Quando si assume la responsabilità di guidare un’istituzione nata dopo anni di travaglio, quando si è chiamati a pianificare ed eseguire le missioni che sono assegnate per Statuto alla stessa istituzione, quando si ha l’onere di gestire importanti finanziamenti pubblici e di dover fare delle scelte di indirizzo su come spenderli e con quale finalità, non ci si può stancare di ascoltare domande e di fornire risposte.

Sarebbe più agevole e costruttivo farlo se esistesse un luogo di confronto pubblico trasparente e leale, basato sugli atti e i fatti, e non un periodico tentativo di delegittimazione, con affermazioni apodittiche e distruttive, basate su presupposti a volte palesemente falsi, altre su suggestioni preconcette.

Siccome occorre essere pazienti e trasparenti e l’esperienza insegna che presto arriveranno “clamorose rivelazioni” su questioni invece ampiamente rese note e pubblicizzate, investo due ore della mia giornata per fare il punto sulla Mostra sui Giganti di Mont’e Prama come punta di diamante della civiltà nuragica, di imminente apertura presso il Metropolitan Museum of Art di New York. Un evento per certi versi storico per la Sardegna. Cercherò di rendere facile la lettura, riassumendo per capitoli.

La missione della Fondazione Mont’e Prama

Sembrerà incredibile ai più, ma ciò che la Fondazione deve e può fare non è deciso dal Sinedrio di Facebook ma è previsto dal suo Statuto (delibere.regione.sardegna.it/protected/55750/0/def/ref/DBR55603/),firmato e voluto dai fondatori Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna e Comune di Cabras.

Invito i lettori e le lettrici a concentrarsi soprattutto sull’articolo 3:

ARTICOLO 3

Attività istituzionali

  1. La Fondazione, per il raggiungimento delle finalità di cui all’articolo 2 provvede a svolgere le seguenti attività:
    a) predisposizione e attuazione del piano strategico di sviluppo turistico-culturale e di valorizzazione,anche paesaggistica, del “Sistema di valorizzazione integrata territoriale del Sinis – Terra di Mont’e Prama” che dovrà essere coerente con il Piano Strategico del Turismo 2017-2022, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 17 febbraio 2017; b)  predisposizione di uno studio di fattibilità sulla sostenibilità economico-finanziaria relativa alle competenze ad essa affidate, che ricomprenda anche la previsione degli strumenti di direzione, organizzazione e logistica funzionali alla realizzazione del piano; c)  reperimento delle risorse necessarie per l’attuazione del piano, assicurando modalità ottimali di combinazione di risorse interne (provenienti dalla gestione diretta o dalla concessione di attività, servizi e spazi) e di risorse esterne (derivanti anche da progettazione finanziata, erogazioni liberali e sponsorizzazioni); d)  coinvolgimento, nel processo di valorizzazione concordato e secondo principi di sussidiarietà orizzontale, di soggetti, anche collettivi, istituzionali e non, espressione della società civile, capaci di apportare contributi di esperienza, di collaborazione, di sinergie operative e di risorse economiche, prevedendo, in particolare, azioni e interventi di promozione e sollecitazione di erogazioni liberali e sponsorizzazioni; e)  progettazione delle attività di valorizzazione e relativa gestione nelle forme consentite dall’art. 115 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia; f)  promozione, in ambito nazionale e internazionale, del valore culturale rappresentato dal complesso statuario rinvenuto a Mont’e Prama; che ha sede permanente e unitaria di deposito ed esposizione nel Museo di Cabras. g)  promozione di sinergie con il Museo archeologico nazionale per l’organizzazione congiunta di eventi finalizzati a valorizzare il patrimonio culturale della Sardegna nel suo complesso; h)  gestione, nelle forme previste dall’articolo 115 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia che, in prima istanza, riguarderà i seguenti luoghi della cultura: il museo archeologico di Cabras; l’area archeologica di Tharros con relative necropoli; l’ipogeo di San Salvatore (Cabras); la Torre di San Giovanni (Il sito di Mont’e Prama purtroppo NON c’e ndr.). A questi seguiranno – gli ulteriori beni identificati all’art. 1 dell’Accordo di valorizzazione come “Sistema di valorizzazione integrata territoriale del Sinis – Terra di Mont’e Prama”. Nell’ambito di tale attività, in occasione di bandi di gara per l’erogazione dei servizi al pubblico dei beni che le verranno conferiti, la Fondazione è tenuta a garantire – nei limiti di legge – la “clausola sociale”, al fine di promuovere la stabilità occupazionale e garantire la salvaguardia delle professionalità che si sono sviluppate nel territorio;

Dunque, la Fondazione ha come sua missione principale quella di valorizzazione l’intero complesso dei beni archeologici a essa conferiti, con programmi regionali, nazionali e internazionali finalizzati a far crescere l’economia del territorio del Sinis e dell’intera Sardegna. E per farlo deve elaborare progetti per la quale esecuzione vengono ricercati, acquisiti, gestititi, spesi e rendicontati finanziamenti pubblici e privati.

Tutto molto semplice, tutto molto chiaro, facile da capire. Con tutta evidenza, i programmi messi in campo nel corso del 2022 e della prima parte del 2023 vanno esclusivamente in questa direzione e trovano piena legittimità nel dettato statutario. La qualità con la quale sono stati programmati ed eseguiti è certamente discutibile nel merito, senza che però siano consentite insolenze e allusioni legate a illegittimità o interessi personali, che al massimo qualificano la statura professionale, politica e personale di chi le fa.

I prestiti all’estero

La materia è discussa, discutibile e analizzabile, ci mancherebbe. Occorrerebbe farlo, ancora una volta, in contesti autorevoli e con un approccio realmente scientifico, senza trascurare quelle che sono le insuperabili – allo stato – prescrizioni del Codice dei Beni Culturali (https://sabapmetropolitanana.cultura.gov.it/servizi/movimentazione-di-beni-culturali-e-mostre/#:~:text=Si%20precisa%20che%2C%20in%20caso,71%20e%2074%20del%20Codice) e, per quanto mi riguarda, le raccomandazioni dell’Icom https://www.icom-italia.org/wp-content/uploads/2019/11/ICOMItalia.Racc1_.Raccomandazione-sui-prestiti-per-mostre.pdf).

Come si vedrà, la Fondazione – rispettando la raccomandazione dell’Icom (International Council of Museums) – ha gestito senza intermediari il rapporto con il Metropolitan Museum of Art di New York, curando il progetto scientifico dell’allestimento attraverso l’azione della sua Direttrice, in stretto collegamento con i curatori della prestigiosa istituzione culturale newyorchese. Non ha richiesto il pagamento di corrispettivi, né è stata oggetto di richiesta da parte del MET. E ancora, ha rispettato al millimetro le complesse procedure ministeriali: ha presentato il progetto scientifico della mostra; ha prodotto lo Standard Facility Reportdel luogo espositivo e l’elenco completo di tutti i beni che parteciperanno alla mostra;  ha prodotto la scheda di prestito,Loan Form, debitamente compilata e sottoscritta dal soggetto proprietario/prestatore, contenente tutti i dati relativi ai beni richiesti, compreso il valore assicurativo e il nominativo del responsabile della custodia delle opere. Nella seconda fase ha prodotto la dichiarazione sullo stato giuridico del bene e copia del provvedimento di dichiarazione dell’interesse culturale per soggetti prestatori privati, la garanzia di restituzione a fine manifestazione emessa dal soggetto ospitante/organizzatore della mostra, l’attestato di immunità giurisdizionale goduta dallo Stato italiano, il nominativo della ditta specializzata per l’affidamento delle opere di movimentazione ed imballaggio e il nominativo della compagnia incaricata per l’affidamento della copertura assicurativa, il certificato assicurativo della polizza quietanzata con copertura “all risks” e formula “da chiodo a chiodo” o, in alternativa, garanzia statale sostitutiva, la relazione sottoscritta dal soggetto incaricato per la movimentazione, imballaggio e trasporto, nel rispetto delle indicazioni contenute nella scheda di prestito, il cronoprogramma dei prelievi e ritiri delle opere, le indicazioni dei nominativi e recapiti dei Registar, trasportatori, accompagnatori, restauratori e/o altri soggetti interessati, l’indicazione, con recapiti e nominativi, dei referenti degli Uffici di Esportazione dai quali si intende transitare e, in caso di uscita dall’Unione Europea, delle agenzie delle Dogane interessate. 

Solo dopo il perfezionamento di questa complessa pratica – portata avanti con eccezionale professionalità dalla Direzione e e dalle Aree Tecnica, Amministrativa e finanziaria della Fondazione – sono stati acquisiti al protocollo i nullaosta delle Direzioni generali dei Beni Archeologici e dei Musei del Ministero della Cultura, con le prescrizioni scientifiche legate al trasporto.

Prescrizioni che – secondo la legge vigente – rappresentano l’unico attendibile punto di riferimento per quel che riguarda le tecniche di trasporto, tutela e conservazione, con buona pace gli autoproclamati “esperti” da tastiera.

Le riassumo qua, le prescrizioni acquisite al Protocollo ed emesse dal Ministero della Cultura, riguardo al trasporto del Gigante “Manneddu” per la trasferta di New York: “Trattandosi di un sistema statua/supporto con un complesso equilibrio di distribuzione dei pesi e di ancoraggio, in caso di un trasporto è essenziale la realizzazione di uno specifico contenitore rigido a protezione della scultura che garantisca l’alloggiamento del sistema statua/supporto con i necessari accorgimenti per l’ancoraggio dell’insieme e la prevenzione dalle sollecitazioni, dagli urti e dal danneggiamento durante la movimentazione e il trasporto. L’inserimento nella cassa di trasporto di un rilevatore con sensore per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni microclimatiche e delle sollecitazioni meccaniche (shock e vibrazioni) permetterà di monitorare anche in tempo reale le eventuali variazioni. A garanzia della prevenzione di squilibri statici e oscillazioni inopportune in fase di movimentazione e trasporto si rende necessaria la progettazione – da parte di un professionista specializzato– di accorgimenti antivibrazione e di una struttura di sostegno e bloccaggio interno alla cassa con fermature sagomate a misura, con l’analisi puntuale del carico statico e delle sollecitazioni, anche in relazione alle caratteristiche specifiche del trasporto da effettuare. Le attività di imballaggio, movimentazione e trasporto dovranno essere effettuate da una ditta specializzata in trasporto di opere d’arte lapidee, con personale altamente qualificato. Tutte le fasi operative di verifica dello stato della scultura, di movimentazione, di imballaggio/disimballaggio e di allestimento/disallestimento dovranno essere eseguite in presenza di un Restauratore conservatore preventivamente approvato e che agisca in coordinamento con la scrivente Amministrazione”.

Si tratta di rigide prescrizioni (le stesse che furono emesse in occasione del trasporto della medesima statua presso i musei di Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli, in un tempo antecedente alla nascita della Fondazione), che la nostra amministrazione ha pedissequamente rispettato, sotto la vigilanza e il coordinamento della Direttrice Nadia Canu, alla quale va il mio personale ringraziamento per la serietà e l’abnegazione con cui ha svolto questo compito.

Il Metropolitan Museum

Nel 2022 ha registrato 3.208.832 visitatori. Non credo sia necessario aggiungere altro. Oltre al prestigio della collaborazione, di non secondaria importanza è la collocazione che è stata scelta per l’esposizione del Gigante, dal 25 maggio al 6 dicembre prossimi. La direzione del MET ha incredibilmente escluso il “sottoscala” e ha invece collocato la statua nello spazio d’élite all’ingresso della Sezione Greca e Romana, adiacente all’ingresso principale, la più visitata del Museo assieme a quella Egizia.

I costi

Come già detto, non ci saranno transazioni finanziarie fra la Fondazione e il MET: non pagheremo per essere ospitati, né verremo pagati.

Le spese che stiamo sostenendo e sosterremo nel corso dei sei mesi dell’operazione sono quelle previste dal “Grande Progetto Mont’e Prama” finanziato dal Centro regionale di Programmazione della Regione, nel capitolo “Mostre e iniziative all’estero”, approvata nel dettaglio a gennaio 2023. Nel capitolo New York ci sono 330.000 euro, di cui oltre un terzo destinate alle spese per la movimentazione (messa in sicurezza, imballaggio, trasporto via mare e via aereo, assicurazione all risks, restauratori, personale di vigilanza), 20 mila euro per missioni nell’arco di sei mesi (viaggi aerei, vitto e alloggio, secondo i dettami del Regolamento delle missioni della Fondazione https://monteprama.portaleservizipa.it/download/eyJpdiI6Ik5lVUMyTTBlWk5yUjdid2ZscHAwNHc9PSIsInZhbHVlIjoiVm9ET0pJN3JaVk9TQnZ2RHFwaTdrN3o0d2FyWTZDQ0RSK28vOWxzYUlBZz0iLCJtYWMiOiJiODFlMGUxMjJiNWRjNDFiZTE3NTYxM2VlN2I2MTY5YzM2N2Q2MjAzNWNjMmYzMTljYmRmNTQwYzdlYzBkYzk5IiwidGFnIjoiIn0=/regolamento_missioni_fondazione_approvato_cda_20_10_aggiornato_coordinato_2.pdf), il resto verrà speso per la pubblicazione del catalogo della mostra, per la realizzazione di una copia 3D su scala 100% della statua movimentata (in collaborazione con il CRS4), per l’ufficio stampa internazionale (30 mila euro, nell’arco di sei mesi), per acquisto pubblicità, per spese necessarie a iniziative in loco, per materiale informativo in lingua inglese.

Per le procedure di disimballaggio, l’inaugurazione della Mostra e l’iniziativa organizzata col Consolato d’Italia per la presentazione del progetto semestrale di valorizzazione, la delegazione della Fondazione (nei giorni 24, 25 e 26 maggio) sarà composta dal sottoscritto presidente e dalla Direttrice Nadia Canu. Nell’ambito della collaborazione con l’Università di Torino sarà presente anche una tirocinante di uno dei Master di quella Università, impegnata in un progetto di Comunicazione dei Beni culturali.

Le finalità

Acclarati la legittimità dell’operazione di valorizzazione internazionale, il via libera delle autorità di tutela al trasporto, il prestigio e l’autorevolezza del partner culturale che ci ospiterà a New York e la copertura dei costi e le modalità di utilizzo delle risorse, veniamo alla questione politica.

Perché andiamo a New York? La nostra strategia è chiara e parte da una analisi di mercato: la Sardegna è pochissimo conosciuta nel Nord America, se non nelle fasce di reddito altissime, che hanno sentito parlare della Costa Smeralda. 
Dunque, ci siamo messi l’obiettivo di fare investimenti mirati in comunicazione e in promozione dei beni culturali e delle “diversità” che la Sardegna è in grado di offrire. 
La mostra nel prestigioso MET (un po’ come se il Cagliari giocasse in Champions League al Santiago Bernabeu) non è un evento spot ma è incastonato all’interno di un programma più ampio, che la Fondazione ha ereditato dalla Regione in quanto a rapporti con l’Italian Academy della Columbia university e che a sua volta ha deciso di implementare. 
In quest’ottica vanno inquadrate le mostre virtuali e i convegni scientifici che si sono già svolti a a New York su Mont’e Prama e Tharros e l’evento promozionale del tardo autunno scorso, assieme ai rapporti ormai consolidati con Ambasciata d’Italia, Consolato Generale, Istituto di Cultura e ICE. 
Promuovere, far conoscere e proporre pacchetti di viaggio, esperienze e conoscenza. 
In quest’ottica i sei mesi di mostra in un museo che avvicinerà alla statua di Mont’e Prama circa due milioni (milioni!) di visitatori consentirà di fare da traino alle iniziative di promozione che si svolgeranno nella Casa Sardegna, che apriremo in collaborazione con ICE. Sarà un luogo in cui le agenzie culturali sarde, le aziende che operano nel settore del turismo e dell’agroalimentare proporranno le loro offerte, a margine di eventi culturali e scientifici che organizzeremo a cadenza mensile. 
Tutto questo avverrà mentre sulle tv americane andrà in onda lo spot commissionato dalla Regione nei mesi scorsi, recentemente premiato nei Festival di settore.
Tutta questa premesse per rispondere alla domanda: nella nostra visione l’esposizione della statua al MET avrà un effetto di acceleratore che può portare al risultato che tu e noi stessi auspichiamo: far sapere che la Sardegna esiste e non è solo Costa Smeralda.
È una scelta politica: saranno i risultati nel medio-lungo periodo a decretarne il successo o il fallimento.

Fin qui quanto ho ritenuto doveroso riassumere. Come ho già detto, la nostra attività – sui vari fronti – prosegue all’insegna della massima trasparenza e pubblicità.

Abbiamo letto nei mesi scorsi di “ispezioni ministeriali”, ma non abbiamo visto ispettori a Cabras, né siamo stati sentiti al riguardo. Siamo stati informati dalla stampa dell’apertura di fascicoli “senza ipotesi di reato e contro ignoti” da parte della Procura, a seguito delle ben note campagne di stampa, e immaginiamo che dette indagini proseguano nel riserbo e ad ampio raggio. Ne attendiamo i risultati con grande serenità, così come quelle – sempre preannunciate a mezzo stampa – della Corte dei conti sulla gestione di Archeologika 2022 e sulle spese “grandi e piccole” fino a qua effettuate.

Siamo anche disponibili a confronti pubblici, interviste e qualsiasi altra forma di confronto pubblico.

Buona domenica !