La mia Regione ideale è quella che supporta i cittadini e le imprese con il funzionamento veloce, trasparente e imparziale della propria macchina amministrativa. E’ infatti inutile che si invochino maggiori risorse economiche da “Roma ladrona” laddove non si riesca, prima, a fare in modo che quanto già abbiamo, poco o molto che sia, venga speso efficacemente.

I più ottimisti potranno anche dirmi che in Sardegna le cose funzionano già al meglio e che sono il solito disfattista e anche un po’ qualunquista.

A questo riguardo, cito due episodi che hanno visto coinvolta la piccola società di cui mi occupo, che fornisce servizi legali; episodi che forniscono in modo chiaro quale possa essere la mia risposta alla domanda se di burocrazia si possa vivere o morire.

PRIMO EPISODIO: QUELLE SOTTILI PRESSIONI

La prima volta, più di dieci anni fa, leggo un bando per “incubatore di imprese”, seguito dalla Regione Sardegna attraverso una delle sue società controllate, e decido di partecipare, chiedendo un contributo di circa 4.000 euro per un ramo della attività.

Il tutor al quale vengo affidato mi fa capire, con mezze frasi e ammiccamenti, che, affinchè lui dia l’ok, occorre che io inserisca nel mio business plan una ulteriore voce di spesa, riguardante un incarico di consulenza, peraltro inutile, da affidare ad un suo amico, per la modica cifra di 5.000, da pagare in anticipo, somma superiore all’intero progetto.

La mia replica è: se avessi questi soldi, li userei per sviluppare in autonomia il servizio senza perdere tempo in queste cose, al che il tutor rilancia e mi fa capire che, in caso positivo, il mio progetto verrebbe approvato per una cifra di gran lunga superiore, in modo che io possa rifarmi in pieno della spesa.

La prima esperienza di contatto con la Regione finisce amaramente, con il sottoscritto che sbatte la porta dell’elegante ufficio del tutor.

SECONDO EPISODIO: ANCHE LA LENTEZZA UCCIDE

Passano gli anni e decido di sviluppare un nuovo settore di servizi legali; la tempistica in questo caso è decisiva, in quanto so già che, di lì a poco, partiranno anche i grandi gruppi italiani; Se riuscissi ad essere il cosiddetto first mover, però, riuscirei comunque a ritagliarmi il mio spazio.

Sono dotato di risorse autonome e, dunque, sto filando come un treno verso l’obiettivo. Incontro per caso un conoscente, impiegato in un’altra società controllata dalla Regione, il quale mi dice: “Noi abbiamo un bando aperto per attività innovative, visto che stai lavorando su questo servizio, perché non partecipi? I tempi di valutazione ed erogazione del contributo sono rapidi e potrai rifarti di tutte le spese”

Mi lascio convincere ma entro in un girone infernale fatto di bandi da rifare perché malscritti, impugnazioni, riunioni della commissione eterne e sempre improduttive.

Dopo oltre un anno di attesa, mi viene concesso il finanziamento in ragione della natura innovativa del servizio. Peccato però che, ormai da mesi, quel servizio non sia più innovativo, in quanto un’altra società lo sta già pubblicizzando e vendendo.

Io mi vedo dunque costretto ad utilizzare, meglio: sprecare, i fondi concessimi per realizzare un servizio nato morto, che infatti chiudo praticamente subito.

Sono stato sfortunato o incapace di rapportarmi adeguatamente con la veloce, trasparente e incorruttibile burocrazia? Sicuramente sarà così, fatto sta che il mio sogno è una Regione che possa essere di aiuto anche ai più incapaci come il sottoscritto e non solo agli amici degli amici degli amici.

*avvocato