da parte del Governo e dei poteri forti che si celano dietro la maggioranza. Siamo convinti che questo non sia l’ultimo treno e auspichiamo, invece, un’Assemblea costituente eletta dai cittadini a suffragio universale che riformi la Costituzione in senso federalista e semipresidenzialista, passando per la riduzione del numero dei parlamentari che – principio irrinunciabile – dovranno essere eletti dal popolo.

*consigliere regionale di Forza Italia