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Baby-vitalizi del Consiglio regionale, dove eravamo rimasti? Ricordate? Nella primavera 2014 abbiamo combattuto e vinto una importante battaglia.

Abbiamo, cioè, costretto il Palazzo a dire la verità e ad assumersi le proprie responsabilità. Un piccolo riassunto.

Nella parte finale della scorsa legislatura il Consiglio regionale della Sardegna si è distinto – oltre che per una serie di circostanze che sono state e sono all’attenzione della magistratura – per una meritoria serie di tagli ai borbonici privilegi che erano in capo ai suoi componenti. Su tutti l’abolizione del vitalizio.

Bene, nella primavera 2014 chi scrive – assieme a moltissimi di voi – ha dovuto combattere una non facile battaglia per ottenere dai vertici del nuovo Consiglio regionale comunicazioni trasparenti su chi fossero stati i beneficiari degli ultimi assegni di vitalizio. Superare quella resistenza fu difficilissimo e solo all’epilogo della battaglia capimmo il perché: in barba agli annunci, alcuni giovani consiglieri cessati avevano fatto domanda e si erano assicurati sin da marzo 2014 – vita natural durante – un cospicuo assegno mensile, a valere sul bilancio del Consiglio regionale.

La fase-due della battaglia (la prima era riconosciuta col l’hashtag #dateciinomi) fu quella di chiedere una immediata riforma che – seguendo i dettami del decreto Monti (“nessuno può incassare vitalizi per incarichi istituzionali prima dei 65 anni di età”) – revocasse gli assegni appena attribuiti, seguendo così lo spirito dei tagli annunciati e fatti. La facemmo – raccogliendo migliaia di adesioni – con l’hashtag #bastababypensioni.

Se n’è parlato per l’ultima volta all’inizio del 2015, quando – sotto l’enorme spinta che riuscimmo a produrre – il presidente del Consiglio regionale disse che una proposta di legge, frutto di un accordo arrivato in sede di Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali, era stata depositata in commissione Riforme, assicurando che presto sarebbe stata esaminata e approvata. È passato oltre un anno e mezzo e niente è stato fatto.

Perché la politica confida nel fatto che la gente dimentichi, che l’indignazione passi, che l’empito di giustizia sia sempre e solo strumentale. Avere più tempo, più testa, più agibilità e qualche ritrovato margine di manovra aiuta a riordinare le idee e a riprendere tutte le questioni rimaste sospese.

Fate trascorrere a Lorsignori le giornate dei brindisi e delle felicitazioni, siamo di nuovo qua, a fare domande: il Consiglio regionale ha intenzione di discutere della riforma promessa a inizio 2015 sulle storture dei baby-vitalizi? O ha intenzione di sfidare i cittadini su questo tema anche nella seconda fase della legislatura?